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Richard Jarecki: sbancò la roulette di Sanremo per 600 milioni nel 1969. Fu bannato a vita

Sono passati molti anni ormai, ma il nome del dottor Richard Jarecki fa venire ancora qualche brivido sulla schiena dalle parti di Sanremo. Anche lui appartiene alla categoria dei giocatori che andavano alla ricerca delle roulette difettose, con l'aiuto di fidati collaboratori. A Montecarlo, lui e la moglie colpirono subito ed in modo feroce, vincendo parecchie migliaia di franchi. Ma viste le esperienze del passato, con questo tipo di giocatori, quelli del casinò monegasco non ci pensarono su due volte ad impedire loro l'ingresso.

Nel 1969 si spostò a Sanremo dove trovò delle roulette difettose ed in un solo giorno piazzò un bel colpaccio da 120 milioni di lire . Una cifra notevole che trovò impreparata l'amministrazione che improvvisò una sospensione temporanea di due settimane per decidere il da farsi.

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Ritornò e rivinse. I manager votarono per sospenderlo definitivamente. Jarecki si infuriò e disse che il suo sistema non era illegale e che non potevano impedirgli di giocare. Lui sosteneva che i numeri raccolti dai suoi collaboratori venivano trasmessi a Londra, dove aveva a disposizione un super computer nella sua  Università. Il computer gli restituiva i numeri da giocare.

Ovviamente la storia era fake e serviva per gettare del fumo negli occhi e  depistare gli ispettori. Dopotutto i computer erano agli albori e alla stampa questo tipo di notizie piacevano, perché stimolavano la curiosità dei lettori. In realtà, aveva scoperto una roulette difettosa e la mise sotto attacco con insistenza, seppur con puntate conservative. Pure quando la spostarono, riuscì a riconoscerla e rigiocarci.

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Casinò di Sanremo

Il problema per il casinò non erano le puntate del dottor Jarecki, ma di tutti quelli che lo imitavano, scommettendo sugli stessi numeri ed indebolendo colpo dopo colpo le casse del casinò. Si ipotizza che tutte le sue visite a Sanremo, gli abbiano fruttato un totale di oltre  600 milioni di lire. Una cifra altissima a fine anni sessanta.

Duro il commento di Richard Jarecki alla stampa, all'indomani del ban permanente: "Se ai direttori del casinò non piace perdere, che cambino mestiere e vadano a vendere gli ortaggi".

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