Non è un segreto che Gus Hansen abbia perso cifre mostruose nell'arena degli High Stakes Online. Secondo diverse fonti, il giocatore danese avrebbe perso ben più di 20 milioni di dollari giocando ai limiti più alti in circolazione e perdendo un patrimonio soprattutto nel PLO, gioco di cui è appassionato ma in cui non è altro che carne di macello a un tavolo full reg.
Hansen è consapevole che tutto il mondo conosce l'entità delle sue perdite e non ha mai fatto nulla per nasconderle. In parte perché durante gli anni d'oro di Full Tilt Poker erano mitigate dal ricco compenso che riceveva in quanto testimonial della poker room, in parte perché Gus è sempre stato un personaggio molto spontaneo e schietto. Non ha bisogno di cercare scuse per giustificare i tremendi numeri che caratterizzano la sua carriera online e anche per questo motivo è ancora oggi uno dei poker pro più amati.
The Great Dane aveva parlato per la prima volta delle sue perdite milionarie nel podcast di Joe Ingram. Qualche giorno fa lo ha rifatto, ma stavolta affrontando l'argomento solo in modo marginale: Gus non ha spiegato come e perché ha perso così tanto, ma ha raccontato quali sono state le conseguenze del suo bilancio iper negativo. Una testimonianza che dovrebbe far riflettere chiunque: il poker è un gioco e dev'essere un divertimento, perché quando si tratta di gambling i rischi sono concreti.
Il "level down" di Gus Hansen
"Non viaggio più con gli aerei privati", ha detto Hansen. "Un tempo ero un viaggiatore di lusso, mi spostavo con mezzi molto esclusivi. Ma come è noto a tutti nel mondo del poker, gli ultimi anni sono stati difficili per me. Ho quindi dovuto abbassare un po' le mie spese personali. Oggi sono un viaggiatore normale che si concede qualche piccolo lusso di tanto in tanto. Per venire qui a Las Vegas viaggio con SouthWest (una compagnia low cost americana, ndr)".
Ciò significa che Gus Hansen sia broke? Assolutamente no. Nessuno sa spiegarsi come faccia ad essere un pozzo senza fondo online, ma è certo che nel contesto live sia un giocatore di alto livello (specialmente nei Mixed Games). E infatti al ritorno a Las Vegas dopo la sua "great summer" ha subito incassato una vincita importante.
"Vengo a Las Vegas non solo per il poker. So che molti non se ne rendono conto ma qui c'è molto più del poker... in ogni caso, per quanto riguarda il gioco posso dire che dopo una "grande estate" pensavo che avrei dovuto fronteggiare un lungo e difficile inverno. Invece sembra che il lungo inverno sia stato cancellato, ieri ho vinto molto bene nella Bobby's Room. Se hitti bene e sei nel giusto mindset vinci un sacco di soldi ed è quello che mi è successo ieri. Credo proprio che sarà un grande autunno".
L'amore per il padel e la frecciatina agli americani
Dopo aver rassicurato i suoi fan, Gus ha parlato di una delle sue più grandi passioni oltre al gambling: lo sport. Nello specifico ha parlato del padel, la sua nuova specialità.
"Sono un buon amatore nel padel ma i professionisti sono su un altro livello. Io sto ancora cercando di vincere un singolo punto contro un pro, perché loro sono fortissimi. Hanno il fisico, i riflessi, la tecnica, la potenza. A padel si gioca in doppio quindi è un gioco con una componente sociale molto forte".
Gus ha poi tirato una frecciatina agli americani, spesso nel mirino dei suoi commenti sarcastici. Lo ha fatto deridendo il racketball, ovvero la variante a stelle e strisce dello squash.
"Lo squash è un grande gioco, il tennis è un grande gioco, il padel è un grande gioco. Il racketball è un gioco stupido e lo giocate solo voi americani. Vent'anni fa ho giocato a squash contro il #1 al mondo di racketball e dopo l'incontro mi disse che finalmente si rendeva conto di quanto fosse stupido il racketball".
"Il Gus Hansen 21enne ammirerebbe il Gus Hansen attuale"
Infine, Gus ha voluto rassicurare tutti: è vero che le perdite ai tavoli lo hanno costretto a fare un netto level down da un'esistenza baller a una più normale, ma non per questo ha smesso di godersi la vita.
"Sono una persona con una mentalità molto aperta, soprattutto per quanto riguarda il sesso. Penso che ogni cosa sia permessa se ci sono adulti consenzienti. Posso assicurarvi che se il Gus Hansen di 21 anni vedesse il Gus Hansen di oggi, a 44 anni, direbbe che è un grande. Non c'è paragone rispetto a quando ero più giovane".