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Brian ‘Sailor’ Roberts: il gambler socio di Doyle Brunson

sailor-robertsA 17 anni dalla sua morte, il mondo del poker si è ricordato con colpevole ritardo di Brian ‘Sailor’ Roberts, il leggendario gambler compagno di via e di giochi di Doyle Brunson e Amarillo Slim. Meglio tardi che mai.

Con la sua recente candidatura alla Poker Hall of Fame, si è voluto rendere omaggio a quello che “è stato il giocatore di cash game più abile nella storia dopo Chip Reese”. A sostenerlo è proprio Doyle.  Di sicuro è stato il suo migliore amico e con Amarillo condivideva, nei primi anni di attività, il bankroll e una passione innata per “saccheggiare” le bische di mezzo Texas e non solo.

Come mai una leggenda del poker è finita così presto nel dimenticatoio? Per decenni la sua storia è stata tenuta “celata” al grande pubblico per la sua “scomoda” fine nel 1995. Sailor purtroppo da anni era caduto nel vortice della droga (cocaina e poi crack) e non si riprese più, scomparso come un fantasma dalla scena pokeristica. E’ morto all’età di 64 anni, a Los Angeles, con la moglie di Doyle – Luise – a tenergli la mano in un anonimo letto di ospedale.

Non è stato di sicuro un esempio da seguire nella vita (per via della droga) come nel poker (non brillava certo nella gestione del bankroll), ma è giusto rendere omaggio al suo talento al tavolo.

La sua carriera inizia negli anni ’50, quando Roberts trascorse quattro lunghe stagioni in Marina durante la guerra di Corea. Capì in quel momento drammatico che poteva vivere con il poker. Le cose andarono talmente bene, che una volta congedato decise di fare il player a tempo pieno: tornò in Texas, ma l’action nella sua Sant’Angelo era poco interessante. Così iniziò a frequentare il “circuito del sud” e si mise in società con il giovane Doyle.

I due avevano stretto forti legami ed in alcuni paesi (come a Forth Worth) agivano in partnership anche nelle scommesse, come dei veri e propri bookmakers.

Amarillo, Doyle e Roberts giocavano a poker e scommettevano ogni volta che pensavano di avere un vantaggio. Nel 1961, con il Wire Act che proibiva le scommesse sportive, Doye decise di uscire dal mondo del betting. Non fece la stessa cosa il socio che nel 1963 fu condannato ad un anno di reclusione in un carcere federale.

Texas Dolly e Crandell Addington (tra i più noti membri viventi della Poker Hall of Fame) hanno avuto la possibilità di vedere Sailor in azione e sostengono convinti la sua candidatura. 

“Dopo Chip Reese, Sailor è stato – afferma Brunson – il migliore cash player che io abbia mai visto in azione. E’ vero, ai nostri tempi, non avevamo la varietà dei giochi di oggi, ma abbiamo sempre giocato senza limiti. Nel Lowball era un artista, e nessuno come lui ha mai avuto una tale capacità di lettura dell’avversario. E’ stato il giocatore più popolare nella nostra epoca, anche con le donne…”. Il golf, il poker e le ragazze occupavano le sue giornate, prima dell’avvento della droga, purtroppo.

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“La maggior parte – continua Doyle – delle persone crede che io sia stato il miglior giocatore di texas hold’em della old school ma non è così: Sailor era forte, forse migliore di me. Era più grande ed esperto, l’ho sempre considerato il mio mentore, un punto di riferimento ed il mio migliore amico. Era una persona buona e generosa”.

Per Crandell Addington “Sailor Roberts è stato uno dei giocatori d’azzardo più in vista del Texas ad ha senza dubbio contribuito alla fortuna di Binion e delle World Series. Sono convinto che senza di lui, Slim e Doyle, le WSOP oggi non sarebbero un fenomeno mediatico di tale portata. Sailor merita di entrare a far parte della Hall of Fame per le sue doti di player, in particolare nel No Limit: ha giocato ai più alti livelli di sempre”.

sailor-robertsSailor era una leggenda con le carte in mano, ma purtroppo aveva un grosso limite rispetto all’amico Brunson: difettava nella gestione del bankroll. Al tavolo da gioco, e non solo, non si poneva mai limiti. Per questo motivo le sue alterne vicende personali possono essere paragonate a quelle di gamblers come Jack “Treetop” Straus e Stu Ungar.

Amarillo Slim ha descritto l’amico: “Sailor è diventato ricco almeno 15 volte nella sua vita ma ogni anno andava rotto”. Del denaro non se ne è mai curato, per lui andava e veniva. Nell’ambiente è sempre stato ben voluto. Parlano tutti di un uomo estremamente generoso: se un giocatore viveva un periodo stregato, Sailor gli prestava il bankroll per farlo ricominciare. Molto spesso però la sua generosità non veniva ricompensata e perdeva l’investimento.

E se Roberts nel poker era un fenomeno, nel bridge non scherzava affatto: come ricorda Brunson, ha battuto più volte Oswald Jacoby, considerato il giocatore più forte di tutti i tempi, ma sono il poker e le WSOP ad averlo consacrato come uno dei migliori players degli anni ’70.

Ha vinto due braccialetti: nel 1974 nel No Limit Duece to Seven Draw e l’anno dopo nel Main Event (nel 1973 era arrivato al tavolo finale), incassando la bellezza di 220.000$, al tempo denaro pesante per qualsiasi comune mortale, ma una goccia nell’oceano per il mitico Sailor.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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