Quando si parla di balene a Las Vegas, uno dei primi nomi che vengono in mente è senza dubbio quello di Terry Watanabe. La sua storia è un monito a tutti i frequentatori dei casinò, che ad un certo punto restano invischiati in una spirale autodistruttiva dalla quale è molto difficile uscire.
Per fortuna, quella di Watanabe è una storia tutto sommato a lieto fine. Nonostante abbia perso centinaia di milioni di dollari, oggi Terry è un altro uomo: ha smesso di giocare e sebbene non sia più ricco sfondato come prima, conduce una vita dignitosa.
In questo Articolo:
Una ricchezza acquisita
Nel 1932, Harry Watanabe, il papà di Terrance (detto appunto Terry) fonda l’Oriental Trading Company, un negozio di regali, nella città di Omaha, Nebraska. In breve, la compagnia diventa un colosso nella fornitura di accessori per Carnevale, espandendosi in tutto il mondo.
Nel 1977, Terry Watanabe prende il controllo della compagnia e decide di concentrare il business principalmente nei materiali usati per le feste. L’Oriental Trading Company arriva a fatturare $300 milioni l’anno e nel 2000 viene venduta al fondo Brentwood Associates, per una cifra mai rivelata ma sicuramente enorme.
Terry si ritira e diventa un filantropo. La vita che ognuno di noi ha sempre sognato? Purtroppo per lui, l’inizio di un incubo.
La vita da balena
Ben presto, Watanabe comincia ad annoiarsi. Non sa bene come far passare il tempo, così decide di fare una capatina all’Harrah’s Casino, poco fuori Omaha. Terry comincia a giocare nel 2003, diventando immediatamente uno dei clienti preferiti della sala da gioco – visto l’ampio budget a disposizione.
Da lì a Las Vegas, il passo è naturale. L’ex business ci si trasferisce nel 2007, dopo aver passato buona parte del 2006 al Wynn Resort’s Las Vegas Casino. Qui viene addirittura bannato per eccesso di gambling e alcol. Terry si sposta semplicemente, attirato dall’offerta ancora dell’Harrah’s, che per lui arriva addirittura a inventare un nuovo tier nel programma fedeltà, chiamato “Chairman”.
L’uomo poteva alloggiare gratuitamente in una suite da tre camere da letto al Caesars Casino, aveva il suo barista personale che non lesinava fiumi di vodka Jewel of Russia. I dipendenti della sala da gioco gli portavano pranzo e cena al tavolo da gioco. Ovviamente non stiamo parlando di una piadina e una macedonia, ma di veri e propri pasti da sette portate.
Dalle stelle alle stalle
Terry Watanabe non è certo un gambler esperto, tutt’altro. Nel giro di un paio d’anni perde decine e decine di milioni, arrivando a giocare qualcosa come $5 milioni al giorno, $50.000 a mano di blackjack, senza alzarsi dal tavolo anche per 24 ore filate.
Sembra che nel 2007, il 6% del fatturato dell’Harrah’s di Las Vegas si deve proprio a Watanabe. L’Harrah’s lo coccola, cercando di farlo giocare il più possibile: gli regala $12.500 al mese in biglietti aerei, biglietti gratis ai concerti dei Rolling Stones e mezzo milione di dollari di credito nei suoi negozi regali.
Ad un certo punto, dopo pochi anni, Terry arriva a dilapidare qualcosa come $204 milioni. Toccato il fondo, l’uomo vuota il sacco raccontando tutto quello che gli è successo alla sorella, durante una riunione di famiglia per la Festa del Ringraziamento.
La causa con Harrah’s
La donna lo riporta a casa, ad Omaha, dove Terry entra in un centro di riabilitazione per chi soffre di gambling compulsivo.
L’Harrah’s, che nel 2010 cambia nome in Caesars Entertainment, gli fa causa per alcuni assegni in bianco, visto che Watanabe aveva accumulato ingenti debiti. L’ex businessman decide di fare causa a sua volta ai suoi accusatori, spiegando come Caesars gli avesse promesso di restituirgli il 30% delle sue perdite, senza però mantenere fede al patto.
Poco prima dell’udienza, le due parti trovano un accordo i cui termini non vengono divulgati, anche se pare che Terry Watanabe abbia restituito ‘solo’ $100.000 sui $14,75 che la controparte chiedeva inizialmente.
La nuova vita di Terry Watanabe
Terry Watanabe oggi abita a San Francisco. Nel 2008 ha venduto la sua villa di Omaha per oltre $2,5 milioni, cambiando vita e città senza mai più mettere piede in una sala da gioco. Nessuno sa a quanto ammontino oggi le sue finanze, anche se sicuramente non è andato in bancarotta – come invece è successo nel 2010 alla sua ex compagnia.
L’esperienza di Watanabe è una grande lezione di vita sui rischi del gioco d’azzardo compulsivo, una malattia che può colpire tanto le grandi balene di Las Vegas quanto giocatori con decisamente meno bankroll a disposizione.