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Barry Greenstein: tra falsi miti e leggende, la storia di uno dei cash gamer più vincenti

Barry Greenstein è da sempre il "Robin Hood" del mondo del poker per aver spesso fatto del bene con i soldi vinti a poker, una missione che lo ha sempre accompagnato nella sua carriera, fino a quando non è andato broke qualche anno fa (ipotesi che lui non ha mai smentito). Eppure stiamo parlando di uno dei pionieri dei giochi No Limit Hold'em, tra i più vincenti.

Barry Greenstein e le voci false (in parte) sul Norton Antivirus

C'è una voce che lo riguarda da più di 20 anni: i maligni ed invidiosi vogliono svalutare le poker skills di Barry. Si dice di lui che sia ricco ma la sua fortuna non la deve al poker, essendo uno dei soci più influenti della Symantec, software house della Silicon Valley che ha sviluppato e vende l’antivirus Norton. Secondo gli esperti, nei primi anni 2000, l'azienda vale una fortuna, forse miliardi.

Michael Craig nel suo libro "The Professor, the Banker, and the Suicide King" rivela la verità sul suo conto: Greenstein negli anni '90 lavorava per la Symantec, era un brillante programmatore, ma non aveva un ruolo dirigenziale e disponeva solo di alcune quote della compagnia. Ma nella sua testa c'era solo il poker e doveva le sue fortune al cash game, a tal punto da licenziarsi e rinunciare alle sue azioni nel 2000/2001. Sarà vero? La ricostruzione di Craig sembra puntuale e ricca di particolari ma l'unica cosa certa è che il buon Barry è ai tavoli nosebleed non scherza.

Scrive Craig sul suo conto: “Se vedeste Barry Greenstein al tavolo da poker, probabilmente vi verrebbe voglia di scuoterlo e dirgli di uscire e andare a divertirsi un po’. Con quelle occhiaie, le sopracciglia scure e la barba incolta potrebbe sembrare un contabile che ha fatto troppi straordinari“. In realtà, non è un contabile ed è uno dei giocatori più vincenti di quegli anni. Leggiamo la sua storia.

La carriera universitaria

Da studente, la matematica è  il suo pane quotidiano, a tal punto che si era laureato con il massimo dei voti all'Università dell'Illinois. Diventa anche un ricercatore accademico ed inizia a lavorare negli anni '80 come programmatore. Nonostante questi inizi di carriera promettente, Barry sfrutta la sua mente geniale per un altro genere di cose: vincere a poker.

Dopo aver distrutto i giochi privati nell'Illinois, va a caccia dei milionari della California in furiose partite high stakes nella Bay Arena (le stesse che gioca Phil Hellmuth oggi) nel periodo che è impiegato proprio nella Symantec.

 

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Forse quella voce sul Norton Antivirus lo favoriscono per inserirsi negli home games californiani che si giocano a Los Angeles.

Deve gran parte della sua fortuna ad un uomo: il produttore pornografico Larry Flynt (vi abbiamo parlato di lui negli articoli dedicati a Phil Ivey) che ospita le partite più ricche del pianeta in quel momento.

Greenstein era di casa, gli era consentito sedersi a quei tavoli con ricchi uomini d'affari che non aveva la sua esperienza. A Los Angeles, grazie a Flynt, trova una miniera d'oro e si licenzia da Symantec.

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La beneficenza: vince ai ricchi per dare ai poveri

Grazie a quegli home games californiani guadagna cifre da capogiro. Accumula milioni e parte del ricavato delle sue scorribande, lo dona in beneficenza. Ma non solo, una volta che viene inserito nella black list nelle partite private, perché giocatore troppo vincente, inizia a stakare giovani players che diventeranno grandi talenti. Nomi che hanno fatto la storia del poker.

Presto però capisce che nei giochi cash californiani fa fatica a trovare action (per via della sua fama) e decide di puntare dritto su Las Vegas: è il 2003, Moneymaker ha appena vinto il Main, esplode la febbre del poker e lui è considerato uno dei giocatori più forti di No Limit Hold'em ma anche dei più completi e preparati in tutte le varianti.

 

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Barry Greenstein capisce che l'edge si è spostato nei tornei (ci sono tanti giocatori amatori improvvisati) e solo nel 2003 vince 4 eventi di alto profilo.

Diventa uno dei regular più forti e vincenti del WPT (vincerà due Main) e da quel momento inizia la sua fama (consolidata anche da 3 braccialetti WSOP in altrettante varianti differenti), ma le origini del suo roll e delle sue fortune risalgono a molti anni prima negli home games californiani.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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