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Patrick Leonard: “Puoi anche essere Fedor Holz, ma non hai più del 50% di possibilità di chiudere le WSOP in profitto”

Al giorno d’oggi sembra che per molti professionisti sia fondamentale giocare i super high roller in giro per il mondo. Non importa che siano stakati anche al 90%, l’importante è esserci. Nonostante i buy-in proibitivi e i field di altissimo livello, per molti poter giocare con regolarità i tornei più costosi delle WSOP o del Pokerstars Championship significa essere arrivati.

Poi c’è Patrick Leonard. Da sempre il professionista inglese ha scelto di impostare la sua carriera in maniera completamente differente: gioca pochissimi high roller scelti con gran cura e dedica gran parte del suo tempo a stakare giocatori promettenti per i tornei inferiori ai $10.000.

Mentre una gran parte dei professionisti punta agli high roller da $25.000, $50.000 e $100.000, Leonard gioca i tornei mid-stakes e finanzia decine di giocatori da tutto il mondo.

Dal suo punto di vista, questa è la strategia più profittevole. Una strategia che lo ha fatto diventare milionario nel corso degli ultimi anni grazie alla sua piattaforma di staking BiTB (di cui avevamo già parlato qui).

Eppure, nonostante il profitto da capogiro ottenuto finora, Leonard mette in guardia chiunque voglia buttarsi in questo mondo: lo staking è una pratica estremamente difficile.

Patrick Leonard: “Nessuno ha retto alla prova del tempo nello staking”

“Tutti dicono che stakare sia facile, ma nessuno di quelli che facevano staking cinque anni fa è ancora in giro“, ha dichiarato il pro inglese a CalvinAyre.com. “Nessuno ha superato la prova del tempo. Perché lo staking è difficilissimo: si deve trovare e migliorare un giocatore talentuoso, ed è necessario individuare i problemi in anticipo”.

Attualmente Leonard sta stakando decine di giocatori di tutto il mondo. È in profitto, ma solo perché dietro alle sue decisioni c’è sempre uno studio approfondito del giocatore e delle sue abilità, oltre a una programmazione dettagliata dei tornei da giocare.

“Credo che solo uno su mille tentativi di staking funzioni davvero. Tutti i forum di staking che esistevano cinque anni fa sono finiti male e la gente ha perso un sacco di soldi”.

 

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Lo staking non è giocare d’azzardo

Leonard ritiene che per anni lo staking sia stato considerato qualcosa di simile al gioco d’azzardo. La sua impostazione è completamente differente.

Il modo in cui faccio staking non è gambling. In passato c’erano persone che avevano cinque “cavalli”; li portavano in giro per il mondo, soggiornavano in hotel costosi e andavano tutti insieme a Las Vegas sperando di vincere un milione di dollari. Ogni settimana vincevano o perdevano $500.000. Questi swing sono difficili da sostenere e gestire”.

“Alle WSOP nessuno ha più del 50% di possibilità di chiudere in attivo”

Patrick Leonard completa il suo ragionamento con un punto di vista alternativo sulle World Series Of Poker. Durante questa kermesse è molto facile perdere i massimi perché ci sono tornei ogni giorno, alcuni con field oceanici, altri con pochi iscritti ma con un livello medio altissimo.

Il professionista inglese è convinto che nessuno abbia più del 50% di possibilità di chiudere la trasferta a Sin City in profitto. Questa certezza lo ha spinto a lanciare una prop bet.

Patrick Leonard

“Se un giocatore partecipa esclusivamente agli EPT e ai tornei online domenicali, le sue possibilità di chiudere l’anno in profitto sono del 20%. Il prossimo anno offrirò una bet a chiunque sia interessato: scommetterò a quote pari che non riuscirà a chiudere le WSOP in profitto“.

“Non importa che tu sia Fedor Holz, Jason Koon o Isaac Haxton: hai meno del 50% di possibilità di chiudere le WSOP in attivo“.

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