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Wynn Las Vegas

Il lato invisibile di Las Vegas: VIP, prostitute e valigie di contanti, dentro lo scandalo del Wynn ($130 milioni di multa)

Siamo di fronte a uno dei peggiori scandali che ha travolto l'iconico casinò di Las Vegas: il Wynn.

Nel settembre 2024, il Wynn ha accettato di pagare 130 milioni di dollari in base a un accordo federale che ha evitato il processo penale e ha ridotto al minimo i danni d'immagine. Una cifra enorme, la più alta mai imposta a un casinò americano. Una storia degna del miglior romanzo noir, perché solo oggi i media statunitensi hanno svelato i motivi reali di quella sanzione e ce ne sono di cose da raccontare.

L'inchiesta della CNN sul Wynn e Las Vegas

Un’inchiesta della CNN ha ricostruito meccanismi e complicità che collegano il lusso del Wynn con un mondo parallelo collegato alle banche clandestine cinesi che alimentano il riciclaggio dei cartelli della droga messicani, reti di prostituzione, traffico di esseri umani e broker clandestini della finanza cinese. Un mondo che DEA e Dipartimento di Giustizia statunitense stanno provando a contrastare.

L'amministrazione Trump ha dichiarato guerra al riciclaggio di denaro sfrenato dei cartelli messicani. E i nodi stanno venendo al pettine. Proprio la scorsa settimana vi abbiamo raccontato del sequestro di 10 casinò Hysa in Messico, accusati di essere collegati al cartello di Sinaloa.

La DEA inoltre vuole stroncare la sacra alleanza tra la malavita cinese e i narcos messicani per lo spaccio di fentalyn negli USA che sta causando la morte di centinaia di migliaia di giovani.

Le banche underground cinesi

Il cuore del sistema era a San Diego, dove la giustizia federale ha incastrato quattro cittadini cinesi residenti a Las Vegas: Lei Zhang, Bing Han, Liang Zhou e Fan Wang. Tutti hanno ammesso, fino al 2020, di aver gestito un business di trasferimento di denaro senza licenza, un servizio “chiavi in mano” per giocatori asiatici che avevano bisogno di contanti negli Stati Uniti senza passare dai controlli americani e senza violare – almeno formalmente – le rigide regole cinesi sull’esportazione di capitali.

Uno schema simile a quello degli Junkets a Macao, gli intermediari che portano i gamblers asiatici ai tavoli high stakes dell'ex enclave portoghese.

Wynn Las Vegas
Wynn Las Vegas (foto Shutterstock)

Come il denaro finiva nelle mani dei giocatori high stakes

Ma cosa combinava il gruppo di Zhang? Il processo era semplice:

  • negli USA, i riciclatori raccoglievano contanti di origine criminale;
  • li consegnavano ai giocatori VIP dei casinò;
  • in Cina, gli stessi giocatori restituivano la somma equivalente in yuan in cash o tramite app, aggirando sistemi bancari e controlli.

Un trasferimento “fantasma”: i dollari raccolti negli USA venivano utilizzati a Las Vegas, quindi non c'era nessun esportazione di valuta, nessuna traccia bancaria, nessuna autorità coinvolta.

C’è un dettaglio che colpisce più di tutti in questa storia: dietro le luci abbaglianti della Strip, Las Vegas continua a essere uno dei laboratori più sofisticati al mondo per riciclare denaro, il crocevia perfetto tra vulnerabilità occidentali e creatività illegale asiatica. È qui che, per anni, il gruppo di VIP host del Wynn avrebbe aiutato banche underground cinesi a far scorrere denaro sporco come acqua nel deserto del Nevada.

