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Bird Cage Casino Poker

5 curiosità sul poker che all’alba del 2020 non potete non conoscere

Difficile, per non dire impossibile, risalire al momento esatto in cui qualcuno giocò a poker per la prima volta in assoluto. Pare sia un gioco di origini persiane, insegnato dai marinai ai colonizzatori francesi di New Orleans nel Settecento, ma non lo sappiamo con certezza.

Quel che sappiamo è che nella sua lunga storia fatta di partite memorabili, giocatori vincenti e polli spennati, il poker ci ha regalato tantissime curiosità. Alcune sono diventate ormai famosissime e diffuse, altre invece sono perle che in pochi conoscono.

Eccone 5, per dire addio al 2019 e abbracciare il 2020.

 

 

La partita più lunga di sempre

Se vi sembrava pazzesco che Phil Laak fosse in grado di giocare per 115 ore consecutive, che direste sapendo che nel 1881, al Bird Cage Casino di Tombstone, Arizona, cominciò una partita che durò la bellezza di 8 anni, cinque mesi e tre giorni?

Si dice che in quell’arco di tempo furono giocati un totale di 10 milioni di dollari. Difficile calcolare il valore di quella cifra rapportato al costo della vita nel 1881, ma utilizzando questo tool possiamo risalire fino al 1953, scoprendo che 10 milioni di dollari valevano come circa 96,6 di oggi.

La partita si interruppe soltanto a causa di un’inondazione che causò l’evacuazione dell’edificio. Si dice che tra i partecipanti ci furono anche il noto cowboy Doc Holliday e l’imprenditore George Hearst, considerato il 115° uomo più ricco di tutti i tempi.

La mano dell’uomo morto

Questa è forse la curiosità sul poker più famosa che ci sia.

Molte mani del poker hanno un soprannome, ma quello di gran lunga più celebre si riferisce al punto composto da due assi e due otto, ovvero la “mano dell’uomo morto” – in originale, Dead Man’s Hand.

La mano deve il suo soprannome al fatto che James Butler ‘Wild Bill’ Hickok aveva proprio quelle quattro carte quando fu colpito da un colpo di pistola e ucciso durante una partita nel Vecchio West.

Si dice che Hickok avesse appena finito di ripulire Jack McCall, consigliandogli di non giocare più finché non avesse potuto pagare i suoi debiti. ‘Wild Bill’ poi pare volesse offrire a McCall la colazione, ma questi lo prese come un insulto e in un impeto d’ira sparò a Hickok alle spalle.

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Il primo evento di poker in tv

Oggi siamo abituati a guardare il poker in tv, addirittura attraverso canali tematici come ad esempio Poker Central. Ma riuscireste a indovinare l’esatto anno in cui il gioco che tanto amiamo comparve per la prima volta sul teleschermo?

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Fu nel 1973.

In quell’occasione, al Binions Casino di Las Vegas, andarono in scena le World Series of Poker, vinte da Walter ‘Puggy’ Pearson. La kermesse all’epoca contava sette eventi preliminari, dedicati a diverse varianti, prima del Main Event.

Ormai quasi cinquant’anni fa, il field del torneo principale fu composto da 13 giocatori e si giocò in formato winner takes all.

Richard Nixon e il poker

Si dice che l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Richard Nixon, fosse stato un eccellente giocatore di poker. Così bravo che secondo alcuni si sarebbe finanziato la sua prima campagna elettorale grazie a ciò che aveva vinto al tavolo verde.

Come riporta Ken Hughes nel suo Fatal Politics: The Nixton Tapes, the Vietnam War, and the Casualties of Reelection, Nixon imparò a giocare a poker durante il servizio militare, studiò il gioco in profondità, passò giorni e ore a contatto coi migliori giocatori che poteva trovare, imparandone ogni trucco.

“Per Nixon il poker non era solo un gioco”, scriveva Hughes nel 2015. era un’abilità da affinare e da usare per trarne profitto. Per lui era questione di lavoro, e Nixon ha sempre lavorato duramente, bene e con successo”.

Due assi mai

Il 2019 ha segnato il cinquantesimo anniversario delle World Series of Poker, la kermesse pokeristica più importante e longeva che ci sia. Con una storia di cinque decadi, di curiosità le WSOP ne hanno a bizzeffe.

Sapevate, per esempio, che nessun giocatore ha mai concluso il Main Event con una coppia d’assi?

Ne abbiamo viste di cotte e di crude, persino chiudere due volte con una mano terrificante come 10-2 (vero Doyle Brunson?), eppure il campionato mondiale di Texas Hold’em non si è mai chiuso con i pocket rockets.

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