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‘ Sei un poker pro? Non devi mantenere tuo figlio!’

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Tony Hakki, giocatore inglese professionista di poker, ha vinto una lunga battaglia legale per il “mantenimento” dei figli.  Non vogliamo entrare nel merito della vicenda da un punto di vista etico e morale, perché non conosciamo i dettagli personali. I tabloid di Sua Maestà però ci hanno aggiornato sulla querelle giudiziale.

Per un magistrato del Regno Unito, i poker pro non devono utilizzare le proprie vincite ai tavoli per pagare gli alimenti alla prole. Ed essendo un sistema di Common Law, i precedenti hanno un'efficacia "vincolante" per i casi simili.

In poche parole, per la Corte d’Appello che si è pronunciata sul caso, il reddito derivante dal poker non può essere considerato “lavoro retribuito”.

Per i magistrati, per come è organizzata, l’attività di Hakki non rientra nell’ambito di applicazione della legge per il mantenimento dei figli. 

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La sua storia è molto particolare: agente di cambio, nel 1998, all’età di 45 anni, viene licenziato e inizia a giocare a poker.  Risulta abbia incassato nei tornei live, vincite lorde per oltre 186.000$.

E’ noto alla comunità inglese come ‘Tony the Hitman Hakki.’ Ha una sua skin online e gioca live nel casinò di Brighton quattro giorni la settimana. 

Per il giudice Lord Longmore “è un giocatore di poker professionista a tutti gli effetti: si mantiene con le sue vincite ai tavoli”. Come detto, Tony si è sempre rifiutato di girare l’assegno alla moglie per il mantenimento dei figli: in questo caso la sua ex consorte ha deciso di ricorrere alla giustizia. 

Il ricorso però è stato respinto perché “le sue vincite a poker non costituiscono lavoro retribuito. Sui fatti accertati – recita la sentenza – il signor Hakki non ha una organizzazione sufficiente nel poker, per farla equivalere ad un mestiere (o business), per non parlare di una professione”. 

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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