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Annette Obrestad, il ritorno della ragazza che vinceva senza guardare le carte

Annette Obrestad, qui all'EPT Barcellona dell'estate scorsaUn pò come nello show business, nel mondo del poker il tempo ha assunto una dimensione quasi cannibalistica, dove l’oggi fa apparire lo “ieri” come un rudere del secolo scorso. Non più tardi di 3 anni fa, leggere che Annette Obrestad ha un nuovo sponsor sarebbe stata una notizia da prima pagina, tanta era l’attenzione mediatica che questa ragazzina norvegese era stata capace di attirare intorno a sè.

Oggi, invece, l’ingaggio della campionessa di Stavanger da parte di Lock Poker appare quasi come una notizia di secondo piano, di quelle buone per occupare al massimo un trafiletto.

Merito – e insieme colpa – di una carriera fulminante, forse troppo. La storia di Annette (che potete leggere qui nella sua biografia) è quella tipica dei ragazzi-prodigio: una precoce “rivelazione” al mondo, una serie di performance impressionanti prima online e poi live, e quindi un periodo di crisi di risultati che la porta lontana dalla ribalta.

Stiamo parlando pur sempre della più giovane vincitrice di sempre di un evento WSOPE, della quarta donna di sempre per guadagni in tornei di poker, della detentrice di vari record di precocità live ed online, ma in termini di hype mediatico il suo nome non suscita clamori come qualche anno fa.

In un certo senso, Annette “paga” forse il non essere riuscita a confermarsi live ai livelli espressi nei suoi primi anni di carriera – leggi “non avere ancora vinto un braccialetto WSOP a Las Vegas”. Certo, tutto ciò non ha molto senso, in quanto abbiamo a che fare con un gioco di lungo (lunghissimo, anzi) periodo come i tornei di poker live, senza considerare il palmarès che la ragazza può vantare e il fatto che per ragioni di età ha potuto partecipare ai tornei di Las Vegas solo dall’estate 2010.

La verità è che nel mondo del poker, come in quello “esterno”, se vuoi rimanere sulla breccia occorre che si parli spesso di te. Un giocatore di poker può ottenere questo risultato con le vittorie, oppure essendo/impersonando un personaggio mediatico, uno che magari si sa “vendere” bene o che abbia capacità comunicative e dialettiche sopra la media.

E’ qui che forse Annette ha perso un pò di strada, essendo fondamentalmente una ragazza non timida ma riservata. Chi vi scrive la incontrò l’ultima volta tre anni fa, all’EPT Grand Final di Montecarlo (dove chiuse al 13° posto, ndr). Scambiammo due chiacchiere extra poker alla player lounge del Bay ed ebbi la sensazione di una ragazza con tanta voglia di normalità, a cui le morbose attenzioni dei media e del pubblico davano fastidio, e che subiva quello status da giovane e ricca superstar.

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Al tempo, infatti, solo Dario Minieri attirava più spettatori di lei ad ogni tavolo a cui sedesse in un torneo live. Allora Annette era ancora “patchata” Betfair, mentre poco meno di un anno più tardi venne messa sotto contratto da Full Tilt Poker.

Sembrava il trampolino definitivo verso una cascata di soldi e braccialetti: la tempistica di Full Tilt fu infatti perfetta, poichè di lì a poco Annette – in virtù dei 21 anni compiuti – avrebbe potuto giocare le sue prime World Series Of Poker a Las Vegas, con il biglietto da visita di più giovane vincitrice di sempre di un braccialetto iridato e una grande aspettativa intorno a sè.

Arrivarono quattro itm, nulla di trascendentale ma sempre meglio dello “zero” ottenuto un anno dopo, nel 2011. Eravamo già in pieno black friday, ma in verità Annette – più che ai tornei o alla sorte del suo contratto con Full Tilt Poker – era forse più concentrata sulla sua relazione con Scott Montgomery, collega pro e november nine 2008. Una love story vissuta con la discrezione di una ragazza che vuole essere normale, nonostante il talento straordinario che così spesso faceva sentire il suo peso.

Così, lentamente, il nome di Annette Obrestad scivola via (quasi) nel dimenticatoio. E se ciò può avere influssi senza dubbio positivi sulla vita privata, non si può dire altrettanto per quella professionale. Allora Annette decide di operare una decisa sterzata affidandosi a Poker Royalty, un’agenzia che cura l’immagine e il management di tanti top pro come ad esempio Tom “durrrr” Dwan.

Appena quattro giorni dopo (il 25 aprile scorso, ndr), l’agenzia ha già trovato una nuova “casa” alla campionessa nordica: Lock Poker, una room britannica (non attiva sul mercato italiano). Annette va a far compagnia a un team che comprende già nomi importanti come Chris Moorman, Eric “Rizen” Lynch, Kevin Vandersmissen e altre due note colleghe come Melanie Weisner e Leo Margets.

La nuova vita di Annette Obrestad è iniziata. La ragazza che vinceva i tornei online senza guardare le carte è pronta a far di nuovo tremare chiunque.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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