Chi l’ha detto che i giocatori sono persone egoiste che pensano solo a loro stesse? James Grosjean è una figura fondamentale nella storia del blackjack, perché è anche grazie a lui se molti card counter (contatori di carte) hanno salvato le proprie ossa.
James è anche l’autore di Beyond Counting: Exploiting Casino Games from Blackjack to Video Poker, libro che spiega le fondamenta matematiche alla base di molti giochi da casinò famosi, dando anche ai player consigli su come giocare al meglio delle proprie abilità.
In questo Articolo:
James Grosjean, le origini
Nato a Chatham, piccolo borgo del New Jersey, James Grosjean era figlio di un giornalista di Sync, una rivista di computer dove scriveva un’altra leggenda vivente del blackjack, Ken Uston. Proprio la conoscenza di Uston ispirò James a diventare non solo uno scrittore, ma anche un giocatore di blackjack.
Da ragazzo, Grosjean amava giocare con gli amici, soprattutto a Mah Jong, un gioco da tavolo per quattro giocatori che ha diverse analogie con il ramino e la scala quaranta. James utilizzava un computer Sinclair ZX80 per analizzare le diverse strategie di gioco dei suoi amici, applicando quelle informazioni per vincere.
Poco sorprendentemente, presto non trovò più nessuno disposto a giocare contro di lui.
L’amore per la matematica
Studente brillante alle superiori, si guadagnò una borsa di studio alla Harvard Business School. Nei weekend, gli piaceva giocare a blackjack con gli amici e non appena compiuti i 21 anni, si diresse naturalmente a Las Vegas. Durante il viaggio, lesse Winning Casino Blackjack for the Non-Counter di Avery Cardoza, che lo illuminò.
Fu però soltanto intorno ai 25 anni, mentre studiava alla University of Chicago per un master in matematica, che ebbe una rivelazione: stava giocando a blackjack quando una dealer per errore mostrò la sua carta coperta. In quel momento, James Grosjean capì che vedere la carta del dealer gli avrebbe assicurato un enorme vantaggio sulla casa.
Così si rimise al computer, per determinare quali giocate sarebbero state ottimali in base alla carta privata del dealer. Fece un sacco di ricerche e così scopri il shuffle tracking e il card counting. Per chi non lo sapesse, lo shuffle tracking è una tecnica che permette di localizzare alcuni settori di un mazzo contenenti carte favorevoli.
Lo scontro coi casinò
Una volta acquisita esperienza nel conteggio delle carte, James Grosjean toccò con mano cosa significa entrare in un casinò e non essere propriamente ben visti.
Era il weekend di Pasqua del 2000, quando insieme all’amico Michael Russo, James stava giocando al Caesar’s Palace. Nel giro di pochi minuti, contando le carte, i due stavano vincendo migliaia di dollari.
Il personale del casinò li stava tenendo d’occhio, sospettando che stessero barando. Ad un certo punto, i due furono scortati lontani dai tavoli e portati nel retro del casinò, dove furono ammanettati a una panchina e interrogati per 5 ore.
Anche se il Caesar’s non aveva alcuna prova che i due stessero facendo qualcosa di illegale, la security decise lo stesso di spedirli nella prigione della contea di Clark: Michael ci rimase un giorno, ma James fu detenuto addirittura per 5 notti.
I processi in tribunale
Poche settimane dopo, James Grosjean si ritrovò in una situazione del tutto simile al Imperial Palace. Addirittura lì fu inseguito e trattenuto con la forza prima ancora che si potesse sedere al tavolo del blackjack!
Sia lui sia l’amico Michael non vollero lasciarla passare liscia ai casinò. Così, nel 2005, fecero causa alle due sale da gioco e persino al Nevada Gaming Control Board, oltre che alla Griffin Investigations, la compagnia che si occupava della sicurezza sia del Caesar’s sia dell’Imperial.
In entrambi i casi, i giudici diedero ragione ai giocatori di blackjack. James addirittura ricevette 399.000 dollari (più le spese legali) dall’Imperial, mentre il Caesar’s fu costretto a scucirne 35.000.
L’impatto sul mondo del blackjack
James Grosjean ha influito sul mondo del blackjack non soltanto grazie al suo libro, ma forse soprattutto grazie a quelle due cause vinte.
La Griffin Investigations dovette pagare gran parte di quel denaro, dato che erano loro i responsabili delle procedure illegali con cui avevano detenuto e maltrattato i due giocatori di blackjack. Alla fine, la compagnia dovette dichiarare bancarotta, per la gioia di molti contatori di carte.
James Grosjean è stato introdotto nella Blackjack Hall of Fame nel 2006.