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Patrik Antonius: “GTO? Vincere a poker è più semplice di così”

Il ritorno di Patrik Antonius sulla scena dei tornei live è una ottima notizia per tutto il mondo del poker, non solo perché gli appassionati del gioco possono rivedere in action uno dei più forti e vincenti professionisti al mondo ma anche perché il top player finlandese è un personaggio capace di (ri)portare ai tavoli molti suoi fans.

Di ammiratori, Antonius ne ha tanti. Merito dei suoi modi di fare molto sobri e pacati, così in contrasto con un gioco che spesso ha toccato momenti di aggressività inarrivabili. Patrik è a tutti gli effetti un punto di riferimento per tantissimi amanti del poker e il suo ritorno è stato accolto con grande entusiasmo da tutta la comunità internazionale.

La domanda che molti si sono posti riguarda il motivo alla base di questa decisione. Perché Antonius ha scelto di tornare a grindare i tornei? Un quesito che gli ha posto Sascha Salinger di Pokernews.com durante l’ultimo EPT di Praga.

Patrik Antonius, dal cash game high stakes ai tornei

È semplicemente successo“, ha risposto Antonius con la sua consueta flemma. “Non viaggiavo più molto per il cash game high stakes e nel frattempo i tornei hanno iniziato a diventare sempre più grandi, con field grandi e premi interessanti. Mi diverto, è divertente giocare i tornei dopo 10 anni di pausa”.

Dopo 10 anni a vincere milioni di dollari nel cash game live e online, Patrik ha quindi fatto ritorno sulla scena dei tornei live con l’intenzione di restarci. Anche perché i risultati ottenuti sono stati molto notevoli: nel 2018 ha incassato $5.022.013 in appena 11 piazzamenti a premio. Un rendimento che lo ha spinto ad accantonare un po’ il suo “main game”, ovvero il cash game high stakes.

“Il cash game è un gioco totalmente differente. Nel cash game giochi sempre contro gli stessi giocatori mentre nei tornei la competizione è in costante cambiamento. Nel cash game high stakes vivi moltissimi alti e bassi mentre nei tornei sai già quanto investi all’inizio. Mi piacciono entrambi, a volte mi capita di giocare il cash per tanti giorni consecutivi e mi diverte. In questo momento, però, mi piace molo giocare i tornei“.

 

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“Il poker nei torneo è un gioco sociale”

Il motivo è legato, probabilmente, anche ai tanti anni passati a giocare per cifre altissime contro avversari impenetrabili. Lo si intuisce da queste sue dichiarazioni d’amore nei confronti dei tornei.

“Ciò che mi piace dei tornei è che chiunque si può qualificare a un evento grosso come l’EPT di Praga, venire qui e vincere una cifra che gli cambia la vita. È eccitante, ogni torneo ha degli iscritti che possono vincere cifre che gli stravolgeranno la vita. La cosa più bella del poker è che conosci sempre nuove persone. Una delle skills più importanti è saper leggere i giocatori nuovi ed estrapolare informazioni da loro. Il poker sportivo è un gioco molto sociale, almeno ai primi livelli del torneo”.

Patrik Antonius sulla GTO

Infine, il professionista scandinavo ha detto la sua sulla GTO, l’approccio matematico adottato da gran parte dei regular degli high roller live. Dal suo punto di vista il poker non è così complicato come viene descritto ultimamente.

“Tante cose sono naturali per me nel poker e mi limito ad aggiustare il mio gioco alla situazione in cui mi trovo. Credo che al giorno d’oggi si parli tanto di GTO, matematica e strategie avanzate quando in realtà il poker è un gioco molto più semplice di così. Devi saper leggere gli avversari, devi scoprire i loro range e il resto viene naturale. Devi prendere buone decisioni, non c’è altro”.

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