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Come diventare un poker pro sponsorizzato – 2° parte

phil-hellmuthAbbiamo analizzato con Jim Erwood quali siano le caratteristiche per diventare un player sponsorizzato. In particolare, il direttore di Poker Royalty in Europa, suggerisce ai giocatori free agent di curare al meglio la comunicazione con la community online, attraverso i social network come Twitter e Facebook.

Oltre a godere di un certo seguito in rete, il player deve garantire ai propri potenziali partner (rooms) importanti volumi di gioco. Diverse società prediligono premiare i propri grinder online e costruirsi un team pro fatto in casa. L’agente dei campioni analizza i nuovi trend di mercato in Europa e negli Stati Uniti.

Proprio negli States, il direttore europeo di Poker Royalty, ha riscontrato un nuovo fenomeno per quanto riguarda le sponsorship: “stiamo ricevendo offerte – rivela a InsidePokerBusiness – da parte dei casinò live statunitensi. Basta guardare le patch presenti al tavolo finale del Main Event WSOP per capire l’interesse di Las Vegas verso il poker. E tutte le sale americane presto si affilieranno ad altri players per attirare soprattutto la loro community online, utilizzando i social media”.

Secondo il guru delle sponsorizzazioni c’è un sito internazionale che ha lavorato meglio di altri nel marketing in questo ultimo periodo, a prescindere dai canali tradizionali: “PKR.com ha sviluppato la propria strategia soprattutto nell’online, creandosi una clientela affezionata e stabile, anche con i loro eventi sociali e PKR live. Hanno poi selezionato tra i loro migliori clienti una sorta di team di professionisti cresciuti nella room”.

Erwood spiega per quale motivo le sponsorizzazioni sono sempre uno strumento efficace: “nel poker europeo i siti cercano canali per reperire clienti nel modo più rapido possibile. La costruzione di un team interno e di un database attraverso i social network, richiede molto tempo; si tratta di processi lunghi. Sponsorizzare un grande nome, se l’operazione viene gestita correttamente, invece offre una valorizzazione del marchio e una fiducia immediata nei confronti della room. Questo tipo di strumento è efficace soprattutto in mercati emergenti dove il timing è di primaria importanza. Mi è capitato poche settimane fa con un mio cliente in Belgio: si è trovato nel posto giusto, al momento giusto. In meno di una settimana abbiamo chiuso l’affare”. 

tatjana-pasalicUna volta essere un November Nine voleva dire vivere di “rendita” per almeno un paio d’ anni. Ora non è più così: “prima del black-friday era diverso ed un finalista del Main Event WSOP poteva anche non sforzarsi troppo nella promozione dello sponsor. Nel 2011 abbiamo chiuso un deal per Sam Holden con 888 e vi posso assicurare che il giocatore inglese ha mostrato grande intelligenza nel promuovere ogni giorno il proprio sito partner. E’ quello che chiedono le rooms oggi”. 

Ci sono però competitor che si sono mostrati molto critici nei confronti dei pro sponsorizzati tradizionali. Bodog, ad esempio, ha parlato di un vero e proprio “bagno di sangue e di investimenti inutili”.

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“Bodog non è interessato a seguire il modello tradizionale perseguito in questi anni da PokerStars e Full Tilt Poker. Sono alla ricerca di qualcosa di diverso. Per questo motivo gli abbiamo messo a disposizione Tatjana Pasalic: lei è un esempio perfetto su come i nuovi pro sponsorizzati devono dare valore aggiunto al loro sito”.

Tatjana è molto nota nella community del poker online ed è fantastica nel gestire le pubbliche relazioni per Bodog, grazie al suo sapiente uso dei social media. Al WPT di Dublino di gennaio è riuscita a conquistare spazio anche sulla stampa nazionale”. Tutto il mondo è paese, anche in Irlanda… “Lei – conclude il manager – non è un vero e proprio giocatore professionista ma è l’esempio vivente di come il modello del player sponsorizzato sia cambiato e quale sarà il futuro del mercato”.

Seconda parte – fine

Come diventare un poker pro sponsorizzato – prima parte

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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