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Doyle Brunson compie 82 anni, celebriamolo con il pot da 818.000$ contro Laliberté

Il 10 agosto Doyle Brunson ha compiuto il suo 82° compleanno. In tutti questi anni la leggenda del poker ne ha viste veramente di tutti i colori al tavolo da gioco: dalle sparatorie, i bari e le risse dei tempi in cui faceva il rounder in giro per l’America, fino alle partite di cash game milionarie a cui prende parte ancora oggi nella Bobby’s Room, Brunson è forse l’ultimo testimone vivente di quanto questo gioco e i suoi protagonisti siano cambiati radicalmente nel corso degli ultimi quattro decenni.

Ovviamente per un giocatore che si mantiene esclusivamente con il poker fin dagli anni settanta ci sono stati tanti incontri ravvicinati con alcuni dei fish più grandi di Las Vegas, le cosiddette “whale“. Una di queste è sicuramente Guy Laliberté, che ha “donato” milioni di dollari tanto online quanto ai tavoli dal vivo di Sin City.

Per celebrare il compleanno di Doyle Brunson, vi proponiamo una vecchia mano giocata dal Padrino del poker contro il fondatore del Cirque Du Soleil ad High Stakes Poker. Si tratta di uno scontro da ben 818.000$, che da un lato mostra tutta la sicurezza e il carisma di un professionista navigato e abituato a certe cifre come Bruson e dall’altra la spensieratezza di una whale per eccellenza come Laliberté.

doyle

Ad aprire il gioco è proprio il businessman di Montreal, che su blind 600$/1.200$ sceglie di limpare con a 5 . Lo segue a ruota Jamie Gold con j 7 ma Doyle non ci sta e dopo aver spillato a 10 decide di alzare la posta fino a 11.200$. Sam Farha si dimostra senza paura e chiama dallo small blind con k j , così come David Benyamine, che in mano ha un misero k 5 .

La parola torna a Laliberté, che sceglie di chiamare. Lo imita Jamie Gold e si giunge quindi sul flop con 57.100$ in mezzo al tavolo e cinque giocatori coinvolti nel piatto. Il dealer gira a j 4 e tutti fanno check fino a Brunson, che senza pensarci troppo punta 40.000$ con la sua top pair. Farha e Benyamine foldano, mentre Laliberté non ha alcuna intenzione di passare la sua coppia di Assi, nonostante il pessimo kicker. Il businessman opta per il call, seguito dal rapido fold di Gold.

Il turn è un 2 che apre un progetto di scala per Laliberté ma al tempo stesso dà 4/5 di colore a Doyle. Guy fa check e Brunson mette rapidamente 110.000$ nel mezzo ma solo per vedersi rilanciare poco dopo fino fino a 310.000$. Si tratta di un raise che sostanzialmente mette ai resti Doyle, visto che alle spalle ha 340.000$. Senza pensarci più di 5 secondi, il 10-volte campione WSOP va all-in, ricevendo lo scontatissimo call di Laliberté.

A quel punto ci sono 818.100$ nel mezzo, con Brunson favortito al 75%, Laliberté fermo all’11% e un 14% di split. Si tratta del piatto più grosso nella storia di High Stakes Poker fino a quel punto. Al momento di girare le carte viene fuori tutta la differenza di stile e modo di comportarsi tra un vero professionista e un giocatore amatoriale che si trova lì solo per arricchire gli altri giocatori. Doyle, infatti, chiede con estrema gentilezza al suo avversario se vuole mostrare la sua mano prima di girare il river e poi gli dice che se vuole girare il board più volte non deve fare altro che dirlo.

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I suoi modi sono quelli di un giocatore consapevole di non poter fare indispettire una simile whale per nessuna ragione al mondo, indipendentemente dall’esito della mano. D’altronde, il cliente ha sempre ragione.

Dal canto suo, Laliberté dimostra quanto sia semplice carne da macello in un contesto del genere quando chiede cosa significhi girare il river più volte… Benyamine glielo spiega e un Doyle perennemente sorridente gli ribadisce che la scelta è sua. Il canadese alla fine opta per il doppio board ma in entrambi i casi si ritrova perdente. Brunson incamera un piatto da 818.100$ ma prima di fare qualsiasi cosa stringe la mano al suo avversario, con una classe che al giorno d’oggi pochissimi professionisti possono vantare.

Questa la mano:

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