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La Serie A incontra Giorgetti e contesta il ban della pubblicità per le scommesse: pronto uno sciopero del calcio?

A tenere banco in queste settimane non c’è solo il tanto discusso ban della pubblicità. La riforma del CONI sta agitando le acque nei palazzi romani e sta scatenando polemiche e forti contrasti tra i vertici del Comitato Olimpico Nazionale e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti che vuole istituire una nuova società (a “matrice governativa” come sottolineano alcuni attenti osservatori) “Sport e Benessere” per la gestione dei fondi destinati alle federazioni sportive. Una mansione che prima era gestita dal mondo sportivo in piena autonomia attraverso la CONI Servizi. Una vera rivoluzione che ha messo da una parte il presidente del CONI Giovanni Malagò e, dall’altra parte della barricata, il sottosegretario leghista.

Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle scommesse

C’è chi ha visto in questa iniziativa un’indebita intromissione della politica nell’autonomia dello sport (che lo è per statuto, pena squalifica dal CIO). In ogni caso, nelle ultime ore si registrano toni più distensivi tra Malagò e Giorgetti, ma i punti di contrasto tra il mondo dello sport e l’attuale Governo sono parecchi.

Per questo motivo, nella giornata di domani, oltre all’atteso vertice tra gli stessi protagonisti di questi giorni roventi, Malago e Giorgetti, vi sarà anche un altro importante summit: quello tra la delegazione della Lega di Serie A e il sottosegretario leghista che ha anche la delega alle Scommesse.

Il mondo del calcio è sul piede di guerra contro il Governo. Per anni il calcio ha assicurato allo Stato (finanziando anche lo sport) un fiume di denaro con i proventi del Totocalcio, ora i rapporti sembrano essersi invertiti.

La delegazione sarà ricevuta da Giorgetti per parlare soprattutto del divieto di pubblicità delle scommesse e giochi legali, un provvedimento di dubbia efficacia voluto da Luigi Di Maio e dai 5 Stelle ma che leva risorse preziosissime non solo al calcio ma allo sport in generale, in particolare nei campionati e sport meno popolari. Un autogoal senza precedenti che andrà a penalizzare il nostro sport e rafforzare i concorrenti diretti esteri delle nostre squadre di calcio, pallavolo, basket etc.

La Lega di Serie A sarà rappresentata dal presidente Micciché e dai due consiglieri federali Lotito (presidente della Lazio) e Marotta (ex amministratore delegato della Juventus e pronto a passare all’Inter). Proprio la Lazio ha appena firmato un importante contratto di sponsorizzazione con un noto book russo, la Roma con un altro book straniero. Gli interessi economici dei club di Serie A, solo per fare qualche esempio, sono tangibili.

Alcuni presidenti sono sul piede di guerra così come diverse betting company che sono pronte ad impugnare il decreto Dignità presso la Corte di Giustizia Europea. In ballo ci sono sponsorizzazioni per decine e decine di milioni di euro ogni anno.

Secondo Repubblica: “qualcuno vorrebbe addirittura la linea dura (leggi: sciopero, o serrata se si preferisce). Ma Micciché è un manager-banchiere di grande esperienza e buon senso: sa che la strada migliore è il dialogo”.

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Quindi, almeno per il momento, prevale la linea distensiva ma si potrebbe arrivare ad uno sciopero della Serie A con i presidenti pronti ad indicare il Governo come responsabile numero uno di questa situazione paradossale che potrebbe infastidire soprattutto i milioni di tifosi e appassionati: a causa di un divieto che ha solo l’efficacia di rafforzare l’offerta illegale, un assist clamoroso e maldestro alle mafie (abbiamo visto la scorsa settimana quando sono forti con i loro circuiti sul .com) considerando che i brand legali non potrebbero più distinguersi dagli altri, visto che gli è negata qualsiasi forma di visibilità per via di una legge talebana.

In ogni caso, la Lega di Serie A è pronta a fare una proposta al sottosegretario Giorgetti che ha la delega alle scommesse: “Micciché farà presente che questa norma, non solo penalizza fortemente i club di calcio, ma non esiste nelle altre Nazioni europee. La Lega proporrà quindi di destinare una parte dei proventi della pubblicità ad una seria campagna contro lo ludopatia, perché è ampiamente dimostrato che con il proibizionismo incrementa solo il mercato nero. Inoltre alcune agenzie di betting, nel frattempo, potrebbero anche rivolgersi alla Comunità europea”.

Questa proposta può essere una delle poche strade alternative ad evitare un clamoroso e impopolare sciopero del calcio per protestare contro il Governo.

Ci sono anche altri motivi di contrasto: la tassa sui biglietti del 5%-10% che inevitabilmente andrà poi a colpire sempre i tifosi (anche in questo caso). Una tassa voluta dalla Lega Nord per finanziare le spese sulla sicurezza. Sicurezza però che negli stadi è già a carico delle società che devono spendere milioni in steward, tornelli e videosorveglianza. Quindi, in poche parole, il Governo sta solo chiedendo e vietando ai club di Serie A, invece di agevolare tutto il movimento, come succede in ogni paese d’Europa, dove lo sport è visto come una risorsa socio-culturale e non come un altro settore da spremere.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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