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GPI European Poker Awards: per l'Italia incoronato Sammartino

Il Global Poker Index ha emesso i suoi verdetti, che sicuramente non mancheranno di far discutere gli appassionati di poker ma probabilmente non per quanto riguarda la scelta sul miglior giocatore italiano, caduta su Dario Sammartino.

Alcuni nomi fra i premiati suonano piuttosto condivisibili, come per esempio quello che ha premiato Philipp Gruissem per la Best Tournament Performance, altri appaiono invece più discutibili, non per la mancanza di spessore in chi li abbia conquistati ma perché nella rosa di candidati apparivano nomi forse ancora più meritevoli.

Pensiamo ad esempio al successo di Toby "810ofclubs" Lewis nella categoria di giocatore online dell'anno. Intendiamoci, l'inglese è un torneista d'eccezione, che lo scorso anno ha portato a casa sia un titolo FTOPS che uno WCOOP assicurandosi soltanto con questi due risultati 450.000 dollari, nonché i due risultati più importanti che abbia mai ottenuto in carriera nell'online.

Toby Lewis, giocatore online del 2013 per i GPI European Poker Awards

In sé quindi nulla da eccepire, ma cosa deve fare ad esempio Niklas "ragen70" Heinecker per aggiudicarsi questo trofeo, dopo che nel 2013 ha vinto ai tavoli di cash game high stakes circa 6.200.000 dollari? E che dire di Chris Moorman, che per quanto discussa ha superato la barriera dei 10 milioni di dollari vinti in carriera online, facendo incetta di Triple Crown come se a giocare ci fosse soltanto lui?

Anche la vittoria dello spagnolo Adrian Mateos Diaz come rookie dell'anno appare discutibile per ragioni analoghe. D'accordo, lo spagnolo ha vinto il Main Event WSOPE e la tappa di Madrid dell'Estrellas Poker Tour, ma ad esempio Matthew Ashton ha dominato le WSOP, senza contare che gli altri due candidati erano i tedeschi Max Altergott e Martin Finger, ad oggi professionisti di altro livello rispetto all'iberico.

Al di là dei singoli vincitori però, non dobbiamo perdere di vista il quadro generale, l'obiettivo stesso di esistere del GPI, che è quello di promuovere il poker. Alex Dreyfus, intervistato al riguardo durante l'EPT di Deauville, sembra avere le idee molto chiare: "Credo molto nelle potenzialità del gioco del poker, sia online che dal vivo. Per promuoverlo dobbiamo però trattarlo come uno sport, il che non significa dire che il poker sia uno sport".

E per riuscirci, secondo Dreyfus il GPI è un ottimo strumento: "Servono classifiche che espongano mediaticamente i migliori giocatori, è per questo che il Global Poker Index premia la costanza rispetto a chi ottiene il singolo, grosso risultato. La gente vuole sapere chi siano i giocatori più forti a livello internazionale, ed anche per ciascun Paese".

Prendiamo quindi questi awards per quello che sono, un momento di festa che getta un ultimo nostalgico sguardo a quello che è stato: l'obiettivo finale è ben diverso, ed a ben guardare molto più importante, rispetto a stappare qualche bottiglia di champagne.