Giornalista, politico e pokerista (per hobby): Mario Adinolfi continua ad essere uno dei testimonial del texas hold'em italiano, difendendo l'immagine del "giochino" nei salotti televisivi. Uno sforzo apprezzabile, considerando i numerosi attacchi gratuiti subiti dal movimento nel nostro paese in questi anni.
Le conseguenze sono state pesanti e il futuro del settore passa anche dalla televisione generalista, dove si sta giocando una partita (sottovalutata) ma forse decisiva. Se la regolamentazione del poker live non ha mai visto la luce, se la raccolta nell'online è crollata ed i principali concessionari non pubblicizzano più in tv uno dei giochi d'abilità per eccellenza, è a causa di una campagna mediatica volta al massacro, alla quale abbiamo assistito nelle ultime due stagioni, con possibilità di replica ridotta al lumicino.
Ecco perché il ruolo di Adinolfi è importante: la sua presenza nei principali network televisivi è senza dubbio importante per spiegare bene all'opinione pubblica cos'è realmente questo gioco e su quali presupposti si basa.
L'ex deputato ha colto la palla al balzo intervenendo durante la nota trasmissione "Razza Umana", presentata da Piero Marrazzo. Davanti alle telecamere di "Mamma Rai" ha spiegato cosa rappresenta nella sua vita il gioco: "Ho sempre fatto la stessa professione: il giornalista professionista, ma tra le attività intellettuali che ho coltivato, il poker è quella che mi ha attratto di più e mi ha anche consentito di guadagnare qualche soldino".
Adinolfi ha parlato anche della ludopatia: "è un problema serissimo che coinvolge molti italiani ma, nella maggior parte dei casi, riguarda altri tipi di giochi. Il poker è uno skill game e viene definito come tale dalla legge italiana. La ludopatia è strettamente collegata ai giochi d'azzardo e non quelli di abilità come il texas hold'em, dove conta il talento. Se perdi due, tre, quattro volte, alla fine alzi bandiera bianca e molli il colpo. Negli altri giochi invece più perdi e più sei stimolato ad andare avanti. Questo è un problema che andrebbe risolto con una legge ad hoc, ma non bisogna fare gli ipocriti: questo settore garantisce allo stato italiano miliardi di entrate all'anno".
Adinolfi vanta due tavoli finali al World Poker Tour (Venezia e Vienna) e altrettante deep run nei Main Event EPT (Barcellona e Berlino). Nei tornei live ha vinto circa 340.000$ lordi e come lui stesso ammette, non è un giocatore professionista. Però da questa disciplina ha imparato molto: "penso di aver avuto un vantaggio ai tavoli: essere allenato da un gioco violento come la politica. Anche il poker, dal punto di vista psicologico, è molto violento, ti tiene costantemente sotto pressione. Ci sono molte similitudini. Se vuoi capire te stesso, hai due strade: fai politica o giochi a poker. Al tavolo da gioco però il processo è più rapido e i tuoi limiti emergono subito”.
Qui sotto puoi guardare la trasmissione in versione integrale (l'intervento di Adinolfi è intorno al minuto 53):
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