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Brian Hastings benedice Galfond: 'Ha ragione su tutto'

Brian Hastings, vittorioso in queste WSOPIl recente blog di Phil Galfond circa cosa significhi davvero essere dei giocatori professionisti ha raccolto molti consensi, non solo fra i semplici appassionati di poker: molti volti noti di questo mondo si sono riconosciuti in quanto ha scritto, e fra questi c'è anche Brian Hastings.

Lo statunitense racconta di aver affrontato un brutto periodo lo scorso inverno, in parte a causa di una relazione conclusasi dopo oltre un anno, in parte per la scelta di trasferirsi a Vancouver, rivelatasi col tempo uno sbaglio.

Scrive infatti “$tinger88”: “Non sono abituato a vivere da solo, e certo il clima novembrino e il fatto di trovarmi a tremila miglia dalla mia famiglia ed i miei amici non ha aiutato. Mi sentivo solo in un appartamento vuoto che non mi piaceva neppure troppo, rendendomi conto che in fondo ero lì soltanto per giocare a poker online”. Una ragione sufficiente per molti, ma evidentemente non per Brian Hastings.

“Mi sono sentito come se stessi permettendo al denaro di decidere cosa fare della mia vita – spiega più nel dettaglio – e questo nonostante la libertà economica che la mia carriera mi ha regalato. Sentivo che tutto fosse troppo incentrato sul poker, e che un bilanciamento migliore mi avrebbe reso molto più felice”.

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Così Brian se ne è tornato in Pennsylvania per un po', dedicandosi agli scacchi e seguendo un corso universitario di statistica, giusto per tenere la mente impegnata in qualcosa di diverso, salvo poi tornare quest'estate ad imporsi alle WSOP.

L'idea di abbandonare il poker non lo ha mai sfiorato, ma oltre a questo sta cercando di portare avanti progetti paralleli al gioco, capaci di dargli soddisfazioni diverse e di lavorare su quelli che avverte come propri limiti: “Nonostante sia piuttosto introverso sto cercando di socializzare di più e di avere maggior cura delle mie relazioni con gli altri, penso che questo mi abbia reso una persona molto più felice”.

Il poker rimane insomma al centro per Brian Hastings, ma non come un totem da idolatrare, quanto piuttosto come una strada da percorrere finché se ne ha un motivo o voglia, così come tante altre che capita di imboccare nella vita.

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