L’ultima mazzata alla legge sul poker sportivo live nel 2013, è arrivata puntuale, come un orologio svizzero, dal Tribunale Amministrativo della Lombardia. Analizzando bene le motivazioni della sentenza (che ha dato ragione ad un circolo bresciano), i giudici lombardi hanno sollevato un vero e proprio polverone. Perché?
Per la prima volta, un Tribunale italiano ha voluto spingersi oltre e sollevare forti dubbi (più che fondati) sulla compatibilità con la normativa comunitaria della Legge di Stabilità del 2011, voluta dall’ex Ministro Giulio Tremonti (nella foto in alto).
Fin dal principio ha lasciato molti dubbi e perplessità, il testo di legge riguardante il bando di gara che riserva la partecipazione solo ai concessionari “italiani” dell’online e a grossi gruppi europei che rispondono a determinati requisiti, escludendo non solo i circoli, ma qualsiasi libero imprenditore. Il TAR della Lombardia ha ammonito:
“Quando la regolamentazione dei giochi leciti sarà definita in dettaglio, e implementata, si porrà il problema della sua compatibilità con i principi comunitari (in particolare per quanto riguarda la proporzionalità dei requisiti di partecipazione all’asta).
Nella fase interinale, tenuto conto delle indicazioni della giurisprudenza comunitaria circa i ristretti limiti di ammissibilità di un monopolio statale sui giochi leciti (v. C.Giust. Sez. IV 15 settembre 2011 C-347/09, Dickinger, punti 63-69), si ritiene legittima l’organizzazione di tornei di poker sportivo da parte di circoli associativi, come nel caso in esame, purché vengano osservate le condizioni indicate dalla giurisprudenza penale sopra richiamata e sia garantito il rispetto delle disposizioni tributarie (per un caso analogo v. TAR Lecce Sez. I 25 maggio 2011 n. 968)".
Il TAR della Lombardia è stato il primo a prendere una posizione ufficiale, quasi a mettere le mani avanti ed ammonire la Pubblica Amministrazione, nel caso di applicazione della legge. In poche parole, secondo i giudici lombardi, devono essere rivisti (in maniera proporzionale) i requisiti di partecipazione al bando.
D’altronde vi sono degli evidenti contrasti con i principi di libera concorrenza e non solo. Ed è questo – con ogni probabilità – uno dei motivi per il quale i Monopoli di Stato hanno sempre dichiarato l’impraticabilità tecnica nell’organizzare il bando e regolamentare l’intero settore del poker live.
I Monopoli hanno alzato bandiera bianca, avendo le mani legate da una legge (palesemente) errata fin dall’inizio. Inoltre, il Governo Monti ha approvato – successivamente – altre norme sulla libera concorrenza che hanno ancor di più “complicato” il piano d’attuazione.
Non solo la normativa attuale è di fatto lettera morta ma, nel caso in cui dovesse essere applicata per assurdo, sarebbe oggetto di contenzioso da parte dei circoli live che si vedrebbero esclusi da un bando di gara “illecito”, ovvero che viola i principi base della libera concorrenza.