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Phil Ivey

Phil Ivey finalmente eleggibile per la Poker Hall Of Fame, ma l’Asia potrebbe ritardare il suo ingresso

Entrare nella Poker Hall Of Fame è il sogno di tutti quei giocatori di poker appartenenti alla generazione pre-online. Infatti, se è quasi scontato che i vari Viktor Blom e Dan Colman siano completamente disinteressati a questo tipo di riconoscimento, è altrettanto vero che i professionisti della vecchia scuola sognano di vedere il proprio nome accanto a quello di leggende come Doyle Brunson e Chip Reese.

Poker Hall of Fame: Max Pescatori ci riprova, ma Ivey è imbattibile

Tra questi c’è anche il nostro Max Pescatori. L’anno scorso il Pirata ci spiegava i motivi per cui ritiene di avere tutte le carte in regola per entrare nella Poker Hall of Fame, nonostante il parere negativo (e ingiustificato)  di Daniel Negreanu rispetto alla sua candidatura.

Max rientra in tutti i parametri richiesti:

  • Il giocatore deve aver giocato a poker contro una concorrenza riconosciuta.
  • Deve avere almeno 40 anni.
  • Deve aver giocato gli high stakes.
  • Deve aver giocato con costanza, guadagnandosi il rispetto dei colleghi.
  • Deve aver superato la prova del tempo.

Se l’anno scorso fu Negreanu a remargli contro, quest’anno il professionista italiano dovrà fare i conti con una candidatura fortissima, secondo molti imbattibile: quella di Phil Ivey.

 

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Phil Ivey nella Poker Hall of Fame al primo anno come Negreanu?

Il criterio riguardante l’età minima per essere eletti è stato introdotto qualche anno fa, quando nella lista dei candidati ci finì il giovane Tom Dwan. Per molti esponenti della vecchia guardia (molti dei quali già dentro la Poker Hall of Fame, come Doyle Brunson) era semplicemente inaccettabile che un ragazzo di 23 anni avesse questa possibilità.

Da allora nessun candidato può avere meno di quarant’anni. Questa circostanza ha ritardato l’ingresso di Daniel Negreanu, poi inserito ufficialmente proprio nell’anno del suo 40esimo compleanno.

Negreanu parla dopo l’introduzione nella Poker Hall of Fame

Il primo febbraio di quest’anno, anche Phil Ivey ha compiuto 40 anni. Considerando tutto ciò che ha ottenuto nel mondo del poker, è scontato che sarà almeno nella lista dei candidati. Per alcuni è anche certo che verrà inserito nella Poker Hall of Fame, perché parliamo di uno dei giocatori più famosi e vincenti nella storia del poker.

Tuttavia, c’è anche chi crede che la lontananza da Las Vegas e dalle WSOP degli ultimi anni gli costerà l’ingresso…

Le partite di Macao e Manila influenzeranno negativamente la candidatura di Ivey?

Riprendendo i quattro criteri necessari per l’ingresso nella Poker Hall of Fame, è lampante che nessun giocatore sia più adatto di Phil Ivey.

Il professionista residente in California ha giocato contro i più forti al mondo, ha preso parte alle partite più alte in assoluto, ha compiuto 40 anni, si è guadagnato il rispetto dei colleghi e ha superato la prova del tempo.

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Ciononostante, c’è un fattore che potrebbe penalizzare Ivey: le partite private asiatiche.

Un candidato alla Poker Hall of Fame che non è quasi mai a Las Vegas

L’ingresso viene infatti deciso in ultima battuta da un gruppo di giocatori, addetti ai lavori (tournament director, organizzatori di tornei etc) e giornalisti del settore che tengono in forte considerazione la vicinanza del candidato a Las Vegas. Come tutti sanno, da diversi anni Phil trascorre gran parte del tempo in Asia (a Macao prima e a Manila poi) per giocare nelle partite private high stakes con i businessman cinesi.

Questa circostanza ha suscitato l”invidia di molti colleghi americani nel corso del tempo, ma non è solo una questione personale: scegliendo di giocare in Asia, Ivey ha anche tolto action e fama alle poker di Las Vegas. Un colpo basso, secondo molti, considerando che l’Aria Casino gli ha persino dedicato una poker room (la Ivey’s Room).

Cash game a parte, Phil ha anche snobbato le WSOP. L’ultimo ITM alle World Series risale al 2014 e anche se in questi giorni si trova a Las Vegas non si è ancora fatto vedere nelle sale del Rio. Con ogni probabilità le cifre in palio alle WSOP non sono più allettanti per lui che gioca con stack milionari a Manila, ma questo fattore potrebbe pesare sulla scelta finale. Come ci disse Max Pescatori, molti a Las Vegas sono convinti che il poker esista solo dove giocano loro…

I numeri di Phil Ivey parlano da soli

C’è però da dire che il mancato ingresso di Phil Ivey farebbe molto rumore. La sua fama e i suoi numeri sono inarrivabili per la stragrande maggioranza dei professionisti.

Ivey ha incassato 23.8 milioni di dollari lordi nei tornei dal vivo grazie a 151 piazzamenti a premio. Ha conquistato 10 braccialetti alle WSOP e ha vinto complessivamente 30 tornei in carriera.

Nel cash game high stakes è noto come uno dei giocatori più forti, versatili e vincenti di sempre. Solo in questa disciplina ha incassato decine di milioni di dollari, tanto live quanto online: il suo nickname “Phil Ivey” su Full Tilt Poker resta il più vincente nella storia del poker online grazie al profitto di 19.2 milioni di dollari.

Daniel Negreanu con Phil Ivey a un tavolo WSOP di qualche anno fa

Il suo ingresso nella Poker Hall of Fame è quindi una formalità, il dubbio riguarda la possibilità di entrare alla prima annata disponibile, come avvenuto per Daniel Negreanu. Entrambi sono giocatori estremamente noti e vincenti, ma il canadese, a differenza di Ivey, non si è mai allontanato da Las Vegas… Un fattore che potrebbe risultare determinante.

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