Il ruolo dei casinò: complicità, convenienza, silenzi

Zhang ha spiegato che molti dei suoi clienti gli venivano presentati direttamente dai VIP host del Wynn, la figura che nei casinò di lusso serve a coccolare gli high-roller e a convincerli a frequentare le proprie sale da gioco. Più soldi giocano, meglio è per tutti: per i padroni del casinò e – come emerge dalle carte – a volte anche per gli stessi host, che potevano ricevere una quota delle commissioni per aver “facilitato” questo processo e flusso di dollari.

Secondo l’inchiesta CNN, le comunicazioni fra host e riciclatori si contavano a centinaia di messaggi alla settimana. Il denaro sporco cercava accesso; il casinò offriva il palcoscenico perfetto; l’intermediazione avveniva quasi alla luce del sole.

Romanzo criminale? La scena madre...

Nel maggio 2019, un agente sotto copertura - racconta CNN - si finge giocatore e dà appuntamento a Zhang in una stanza d’albergo. È la scena chiave che qualunque sceneggiatore hollywoodiano sognerebbe.

Zhang arriva con una borsa piena di dollari. Con lui c’è una donna che gli investigatori definiscono “una maitresse”, responsabile di un giro di prostituzione. Quando gli agenti entrano, trovano 150.000 dollari in contanti, impilati in quattro blocchi rettangolari come lingotti.

Una parte del denaro, diranno poi gli investigatori, proveniva proprio dall’attività di prostituzione della donna. E lei pretendeva di essere presente per “supervisionare” la consegna.

Zhang finirà in carcere per scontare 15 mesi. I suoi complici consegneranno allo Stato centinaia di migliaia di dollari. Ma il loro ruolo servirà soprattutto a illuminare il buco nero all’interno del sistema Wynn, secondo le accuse della CNN.

Il contesto geopolitico: il ponte tra Cina e cartelli messicani

Il Dipartimento di Giustizia americano denuncia da anni che le banche sotterranee cinesi sono diventate la corsia preferenziale dei cartelli messicani per liberarsi delle montagne di contanti generate da fentanyl e metamfetamine. Una convergenza tossica tra la criminalità ipertecnologica cinese e la brutalità narcoamericana.

Il procuratore Mark Pletcher parla di un problema da “nove cifre l’anno”. La cifra reale non la conosce nessuno. Ma l’effetto geopolitico è evidente: mentre Washington e Pechino litigano sui dazi e sulla tecnologia, la globalizzazione criminale costruisce i suoi ponti più velocemente di qualunque diplomazia.

Il dopo-Wynn: ripulire l’immagine, rafforzare i controlli

Il Wynn oggi si difende, parla di dipendenti licenziati, di nuovi controlli interni. Sottolinea che dopo l’indagine federale ha introdotto più personale dedicato alla compliance e un comitato di supervisione indipendente.

Ma non basta. Nel maggio 2025, il Nevada Gaming Control Board ha inflitto un’ulteriore multa da 5,5 milioni di dollari per le stesse violazioni. “Un incidente”, dicono. “Una vecchia storia”, minimizzano.

Eppure questa vicenda rivela qualcosa che va oltre una singola azienda: l’infrastruttura finanziaria dell’economia globale ha delle crepe che i criminali sfruttano meglio degli Stati. E Las Vegas, con la sua miscela esplosiva di lusso, anonimato e volumi astronomici di contante, rimane uno dei punti più fragili.

In un mondo dove i capitali criminali viaggiano più velocemente dei capitali leciti, la lotta al riciclaggio assomiglia sempre più a una corsa in ritardo delle autorità. E il caso Wynn è solo l’ultimo promemoria che l’America, nonostante la retorica sulla sicurezza, resta permeabile quando il denaro bussa alla porta giusta.

Wynn Las Vegas: storia, l'idea di Steve

La sensazione è che il casinò paghi ancora la fase di transizione dopo che nel 2018 si è dovuto dimettere il suo fondatore.

