CasinòDall'Asia pprendiamo una storia che sa di spy story, di astuzia orientale e di quella capacità tutta coreana di trovare scappatoie anche nelle situazioni più disperate. Non ci fosse solo l'Iran a creare apprensione per il suo programma sul nucleare e l' Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA). La Corea del Nord la bomba la dispone da parecchi anni ma ha bisogno di soldi e finanziamenti per continuare a sviluppare il progetto visto che le sanzioni internazionali hanno dissanguato l'economia interna.
Immaginate Kim Jong Un, l'uomo che tiene in scacco l'Asia con il suo dito sul bottone nucleare, seduto a un tavolo da poker virtuale. Non sta giocando per divertimento, no. Sta giocando con il destino del suo paese e, forse, del mondo intero.
Le sanzioni internazionali? Un fastidioso ostacolo da aggirare con l'abilità di un prestigiatore. E quale migliore palcoscenico di un casinò, quel luogo dove la realtà si confonde con l'illusione, dove i soldi cambiano mano con la velocità di un battito di ciglia?
In questo Articolo:
- 1 I casinò in Corea del Nord
- 2 Il piano di Kim per rafforzare l'arsenale atomico passa dai casinò
- 3 La denuncia de "Il Giornale" sui casinò nord coreani e le criptovalute
- 4 Il ruolo degli Junket Operator
- 5 Cosa sono gli Junkets
- 6 La protezione della Cina e della Russia
- 7 Le ambizioni di Kim e il grande bluff delle sanzioni
I casinò in Corea del Nord
Una fonte ha riferito a Radio Free Asia che il governo sta valutando "un piano per installare un casinò presso il Ryugyong Hotel". La fonte anonima ha affermato che il piano ha lo scopo di attrarre investimenti stranieri nel cosiddetto "regno eremita".
"L'autorità locale autorizzerà l'ubicazione del casinò che verrà installato presso l'hotel della capitale. Il diritto di gestirlo sarà concesso a un imprenditore straniero che investirà nei costi di costruzione interna", ha aggiunto la fonte. E' probabile che siano alcuni Junkets di Macao, i famosi e discussi intermediari.
La Corea del Nord ha oggi due casinò attivi, entrambi riservati agli stranieri. Uno si trova nel lussuoso Yanggakdo Hotel, sempre a Pyongyang. Il secondo si trova nel Bipa Hotel nella Zona Economica Speciale di Rason, vicino al confine con Cina e Russia.
"Quando il casinò sarà costruito… e gli alloggi, i ristoranti, la piscina e la sala biliardo dell'hotel saranno finalmente completati… si prevede che il turismo a Pyongyang si rivitalizzerà", ha detto la fonte a RFA. "Ecco perché c'è un disperato bisogno di investimenti esteri". C'è però sempre il problema delle sanzioni internazionali.
Il piano di Kim per rafforzare l'arsenale atomico passa dai casinò
Il Royal United Services Institute ci racconta di un Kim che ha intenzione di sfruttare i casinò nord coreani e trasformarli nel suo personale bancomat proprio per aggirare le sanzioni internazionali sancite dagli Stati Uniti. Un bancomat che eroga non banconote, ma criptovalute, quei "misteriosi" bit digitali che sfuggono al controllo dei governi e delle banche centrali.
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E mentre il mondo si affanna a tracciare dollari e yuan, Kim potrebbe ridere sotto i baffi, consapevole che i suoi hacker potrebbero saccheggiare le casse virtuali di qualche exchange (è già successo) e riempire le casse di Pyongyang con centinaia di milioni in crypto.
La denuncia de "Il Giornale" sui casinò nord coreani e le criptovalute
Secondo una recente inchiesta molto interessante, a firma di Federico Giuliani suI Giornale: "nonostante la Corea del Nord sia colpita da molteplici sanzioni internazionali, che dovrebbero limitare i flussi di denaro provenienti dall'estero e diretti all'interno del Paese, pare che il governo guidato da Kim Jong Un abbia trovato un valido metodo per aggirare l'ostacolo e intascare il necessario per finanziare il programma militare e missilistico nazionale. Ne aveva già parlato il Royal United Services Institute (RUSI) in un lungo paper dedicato all'industria dei casinò".
"Pyongyang utilizzerebbe proprio questo settore – uno dei più opachi e meno regolamentati dell'economia globale – per ottenere risorse ingenti, in combinazione con l'impiego di sofisticati meccanismi di criptovaluta per facilitare l'occultamento dei guadagni".
"Il sito Nk News - denuncia Il Giornale - ha recentemente scritto che le prove esplicite del collegamento tra Corea del Nord, casinò e guadagni dirottati nello sviluppo di armamenti sono limitate. Eppure il RUSI ha messo in fila alcune interessanti informazioni e unito tutti i punti per dare alla luce un'interessante analisi. Si intitola North Korean Activity in the Casino and Gaming Sector: How Do Jurisdictions Respond?
