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Jim Bechtel, l’agricoltore che può emulare Stu Ungar

wsop-banner-1Nel 1993 il poker era ancora ben lontano dal diventare disciplina amata e praticata da milioni di appassionati. E a maggio, appena in 220 si erano presentati al Main Event delle World Series Of Poker.

Tra loro c’era il 41enne Jim Bechtel, che di professione faceva l’agricoltore e possedeva piantagioni di cotone in Arizona. Jim era anche grande appassionato di poker, un gioco che aveva scoperto molti anni prima e che gli aveva già regalato qualche soddisfazione come il secondo posto a un evento WSOP del 1979.

Quattordici anni dopo quella vittoria mancata per un soffio, Bechtel si ripresentava con rinnovate ambizioni, poichè stavolta in ballo non c’era un evento qualunque ma il Main Event, e al final table solo il professionista John Bonetti poteva vantare uno stack superiore a lui.

Una delle rarissime immagini della vittoria di Jim Bechtel nel 1993
Una delle rarissime immagini della vittoria di Jim Bechtel nel 1993

La prima svolta arrivò quando Bechtel si liberò di Mansour Matloubi, altro poker pro che tre anni era diventato campione del torneo più importante al mondo, in una edizione destinata a passare alla storia: quella in cui il povero Stu Ungar non si era più presentato al tavolo dopo avere dominato i primi giorni di torneo, ma l’enormità dello stack che aveva accumulato fu sufficiente per garantirgli l’ottavo posto finale…

Così nel 1993 Matloubi si dovette accontentare del quarto posto, ma la seconda e decisiva svolta per il torneo arrivò poco dopo: Bechtel eliminò anche Bonetti avviandosi all’heads up finale da strafavorito, potendo contare su uno stack molto più lungo rispetto al suo ultimo rivale, Glenn Cozen.

Qui le cronache raccontano di un episodio allora inedito: dopo appena due mani di gioco, Cozen andò allin con il suo stack ridotto, e Bechtel chiamò senza guardare le carte: allo showdown Glenn mostrava 7 4 , mentre Jim partiva davanti con j 6 e, dopo il board 10 3 8 2 5 , si laureò campione. Ancora oggi, il suo Jack high dovrebbe essere il punto più basso con cui un giocatore abbia mai vinto il WSOP Main Event.

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Facciamo un salto in avanti di 22 anni, durante i quali Bechtel ha raccolto altri 17 piazzamenti WSOP. Niente più braccialetti per lui, ma un feeling particolare per i momenti storici (finì al quarto posto nel Poker Players Championship – che allora si chiamava semplicemente 50.000$ H.O.R.S.E. – vinto dal leggendario Chip Reese). Un salto in avanti che ci porta fino alla notte scorsa.

Le statistiche dicono che tra i 661 qualificati al day 4 c’erano ancora 5 vincitori di Main Event: Phil Hellmuth, Scotty Nguyen, Ryan Riess, Joe Hachem e appunto Jim Bechtel. Indovinate un po’ chi è l’unico a imbustare chips per il day 5? Esatto, proprio lui.

Un milione e centoventicinquemila pezzi, 53esima posizione su 237 giocatori ancora in corsa. Ma la sua corsa vale qualcosa in più rispetto agli altri 236: vale un bis che non si verifica dal 1997, l’anno dell’ultima grande recita di Stu Ungar.

 

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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