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Amici Miei

Amici Miei: se Mascetti, Melandri, Necchi, Perozzi e Sassaroli avessero giocato a poker

Estate 1975, Italia. A metà luglio apre un parco dei divertimenti a Castelnuovo del Garda: entrarci costa 1.750 lire e, attraversando i 90.000 metri quadrati di superficie, i visitatori possono provare 21 attrazioni. Oggi Gardaland di attrazioni ne conta 35, la superficie è più che triplicata e il biglietto di ingresso, be’… non costa certo quanto un ghiacciolo.

Il 4 agosto la Fiat sospende la produzione della 500, la mamma di tutte le utilitarie made in Italy. Undici giorni dopo, mentre metà della popolazione è impegnata a lanciarsi gavettoni in spiaggia, nelle sale cinematografiche esce, senza troppi proclami, il primo film di una trilogia destinata a fare scuola, entrando nell’immaginario collettivo e scolpendosi nella memoria di almeno un paio di generazioni di italiani: Amici Miei.

Amici Miei
Da sinistra a destra: Necchi, Melandri, Perozzi, Sassaroli e Mascetti

L’epoca d’oro della commedia all’italiana

Siamo negli anni settanta, un decennio duro, freddo, non a caso definito come gli anni di piombo. La dialettica politica assume estremi talmente critici da scatenare violenza e terrorismo. Anche l’arte, naturalmente, ne risente. La cosiddetta commedia all’italiana si trasforma: la satira di costume che ha sempre caratterizzato questo filone cinematografico nostrano, negli anni cinquanta e sessanta pesantemente influenzata dal boom economico che aveva investito l’Italia, scivola su un piano differente.

Là dove si parlava, tra una risata e una battuta, di emancipazione economica e sociale, di famiglia e di matrimonio, adesso si parla di tensioni sociali e di inquietudine, con quel sottofondo di amarezza tipico di un popolo che ha capito che quella di un benessere imperituro non era che un’illusione sfuggevole.

Ed è proprio questo il presupposto di Amici Miei, trilogia cominciata nel 1975 e conclusasi nel 1985 (sebbene il terzo capitolo non sia all’altezza dei primi due): un gruppo di amici, come ce ne sono tanti, ciascuno con i propri sogni, le proprie paure e le proprie debolezze, immersi in un tran tran quotidiano di cui sono disgustati ma dal quale sono allo stesso tempo irrimediabilmente attratti.

I protagonisti di Amici Miei

In Amici Miei, Ugo Tognazzi è il conte Raffaello Mascetti, Gastone Moschin è l’architetto Rambaldo Melandri, Philippe Noiret è il giornalista Giorgio Perozzi, Duilio Del Prete (nel primo atto) e Renzo Montagnani (nel secondo e nel terzo) sono il barista Guido Necchi e Adolfo Celi è il professor Alfeo Sassaroli.

Ciascuno ha la propria vita, la propria famiglia, la propria professione – a parte il nobile decaduto Mascetti, che si barcamena come può anche grazie all’aiuto degli altri amici. Il gruppo è una via di fuga, dove rifugiarsi ed essere se stessi, per scappare da una vita che tutti e cinque, come accennavamo, odiano almeno quanto amano.

Ma se avessero giocato a poker, che tipo di player sarebbero stati i protagonisti di Amici Miei?

Raffaello Mascetti

Nickname: ‘supercazzolaprematurata’
Vincite in carriera:
$5.321.342 (completamente sperperati)
Segni particolari: trash talker

Raffaello Mascetti è il classico giocatore di talento, ma con scarse skill nel bankroll management. Capace di guizzi sopraffini, di giocate dal thinking process inarrivabile, Mascetti è riconosciuto senza dubbio per il suo trash talking raffinato.

Nei primi anni da professional poker player è riuscito a mettere insieme una discreta fortuna, soprattutto spennando i classici polli nelle partite private, dove pare abbia anche scammato qualcuno con la sua famosa tecnica del rigatino.

Purtroppo con l’avvento del poker online e delle nuove tecnologie, il conte Mascetti è un po’ sparito dalla circolazione. Ma si dice bazzichi ancora nella zona dell’Hotel Pace, dove tenta di convincere i turisti a farsi una partita di poker cinese.

COMPARAZIONE BONUS DI BENVENUTO

Rambaldo Melandri

Nickname: ‘h0v1st0lam@d0nn@’
Vincite in carriera: $2.142.503 (di cui il 50% a ciascuna delle mogli dopo tre divorzi)
Segni particolari: tilt facile

Di tutto si può dire di Rambaldo Melandri come giocatore di poker, ma non che non ci abbia provato. Le qualità le ha, è un buon giocatore, sicuramente sopra average, ma non è mai riuscito a centrare il risultatone capace di cambiargli le sorti di una carriera.

Anche perché spesso, nei momenti decisivi di un torneo, si è fatto prendere dal tilt. Il suo problema più grosso è che quando vede una donna non riesce a resistere: deve continuare a giocare anche se fosse un semplice mono out.

Un paio di volte lo hanno salvato gli amici, una la piena dell’Arno.

Giorgio Perozzi

Nickname: ‘CostantinatoAmmaniti’
Vincite in carriera: $22.414.120 (ma si dice abbia taroccato i dati di Hendon Mob, aggiungendo uno 0)
Segni particolari: bluffer incallito

Giorgio Perozzi ha fatto del bluff una vera e propria forma d’arte. Come tutti gli appassionati della deception, si è reso protagonista di tranvate epocali ma anche di successi clamorosi. Giocatore totale, poliedrico, capace di passare dagli MTT al cash game con grande naturalezza.

Perozzi era quel tipo di giocatore che o vinceva il torneo o veniva eliminato prima che il TD potesse completare la frase “dealer, shuffle up and deal”. Purtroppo è scomparso prematura(ta)mente, trasmettendo la sua passione per il poker al figlio.

Solo che a Luciano Perozzi, come dire, bluffare non viene poi così bene:

Guido Necchi

Nickname: ‘BarNekki’
Vincite in carriera: $18.131.556
Segni particolari: genio

Guido Necchi è il classico giocatore di poker a cui non daresti due lire. Non sembra particolarmente brillante, viene da chiedersi se conosca bene persino le regole, figurarsi se calcola le odds o ha familiarità con il concetto di expected value.

Eppure, Guido Necchi vince.

Vince perché è un genio, punto.

Famosissima la frase attribuita a Doyle Brunson, che perdendo i massimi contro il Necchi disse di lui: “What is genius? It is imagination, intuition, decision and speed of execution”.

Alfeo Sassaroli

Nickname: ‘TheRealProfessor’
Vincite in carriera: $86.004.286
Segni particolari: imbattibile

Chiudiamo con Alfeo ‘TheRealProfessor’ Sassaroli, semplicemente il giocatore di poker più vincente nella storia. Player old school, ma capace di rimanere sulla cresta dell’onda in barba alle young guns dei tempi moderni.

Un duro dallo sguardo imperturbabile. Due occhi penetranti, capaci di far vacillare le sicurezze del professional player più navigato. Un giocatore tight-aggressive, il Sassaroli, ma capacissimo di tirar fuori un bluff magistrale, se le condizioni sono ideali.

Memorabile un heads-up contro tale Paolo, player chiaramente amatoriale e non all’altezza di sfidare ‘TheRealProfessor’, fatto tiltare ai massimi livelli.

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