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Francesco Delfoco, lottatore a 360°: in pedana, nella vita e nel poker

E' stato di gran lunga il migliore italiano nell'ultima spedizione EPT a Praga, con due picche e un monte vincite di oltre 85mila euro. Non è uno che ama la ribalta e i titoloni, ma è raro vedere in un uomo di 57 anni un mix così ben assortito tra assoluta discrezione ed estrema attitudine alla competizione. In due parole: Francesco Delfoco.

Francesco Delfoco con la seconda picca vinta a Praga (courtesy Jules Pochy - PokerStars)
Francesco Delfoco con la seconda picca vinta a Praga (courtesy Jules Pochy - PokerStars)

Originario della Puglia ma trapiantato a Milano fin da ragazzino, Francesco ha un passato da imprenditore ma soprattutto da agonista: dai 17 ai 35 anni circa, la sua vita è ruotata intorno alla Lotta Libera.

"Iniziai per scherzo nel '76", ci racconta Francesco, tradendo una certa emozione mentre parla di questa parte importante del suo passato. "Provai anche altre arti marziali e vari sport ma, come è normale, quando vedevo che non riuscivo ad essere competitivo a un certo livello cambiavo. Poi scoprii la lotta libera e qualche soddisfazione me la tolsi."

"Qualche soddisfazione", per un uomo schivo e poco avvezzo all'autocelebrazione, significa titoli nazionali e un secondo posto a un campionato mondiale. Tuttora, Francesco la considera la sua passione più grande, anche se "non ti dà da vivere", un po' come tante discipline sportive di cui media e pubblico si ricordano solo in occasione di eventi come le Olimpiadi.

Per 15 anni, Delfoco ha anche avuto una palestra dove ha allenato un sacco di ragazzi, ma come capita con tutti gli sport di fatica e dalla scarsa esposizione mediatica, attirare i giovani non è semplice: "Pochi lo capiscono come sport, la maggior parte del pubblico è fuorviato dal Wrestling che è una simpatica pagliacciata. In realtà la Lotta è uno sport anaerobico molto duro, che richiede fatica e lavoro e i ragazzi di oggi non vogliono sentirne parlare."

Foto d'epoca, con l'atleta in rosso che ricorda qualcuno...
Foto d'epoca, con l'atleta in rosso che ricorda qualcuno...

La mia curiosità naturale è se sia rimasta qualcosa del Francesco-lottatore nel Francesco-poker player: "Assolutamente, sì! In comune c'è soprattutto un aspetto, e cioè quanto mi carica affrontare avversari molto impegnativi. Ho passato anni a fare competizioni precedute da periodo di dieta in cui facevo cali di peso impressionanti, per rientrare nella categoria. Gli altri mangiavano e io non potevo, mi incattivivo e questo mi aiutava a concentrarmi sull'obiettivo. In un certo senso così è anche nel poker: mi esalto quando incontro avversari molto più forti di me."

Il pensiero va ovviamente a Ole Schemion, battuto in heads up nel side event che ha portato all'italiano la seconda vittoria in pochi giorni e più di 68mila euro. Francesco ci fa un breve film del testa a testa finale: "Ha rischiato di uscire molto prima contro di me, per ben due volte di cui una ero al 90%... e si è salvato.
Rimasti in tre, il portoghese (Joao Vieira, ndr) ha proposto un deal, ma Ole si è rifiutato e quindi io non mi sono neanche espresso. Poi lui elimina l'altro KK vs QQ e arriviamo in heads up con Ole in enorme vantaggio."

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Ole Schemion, qui al Global Poker Masters
Ole Schemion, qui al Global Poker Masters

Il tedesco aveva circa 5 milioni contro 1,4 milioni del nostro, che racconta di avere esordito con una battuta: "Gli ho chiesto "Perchè non ce la giochiamo a braccio di ferro?" Lui scherzando dice di no, ma io già mi stavo caricando a mille. Sapevo che non avevo nulla da perdere, e che se mi fossi limitato a subirlo mi avrebbe stritolato. Così ho iniziato ad attaccarlo io, lui si è rintanato forse per aspettare la mano buona, ma è arrivata a me. Apro con 68, lui mi segue e poi, su board A J 6 Q 8 check-calla la mia puntata per mezzo stack."

Questa mano spezza gli equilibri e da lì si giunge a un veloce epilogo coi resti preflop tra A9 di Ole e KQ di Francesco che trova una Q al turn e una al river. "Non mi aspettavo di perdere, meno che mai in così poco tempo", dirà poi Schemion al termine di un heads up durato una trentina di mani. "Si è complimentato, è stato molto gentile. Poi ci siamo riincontrati al 5.300€ Hyper e mi confessa di preferire di non scontrarsi con me..."

Francesco Delfoco, qui a Campione dopo la vittoria del WPT National nel 2013
Francesco Delfoco, qui a Campione dopo la vittoria del WPT National nel 2013

Dunque Francesco Delfoco si esalta quando c'è da compiere un'impresa. Il principale parametro capace di farlo entrare in "trance agonistica" è il blasone dell'avversario, ma anche il denaro in gioco ha il suo peso. Francesco gioca da molti anni, inizialmente solo cash game ("5 carte all'italiana e tanta telesina al Casinò di Lugano, prima del texas hold'em"), quindi ha scoperto il mondo dei tornei trovando nuovi serbatoi di adrenalina. Il suo terreno di caccia preferito rimane comunque il cash, anche se si lascia sfuggire un leak: "In un tavolo 20€/40€ sono molto più competitivo che a un 1€/2€, dove perderei quasi sicuramente i massimi. Non è una questione di poco rispetto dei soldi ma di stimoli: preferisco le partite più forti, che so di potermi permettere ma che mi caricano infinitamente di più".

Chiudiamo strappandogli un nome, quello del giocatore che stima di più tra quelli che ha affrontato e affronta. Non è stata impresa semplice, perchè come detto prima Francesco è uomo riservato e piuttosto schivo, incurante di quello che i colleghi pensano di lui ("anche se mi ha infastidito un po' leggere post acidi da parte di persone che si dicevano mie amiche") e anche piuttosto solitario, per indole ma anche per una ragione pokeristica: "cerco di evitare di stringere amicizie troppo strette nel mondo del poker, perchè so che poi mi verrebbe meno un po' di cattiveria nel doverli eliminare o vincer loro dei soldi."
Ad ogni modo, con fatica riesco a farmi dire chi è il collega che stima di più: "Sergio Castelluccio. L'ho incontrato svariate volte, nei tornei ma soprattutto al cash game. E solo chi lo ha visto al cash può capire davvero quanto è forte."

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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