Fra tutti i teoremi più famosi che circolano da anni tra gli appassionati di poker, quello di Aaron "aejones" Jones non è così famoso, ed è un peccato, perché è anche uno dei più divertenti.
Lo statunitense lo "formulò" nel 2007 scrivendo su TwoPlusTwo, e nonostante sia stato scritto con intento chiaramente ironico si basa comunque su un riscontro oggettivo, ovvero che in un piatto di cash game 6-max heads-up spesso entrambi i giocatori non incontrano i favori del board, e questo specie allora portava a conseguenze piuttosto esilaranti.
"Quello che sto per scrivere con tutta probabilità sarà destinato a rivoluzionare il modo in cui il poker è giocato - premette - il mio teorema afferma che nessuno ha mai niente. Dopo anni di pratica nel No Limit Hold'em ho scoperto che nessuno ha mai una dannata mano, e ovviamente ho dati che lo dimostrano".
Come in questa mano del NL400, dove apre a 12 dollari con 100 big blinds effettivi con 3 3 , venendo chiamato dal bottone. Il flop è a 9 8 . Jones punta 20 $, ma viene rilanciato fino a 66 dollari. Decide quindi di 3-bettare fino a 168 dollari, e di chiamare il push del suo avversario, che allo showdown mostra 7 4 , non migliorando fra turn e river.
"Per quanto il mio teorema sia infallibile da un punto di vista teorico, non lo è nei risultati - prosegue scherzando - potremmo quindi dire che è non consequenziale, forse perfino Kantiano".
Per dimostrarlo mostra quest'altra mano, nella quale al NL1000 dopo un'openraise e due call squeeza dal grande buio a 185 $ con a 8 , venendo chiamato solo da uno dei suoi avversari. Il flop si presenta con 5 k 2 . Aaron punta 260 $, subisce un rilancio fino a 700$ e mette il suo avversario ai resti, venendo chiamato. Il cut-off gira j 9 , ma il turn 10 ed il river q gli consegnano una improbabile scala.
"Per queste ragioni - conclude - io consiglio di puntare molto, rilanciare molto e soprattutto chiamare spesso". E chissà se nel 2013 quest'arma può rivelarsi ancora efficace...