Wynn Las Vegas è uno dei simboli più riconoscibili della Strip, un gigante dorato di vetro curvo inaugurato il 28 aprile 2005. Nasce dalla visione di Steve Wynn, imprenditore che ha cambiato volto alla capitale del gioco: prima con il Mirage, poi con il Bellagio e infine con il suo resort più ambizioso, costruito sul terreno del vecchio Desert Inn.

Sin dall’inizio, il Wynn è stato concepito come un casinò-resort improntato su un alto standard di lusso.

Camere ampie e luminose, un casinò da oltre 10.000 metri quadrati, boutique di alta gamma, il teatro progettato per il Cirque du Soleil e un campo da golf interno — un unicum a Las Vegas — hanno trasformato il resort in un’icona dell’hospitality americana. Nel 2008 si è aggiunto l’Encore, torre gemella e naturale ampliamento del progetto originale.

L'uscita di scena di Steve Wynn del 2018

La leadership di Steve Wynn sulla sua creatura finisce bruscamente nel febbraio 2018, quando l’imprenditore si dimette da CEO e chairman di Wynn Resorts in seguito alle accuse di molestie sessuali riportate dal Wall Street Journal. Da allora, il gruppo ha avviato un processo di ristrutturazione interna eliminando ogni ruolo operativo o influsso dell’ex fondatore.

Per alcuni, essendo Wynn il cassiere del Partito Repubblicano si è trattato di un complotto. La verità non la conosceremo mai.

Oggi il Wynn Las Vegas è gestito da una struttura manageriale completamente rinnovata, guidata da Wynn Resorts Ltd., e continua a essere uno degli hotel-casinò più prestigiosi al mondo, pur avendo voltato definitivamente pagina rispetto alla lunga stagione di Steve Wynn. La mega multa del Dipartimento di Giustizia e l'inchiesta della CNN però gettano forti ombre sugli ultimi anni.

Le regole antiriciclaggio per i casinò online legali in Italia

I casinò online autorizzati da ADM operano all’interno di un quadro antiriciclaggio estremamente rigoroso, definito principalmente dal D.Lgs. 231/2007 e successivi aggiornamenti. La norma impone agli operatori di gioco a distanza una serie di obblighi finalizzati a prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Il primo pilastro è l’adeguata verifica della clientela (KYC), che deve essere effettuata prima dell’attivazione del conto di gioco mediante acquisizione e validazione dei documenti d’identità. Con l’arrivo del D.Lgs. 90/2017 e soprattutto del D.Lgs. 76/2020, l’identificazione è diventata più sicura e tracciabile grazie all’uso di SPID e Carta d’Identità Elettronica, strumenti oggi largamente utilizzati nelle procedure di onboarding. Addirittura i casinò, per agevolare la diffusione di questi strumenti, prevedono anche bonus casinò Spid.

Gli operatori devono inoltre effettuare un monitoraggio costante delle attività dei giocatori, verificando coerenza tra deposito, comportamento di gioco e profilo economico dell’utente. Transazioni sospette, movimentazioni anomale o pattern non compatibili con un’attività lecita devono essere segnalati all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) tramite una Segnalazione di Operazione Sospetta (SOS). I casinò online sono tenuti a definire procedure interne, sistemi tecnologici e personale formato per intercettare possibili tentativi di riciclaggio.

Un altro obbligo fondamentale riguarda la tracciabilità dei fondi: depositi e prelievi devono provenire esclusivamente da strumenti di pagamento nominativi e riconducibili all’intestatario del conto, evitando carte anonime o wallet non verificati. Il D.Lgs. 41/2024 ha ulteriormente rafforzato questo impianto, semplificando alcune procedure ma introducendo requisiti più severi in termini di conservazione dei dati, interoperabilità dei sistemi di controllo e audit periodici sugli operatori.

In sintesi, i casinò online legali italiani devono garantire un ambiente di gioco trasparente, controllato e pienamente tracciabile: un modello che distingue nettamente il mercato regolamentato da quello illegale e tutela sia i giocatori sia l’intero sistema finanziario.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.