Mancano solo tre giorni al momento in cui Federico Butteroni prenderà posto al final table più importante della storia del poker. Gli ultimi tre giorni di una pausa interminabile tra il Day 7 del 15 luglio e il tavolo finale dell'8 novembre, quando il professionista romano e gli altri otto November Nine si daranno battaglia per conquistare il prestigioso braccialetto e una prima moneta da 7.6 milioni di dollari.
L'attesa sta per esaurirsi e Federico è a Las Vegas, concentratissimo per dare il massimo nell'evento più importante della sua carriera. Lo abbiamo contattato per sentire come sta vivendo questo momento incredibile e come giudica il percorso che lo ha portato all'atto finale del Main Event WSOP.
Ciao Federico! Sei arrivato a Las Vegas una decina di giorni prima del final table. C'è un motivo particolare per cui hai scelto di prenderti questo tempo?
Ho deciso di arrivare qualche giorno prima qui a Vegas per cercare di recuperare al pieno le energie ed essere al 100% mentalmente, visto che c'è di mezzo anche il fuso orario.
Dieci giorni possono essere molto lunghi quando aspetti di giocare quel final table... come stai passando le tue giornate?
Da quando sono arrivato sto cercando di mixare le mie attività, concentrandomi sullo studio del tavolo finale, facendo attività fisica e distraendomi un po' con le divertenti attività che ci sono qui a Las Vegas. Ad esempio, per scaricare la tensione, ho provato su pista una Ferrari F430 da corsa!
Per quanto riguarda il poker, invece? Stai giocando anche in questi giorni?
Sto giocando, principalmente il cash game tra Bellagio e Aria Casino. L'obbiettivo è di mantenere la mente allenata e devo dire che non posso lamentarmi dei risultati... Speriamo di tenere la stessa run anche l'8 novembre 😀
Qualche settimana fa ci hai detto di aver visto tutto il final table 2014 per studiare il gioco e la situazione. L'anno scorso Martin Jacobson partì da una situazione di short stack molto simile alla tua (era penultimo) e riuscì a vincere. Ti è piaciuto il suo approccio? E non parlo solo del poker giocato, ma anche dell'atteggiamento sempre spensierato e sereno.
Assolutamente sì. Penso che Martin Jacobson abbia giocato un grandissimo tavolo finale e abbia sicuramente meritato la vittoria. Tuttavia, io sono Federico e Martin è un'altra persona. Non ci sono istruzioni per dare il meglio in questi eventi: ognuno ha la propria ricetta segreta per trovare la giusta concentrazione.
Hai detto di essere impegnato nello studio dei tuoi avversari. C'è qualcuno che temi particolarmente al tavolo?
Non temo nessuno in particolare ma credo che Zvi Stern possa mettere in difficoltà molti giocatori con le sue giocate fantasiose.
Un anno e mezzo fa eri in Australia a fare il lavapiatti, ora sei a Las Vegas in procinto di giocare per un primo premio di 7.6 milioni di dollari. Cosa pensi quando ti guardi indietro e osservi il tuo incredibile percorso? Credi che abbia avuto più peso la fortuna oppure la tua determinazione?
Io ho sempre creduto in quello che facevo e nelle mie possibilità e non ho mai smesso di credere che qualcosa potesse arrivare, anche quando ero in Australia a fare il lavapiatti e la sola idea di andare a Las Vegas sembrava un sogno lontanissimo. Penso che tutti noi dobbiamo ritenerci fortunati per quello che abbiamo, anche se molte volte non ce ne rendiamo conto.
Per quanto riguarda la fortuna ai tavoli, posso dire che non ho mai conosciuto un November Nine sfortunato 🙂
Grazie Federico e un grosso Good Luck per il final table!
Grazie a voi e ai lettori di Assopoker!