La scorsa estate, Puha è stato sorpreso dall’FBI a gestire un giro milionario di scommesse clandestine sui Campionati del Mondo di calcio, dalla sua suite del Caesars Palace, dopo aver subito già un arresto nell’ex colonia portoghese per il medesimo motivo.
Un giudice federale ha confermato la precedente ordinanza che riconosceva la violazione della privacy nei suoi confronti da parte dell’FBI nel momento dell’acquisizione delle prove, secondo quanto scrive il Las Vegas Review Journal. Pertanto, tali prove non potranno essere usate contro di lui, essendo state raccolte in maniera illegale.
Il processo inizierà l’1 giugno ma le fasi preliminari sembrano sorridere al ricco uomo d’affari malese, padrino e finanziatore del Big Game di Macao.
I poliziotti federali avevano violato la sfera privata di Puha, fingendosi dei tecnici addetti alla riparazione di computer. Il giudice distrettuale Andrew Gordon ha confermato la precedente decisione e le prove regine contro Phua non potranno essere utilizzate durante il processo.
Si tratta dell’ennesimo colpo messo a segno dal principe del foro David Chesnoff, avvocato di Phua ed anche dell’amico Phil Ivey che lo ha consigliato al businessman malese, dopo avergli pagato la cauzione da un milione.
Il processo inizierà l’1 giugno ma la pubblica accusa parte da una posizione di svantaggio. Le prove schiaccianti non potranno essere utilizzate. Dopo quasi un anno di battaglie giudiziarie, Phua sente aria di libertà.