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Edward Thorp, il guru del blackjack: "negli anni '60 ho capito come battere il banco, ma hanno provato ad uccidermi"

I boss dei casinò di Las Vegas non hanno mai nascosto di odiare Edward Thorp, professore di matematica che aveva capito - per primo - la strada per sconfiggere il banco nel blackjack. Come? Contando le carte naturalmente. Se questa risposta pare scontata nel 2017 è grazie alle intuizioni del genio di Chicago. Negli anni '60 però era un pratica molto pericolosa, se veniva messa in atto nelle sale da gioco sbagliate, quelle gestite dalla mafia.

Il professore di matematica del MIT ha rivoluzionato l'approccio al gioco ed è stato il primo a sostenere con la forza dei numeri, che il blackjack fosse un gioco battibile. E pensare che nella prima conferenza tra matematici, nel 1961, quando presentò le sue teorie, gli diedero del pazzo, in particolare i casinò del Nevada che sottostimarono le sue idee (corrette).

Quando era impiegato in IBM, sfruttò il materiale tecnologico a sua disposizione (i primi computer) per dimostrare che il blackjack non era un gioco d'azzardo. Ma è meglio precisare: era ed è gambling al 100% ma se si contano le carte in modo corretto, le skills del giocatore nel lungo periodo prevalgono sul banco.

Le due ere del blackjack

Il BJ ha vissuto due ere pre e post Thorp: prima a Vegas si giocava sempre con un solo mazzo, poi quando lo studioso-gambler iniziò a vincere e rese pubbliche le sue "scoperte" (il suo modo di contare le carte Hi-Lo), nel celebre libro "Beat the dealer", la musica cambiò.

I casinò capirono i rischi ai quali erano esposti, provarono ad introdurre la regola del mescolamento del mazzo durante la sessione contro i giocatori vincenti, ma i gamblers disertarono le sale da gioco ed i ricavi crollarono.

A questo punto, per contenere l'effetto Thorp si arrivò ad un compromesso: introdurre dai 4 agli 8 mazzi per sessione. Si passò quindi da 1 a 4/8 mazzi.

Dal 2016, per rilanciare la moda del Blackjack, a Vegas molti casinò hanno rilanciato il gioco "one deck" (leggi qui il nostro speciale).

Edward Thorp: "quando la mafia provò a farmi fuori"

I gamblers del celebre gioco di carte devono essere riconoscenti a Edward Thorpe che ha rischiato la vita per rompere il muro di gomma.

Il professore è rimasto un pericolo pubblico per le sale da gioco ed ha rischiato grosso. Nel 1964, il nostro "eroe" stava vincendo al Dune, casinò sulla Strip (nello spazio occupato ora dal New York) gestito dalla mafia e chiuso nel 1993.

Durante una partita nella quale stava vincendo 2.500$, il personale del casinò gli offrì un caffé: "l'ho bevuto e da quel momento ho perso la mia capacità di concentrarmi e contare le carte. Un mio amico infermiere, presente in sala, mi disse che avevo le pupille dilatate ed ero stato drogato".

Il giorno dopo si recò al parcheggio del Dune per ritirare la sua auto che gli fu consegnata da un addetto del casinò.

Con la moglie voleva farsi qualche giorno di vacanza in Arizona: "Durante il viaggio - racconta Edward Thorp - stavo percorrendo una bella discesa e mi rimase l'acceleratore bloccato. Per fortuna ho reagito in modo veloce, inserendo il freno a mano ed ho spento il motore. Ci siamo salvati. Dopo si è scoperto che l'auto era stata manomessa".

Leggi qui la storia della sua vita

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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