"Nonostante la Corea del Nord sia colpita da molteplici sanzioni internazionali, che dovrebbero limitare i flussi di denaro provenienti dall'estero e diretti all'interno del Paese, pare che il governo guidato da Kim Jong Un abbia trovato un valido metodo per aggirare l'ostacolo e intascare il necessario per finanziare il programma militare e missilistico nazionale. Ne aveva già parlato il Royal United Services Institute (RUSI) in un lungo paper dedicato all'industria dei casinò".
Federico Giuliani - Il Giornale
Il paper delinea le attività di finanziamento della proliferazione legate al settore dei casinò e del gioco d'azzardo, nonché l'emergere di nuove vie che le autorità internazionali dovrebbero analizzare nell'ambito del loro processo nazionale di valutazione dei rischi. Le reti criminali sfruttano solitamente aspetti poco regolamentati del settore dei casinò e del gioco d'azzardo per riciclare e spostare beni illeciti. "Gli attori nordcoreani usano il settore delle criptovalute e determinate attività e professioni non finanziarie, inclusi i casinò, per generare e riciclare profitti per il programma di armi di distruzione di massa nordcoreano", ha evidenziato qualche mese fa il RUSI. Le monete digitali permettono infatti di oscurare l'origine del denaro illecito e facilitano movimenti transnazionali poco tracciabili".
Il ruolo degli Junket Operator
Il ruolo chiave in tutto questo piano lo assumono gli Junkets Operator, intermediari che attraggono grandi giocatori d'azzardo di baccarat e facilitano operazioni finanziarie complesse, ora anche in criptovalute (è la recente specializzazione dei maestri del riclaggio degli junkets). Secondo il Giornale "gli hacker legati alla Corea del Nord sfrutterebbero poi delle vulnerabilità per trafugare e riciclare centinaia di milioni in criptovalute".
Cosa sono gli Junkets
Gli Junkets sono nati come intermediari che dalla Cina continentale portavano clienti a giocare ai tavoli dei casinò di Macao. Esistendo in Cina un limite all'esportazione di moneta nazionale, gli Junkets facevano trovare ai tavoli da gioco dei ricchi gamblers cinesi nelle sale da gicoo di Macao (prima che l'ex colonia portoghese passasse sotto il controllo della Cina), il malloppo necessario per giocare ai tavoli high stakes di Baccarat che influenzano il 93% delle revenues dei casinò. Di fatto controllano tutti i gamblers più facoltosi di Macao che diventano preziosi creditori in Cina. Hanno inventato una sorta di riciclaggio per aggirare la normativa voluta da Pechino di politica monetaria. Alcune società di junkets cinesi possono essere preziose e valide alleate per Kim in Corea del Nord per portare giocatori high stakes e al tempo stesso per riciclare denaro e aggirare le sanzioni internazionali. Con l'aiuto delle cripto il gioco è ancora più facile.
La protezione della Cina e della Russia
Il piano è naturalmente concepito, tenendo anche conto del ruolo di protezione da parte di due alleati storici come la Cina e la Russia. Per la sua posizione geografica, la Corea del Nord è vista dai cinesi come un cuscinetto difensivo strategico verso la Corea del Sud e il Giappone, due paesi nei quali vi è una forte presenza di basi americane.
Solo un secolo fa, nel 1931 ci fu l'invasione giapponese della Manciuria e dal 1937 al 1945 la cruentissima guerra sino-giapponese. Oggi potrebbe sembrare una follia solo pensarlo ma le super potenze non ragionano così e ragionano 20-30 anni avanti, considerando anche il riarmo giapponese e le fortissime tensioni legate a Taiwan nel mar cinese del Sud.
La Corea del Nord è quindi un alleato strategico: la Cina ha tutti gli interessi affinché sia una potenza militare di medio livello e sia un paese resiliente. Per questa ragione Pechino potrebbe chiudere uno o due occhi, sul coinvolgimento degli junkets di Hong Kong in Nord Corea.
Le ambizioni di Kim e il grande bluff delle sanzioni
Ma non pensate che Kim si accontenti di giocare a poker o ai tavoli del casinò. No, ha ambizioni più alte. Eccolo supervisionare un nuovo aereo spia, un mostro volante basato su un vecchio cargo russo. E poi, come in un film di James Bond, assistere ai test di "droni suicidi" dotati di intelligenza artificiale. La tecnologia al servizio della morte, verrebbe da dire.
E mentre il mondo guarda con apprensione a questi giocattoli mortali, Kim trova il tempo di occuparsi anche di marina. Un cacciatorpediniere che si rovescia durante il varo? Nessun problema. In puro stile nordcoreano, la nave viene rimessa in sesto e il disastro trasformato in trionfo ma tutti gli ingegneri navali epurati. Chissà dove saranno finiti.
Questa è la Corea del Nord di Kim Jong Un. Un paese che trasforma le sanzioni in opportunità, i casinò in banche, le criptovalute in armi. Un paese che gioca d'azzardo non con le fiches, ma con il destino del mondo.
E noi, spettatori inermi di questo grande bluff globale, non possiamo che chiederci: quanto ancora durerà questa partita? E soprattutto, chi pagherà il conto alla fine?
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