Secondo le autorità del Nuovo Galles del Sud, in Australia, Dilnoza Israilova, 36 anni, e Alisherykhoja Israilov, 44, arrivano a Sydney in ottobre dal Kazakistan. Non fanno in tempo a disfare le valigie che già corrono al casinò del quartiere di Barangaroo, nel cuore di Sidney, per farsi la loro membership. È il classico entusiasmo del turista… oppure no, c'è dell'altro?
Perché i due non sono semplici turisti: sono un’azienda familiare specializzata nello svaligiare i casinò (non rapinarli nel senso classico del termine, ma ai tavoli verdi, usando qualsiasi mezzo illecito).
Il trucco è semplice ma al tempo stesso efficace, almeno fino a quando non sono stati scoperti, perché i casinò non sono enti benefici.
Possiamo scoprire come è andata dalla BBC: i giornalisti inglesi raccontano che Israilova indossava una maglietta con un grande Mickey Mouse stampato sopra. Dal suo sorriso innocente spuntava, però, una microcamera a foro stenopeico che trasmetteva in tempo reale ogni movimento del croupier.
Il flusso video finiva direttamente sullo smartphone del marito, che – tramite un auricolare invisibile – dava ordini su quando puntare, quanto puntare, e quando smettere ai tavoli di baccarat.
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Il bottino: quasi 800.000 dollari vinti con l'inganno
Settimana dopo settimana, i due accumulano una fortuna: 1,18 milioni di dollari australiani, l’equivalente di 784.000 dollari americani ma non si accontentano. L'avidità è sempre uno dei punti deboli degli scammer.
Troppo per essere un colpo di fortuna, troppo veloce per essere un talento naturale. Nessuno scende da un aereo, si iscrive al casinò e dà vita a una serie di “hot streak” lunga come la via della Seta senza destare sospetti.
A un certo punto, lo staff nota qualcosa che nessun manuale di sicurezza aveva previsto: un Mickey Mouse che li fissava… con troppa attenzione.
La scoperta dell’inganno (e l’arresto)
La telecamera nascosta nella maglietta viene individuata da un dipendente del casinò. Scatta la chiamata alla polizia, arriva la squadra di agenti australiani e la fiaba finisce per la coppia kazaka.
I poliziotti sorprendono la coppia con una dotazione degna di un film di spionaggio (potete vedere nella foto in copertina diffusa dalla polizia locale). Nel loro hotel, poi, spunta il resto del kit da baro professionista, più qualche gioiello di lusso e un consistente gruzzolo in contanti. Altro che “viaggio romantico a Sydney”. Volevano fare il colpo grosso.
Le accuse e un futuro meno da favola
Israilova e Israilov vengono accusati di aver ottenuto un vantaggio in modo disonesto e a spese del casinò. Niente cauzione, niente ritorno in patria: entrambi sono ora in attesa del processo, ma ci vorranno mesi. I furbi fanno sempre poca strada nel mondo del gambling.

La nuova frontiera degli scam nei casinò
In fondo, questa storia è una piccola parabola contemporanea: i furbi di oggi non barano più con i dadi truccati, ma con microcamere e auricolari invisibili. Peccato che, come sempre, alla fine la casa vince.
E i furbi tornano a essere semplicemente… dei fessi.
C’è una regola non scritta nel mondo dei casinò: i bari non vincono mai. O meglio, vincono finché qualcuno non si accorge che stanno vincendo troppo. È la legge darwiniana dell’azzardo, quella che Hollywood ha raccontato mille volte e che un’ignara coppia del Kazakistan ha deciso di replicare a Sydney, trasformando un’innocente maglietta di Mickey Mouse in un gadget da spionaggio degno di James Bond. Ma è finita male.
Le tecniche dei bari tecnologici nel 2025
Nell’immaginario collettivo il baro è quello dei film anni ’70, con le carte segnate in tasca e il colpo d’occhio del professionista. La realtà del 2025 è molto diversa: oggi le truffe nei casinò sono sempre più tecnologiche, spesso un incrocio tra gadget da spionaggio e conoscenze digitali.
Ecco le principali tecniche moderne di cheating:
• Microcamere nascoste
Sono minuscole, wireless e facilmente occultabili: nei bottoni, nei cappellini, perfino nei peluche. Nel caso di Sydney, nella faccia sorridente di Mickey Mouse. Trasmettono in tempo reale il valore delle carte o la posizione della pallina alla roulette.
• Auricolari invisibili
Micro-buds praticamente impossibili da notare a occhio nudo. Permettono al “cervello” del gruppo – spesso è fuori dalla sala perché già ben noto ai manager dei casinò – di suggerire puntate e movimenti in tempo reale, grazie alle informazioni catturate da telecamere o specchi nascosti.
• App e software “fantasma”
Alcuni gruppi usano software predittivi collegati a videocamere nascoste che calcolano probabilità in tempo reale. Non garantiscono vittorie certe, ma aumentano drasticamente i margini e le probabilità.
• Magneti e strumenti fisici miniaturizzati
Usati soprattutto per manipolare dadi o fiches. Oggi sono micro-dispositivi magnetici, facili da occultare e difficili da rilevare senza scanner specifici.
• Accesso illecito ai sistemi digitali
La vera frontiera del cheating sono i tentativi di hackeraggio ai sistemi di gioco elettronici o alle slot, per alterare payout, ritmi di gioco o seed dei RNG.
Perché falliscono quasi sempre
I casinò – soprattutto quelli di Las Vegas – hanno investito milioni in antifrode e sono dotati di:
- sistemi di video-analisi con IA,
- sistemi di riconoscimento degli schemi di gioco sospetti,
- security che incrocia dati su puntate, tempistiche e movimenti,
- personale addestrato a individuare comportamenti anomali
Il risultato? Le truffe funzionano per un po’. Poi, inevitabilmente, gli scammer vengono scoperti.
Non solo i casinò terrestri ma anche i casinò online devono mantenere degli standard di sicurezza molto elevati e guardarsi dalle truffe telematiche e informatiche. E' una battaglia contro i truffatori a 360 gradi che riguarda tutta l'industria del gambling.
Le pokies invadono l'Australia
In Australia, come in Italia, c'è il problema della diffusioone massima di slot machines fuori dai casinò.
Non esiste un censimento dei casinò e delle sale da gioco in Australia, non c'è un registro nazionale pubblico aggiornato che elenchi “tutte le sale da gioco fisiche (casinò + club/hotel + pub)”: perché ogni stato/territorio regola in autonomia.
Ma un dato significativo arriva dallo stato del New South Wales (NSW): a giugno 2024, nei soli club e hotel — escludendo i casinò — risultavano attive 87.749 slot-machine (“pokies”)
Le macchinette operavano in oltre 2.000 locali (club & hotel) secondo l’ultimo report
Se si considera che l’Australia è celebre per la diffusione capillare delle “pokies” fuori dai casinò (pub, club, hotel, circoli), il numero totale di “sale da gioco / luoghi di slot” su tutto il territorio è verosimilmente molto alto.
Nota bene: nella foto in copertina, l'attrazzatura dei due scammer kazaki. Le immagini sono state diffuse dalla polizia del Nuovo Galles del Sud