Gli esperti marketing delle poker rooms e dei bookmakers ne inventano di tutti i colori pur di garantire maggiore visibilità possibile al proprio brand. L'ultima provocazione arriva da una nota compagnia di scommesse irlandese che ha mandato su tutte le furie la diplomazia americana ed ha fatto gridare allo scandalo gli opinion leader statunitensi.
Pochi giorni fa, il Governo di Pyongyang ha annulato la visita ufficiale di Robert King, inviato della Casa Bianca incaricato di trattare il rilascio del missionario Kenneth Bae, condannato in Corea, per aver tentato - così sostiene l'accusa - di "rovesciare" l'attuale dittatura. Negli States sono convinti che non sia così: il missionario cristiano dovrà sostenere una pesante condanna ai lavori forzati per 15 anni, per aver introdotto "materiale di propaganda" (come un documentario della National Geographic...) nel Paese asiatico.
Negli States l'opinione pubblica si è infiammata per l'affronto diplomatico. E l'ex campione di basket (ha vinto cinque titoli NBA) Dennis Rodman ha preso la palla al balzo ed è volato in Corea del Nord poche ore dopo, presentandosi con un cappellino brandizzato dal bookmaker, sfruttando la sua amicizia con il leader nordcoreano Kim Jong Woon (terzo figlio di Kim Jong-il, dittatore storico per 17 anni fino al 2011).
La provocazione non è passata inosservata e i marketing manager irlandesi hanno fatto "bingo", conquistando le prime pagine dei quotidiani statunitensi, con la foto di Rodman che si imbarca per l'Asia, con il logo della compagnia ben in evidenza. Le immagini non sono casuali: Rodman è stato ufficialmente ingaggiato per il discusso viaggio e verrà girato anche un documentario su questa trasferta.
In apparenza, sembrava che Rodman si fosse recato in Corea proprio per trattare il rilascio del suo connazionale, ma è la stessa ex stella dei Chicago Bulls a smentire: "non sono in missione diplomatica, l'unico scopo di questa visita è quella di promuovere il basket". In realtà Rodman ha voluto sfruttare le sue amicizie nordcoreane per suoi interessi personali, dovuti all'ingaggio dello sponsor.
Al Governo di Kim Jong Woon (grande appassionato di basket) il viaggio di Rodman - con un timing perfetto - è piaciuto ed è stata l'ennesima provocazione nei confronti della Casa Bianca. I due sono amici: nell'ultimo incontro, avvenuto a marzo, hanno guardato insieme una partita NBA.
L'opinione pubblica statunitense ha attaccato frontalmente Rodman che per motivi pubblicitari ha fatto il gioco di "un dittatore che governa incontrastato un paese, dove ci sono circa 150.000/200.000 condannati ai lavori forzati". D'altronde se è da sempre riconosciuto come il "Bad Boy" del basket statunitense, un motivo ci sarà...