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Trump: la società dei casinò di Atlantic City fallisce e Donald si fa pagare milioni su milioni dagli azionisti (mandandoli broke)

Torna la nostra rubrica W Las Vegas, sull’affascinante mondo del gambling americano. Oggi dedichiamo le nostre attenzioni sulle gravi accuse mosse dalla stampa statunitense nei confronti del candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump, capace di far fallire la sua società dedicata al gambling e quotata a Wall Street, dopo averla caricata di debiti personali e beneficiando di un super stipendio e di altre bonus speciali, mandato tutto al fallimento, in primis i piccoli azionisti.

In ogni campagna elettorale che si rispetti, nella cruenta corsa alla Casa Bianca, la stampa si diverte a tirare fuori scandali vari a turno sul conto dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Se la Clinton è accusata di non dire tutta la verità ai suoi elettori, anche il rivale non se la passa benissimo.

In questi giorni, i media allineati proprio a Hillary Clinton, forse anche per arginare il calo di consensi della candidata democratica (sofferente di una brutta polmonite) hanno focalizzato le loro attenzioni sul rivale. La storia però non è il classico complotto, tutto sembra tornare.

La stampa denuncia lo scandalo di Atlantic City

Pungente il Washington Post che denuncia un fatto molto grave: “la candidatura di Trump alla White House, si focalizza soprattutto nella capacità di vendersi come un abile uomo d’affari, un genio nel settore immobiliare”.

Il WP si focalizza però sulla disastrosa gestione del “politico” repubblicano nella gestione dei suoi Hotel Casinò ad Atlantic City, con un conto salatissimo che alla fine stanno pagando gli azionisti.

“E’ stato presidente del Trump Hotel Casinò Resorts di Atlantic City dal 1995 al 2009, il suo unico incarico come capo di una grande azienda a capitale pubblico (quotata). Durante questo periodo la compagnia ha perso più di un miliardo di dollari, come dimostrano i dati finanziari. Egli è stato anche amministratore delegato dal 2000 al 2005, periodo durante il quale le azioni da un massimo di 35$ sono passate a 17 centesimi“.

Non solo mala gestio…

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Trump e la moglie Melania durante l’ultima Convention Repubblicana

Il politico-imprenditore però non è accusato solo di mala gestio, ma di essersi arricchito alle spalle dei poveri azionisti in maniera volontaria, seguendo un piano diabolico ben preciso e scaricando il suo debito sulla società. E’ questo l’aspetto che fa rabbia.

“Trump – prosegue il Washington Post – ha ricevuto più di 44 milioni di stipendio, più altri bonus. Inoltre la sua società ha beneficiato di decine di milioni di dollari a titolo di consulenze e di accordi per l’uso di marchi“.

“Grandi affari per me stesso”

In una intervista proprio al Washington Post Trump si vantava: “ho fatto un sacco di soldi ad Atlantic City: grandi affari per me stesso”. Oltre al danno anche la beffa, per gli azionisti naturalmente. Anche se Trump oramai guadagna solo dal brand e non ha più a che fare con la gestione, i due casinò di Atlantic City sono al collasso finanziario. Uno dei due chiuderà ad ottobre, lasciando a casa centinaia  di lavoratori, in una delle città con il più alto tasso di disoccupazione degli Stati Uniti. Una volta alla Casa Bianca, Trump avrà un piano per riparare questa grave ingiustizia?

La storia: “il denaro degli investitori per garantire i debiti personali”

Inizialmente la società Trump Hotel Casinò Resorts era controllata da una holding di proprietà di Trump, ma il vero business per il vecchio Donald è iniziato quando nel 1995 è stata quotata in borsa. Tutte le sue altre società invece sono rimaste private e le informazioni su di esse scarseggiano.

Quando 21 anni fa la società ha debuttato al New York Stock Exchange, Donald è riuscito a raccogliere 140 milioni da parte degli investitori, 14$ per azione. Il Washington Post ci va giù duro:

Trump aveva detto che quel denaro sarebbe servito per l’espansione del Plaza e lo sviluppo di un casinò fluviale in Indiana. In realtà, gran parte di quel denaro è servito per pagare i prestiti (per decine di milioni di dollari) che Trump aveva personalmente garantito“.

Grazie a quella operazione la fortuna privata del discusso immobiliarista newyorkese fu messa al sicuro. “Con il miglioramento macroeconomico nazionale e di Atlantic City, all’inizio le azioni salirono a 35$ e la partecipazione di Trump fu rivalutata, a tal punto da farlo entrare tra i 400 uomini più ricchi degli USA secondo Forbes”.

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L’indebitamento per acquisizioni di “favore” allo stesso Trump

Ma arriviamo al punto più duro della ricostruzione del Washington Post: “il successo iniziale durò poco. In meno di un anno la società pagò prezzi premium per due proprietà (sempre di Trump) fortemente indebitate come il Trump Taj Mahal e il Trump Castle”.

Da quel momento iniziò l’incubo per i piccoli azionisti.La società ha pagato il Trump Castle 100 milioni in più del reale valore di mercato secondo gli analisti e il businessman è riuscito ad intascare 880 milioni cash. Entro la fine del 1996, gli azionisti erano oramai diventati investitori di una società indebitata per 1,7 miliardi di dollari, corrispondente al vecchio debito dello stesso uomo d’affari. La compagnia è stata costretta a spendere centinaia di milioni di dollari in interessi ogni anno, più delle entrate derivanti dai casinò (sempre in crisi), come dimostrano i documenti finanziari e contabili”.

Ci sono poi multe per mancata vigilanza nel riciclaggio di denaro per le sale da gioco da lui dirette (anno 1998). Le accuse del Washington Post non finiscono qui e ci vorrebbe un libro intero per riportarle tutte.

Ivanka Trump, figlia di Donald Trump, è Vice Presidente Esecutivo del Gruppo

CNN all’attacco

Conferma la storia anche la CNN: “Nel 1995, l’uomo d’affari di New York ha raccolto 140 milioni da investitori pubblici. Un decennio più tardi, Trump Hotels& Casino Resort ha presentato istanza di fallimento. La compagnia di casinò ogni anno ha presentato perdite fin da quando è stata quotata a Wall Street per più di $600 milioni dal 1995 al 2004” secondo l’analisi di CNNMoney.

“DJT (una delle società che controllavano i casinò) ha pagato profumatamente Donald: ogni anno il suo stipendio era pari a circa 20 milioni. Ulteriori 18,5 milioni venivano corrisposti in base ad un contratto di servizio per consulenze varie, accordi di licenza in base ai quali poteva essere utilizzato il nome Trump etc etc”. In poche parole Trump si faceva pagare per utilizzare il suo stesso nome, per i suoi casinò.

Una bella pubblicità da parte del Washington Post e CNN che hanno avuto il merito di svelare la reale storia dei casinò di Trump ad Atlantic City e di un fallimento che se non è stato pilotato poco ci manca. Altro che complotto, le ricostruzioni paiono molto realistiche.

Questo è l’uomo che dovrebbe guidare nei prossimi 4 anni gli Stati Uniti?

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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