Ryan Fee è un professionista statunitense noto soprattutto per due circostanze: la grande costanza di risultati che è riuscito ad accumulare dal 2007 a oggi nei tornei (dal vivo e online) e l'ormai storica guida per battere il cash game 6-max. Chi segue il poker da qualche anno ha sicuramente sentito parlare della "Ryan Fee’s 6-Max NL Strategy Guide" (che potete trovare tradotta qui), un vero e proprio libro di riferimento per tutti coloro che vogliono migliorarsi nel cash game.
Grazie a quella risorsa completamente gratuita, Ryan Fee è diventato presto l'idolo di migliaia di appassionati di poker. Recentemente il professionista statunitense si è lanciato in un progetto molto ambizioso con l'amico Doug Polk: Upswing Poker, una scuola di poker che non si limita a trattare argomenti tecnici ma anche tutto ciò che significa vivere di poker.
In un lungo post del 9 agosto, Ryan ha parlato della sua carriera, dei suoi inizi e di ciò che ha significato, per lui, scegliere di diventare professionista invece di seguire un percorso di vita normale. Una storia positiva e sicuramente motivazionale per tutti coloro che vorrebbero seguire le sue orme.

"Quando frequentavo il liceo ho avuto un crollo perché dal mio punto di vista la scuola e più in generale la struttura educativa sono designate per servire le masse", racconta Fee partendo da molto lontano. "Ho capito che la scuola non faceva per me e che mi annoiava tremendamente la routine del lunedì-venerdì".
Dopo questa presa di coscienza Ryan ha deciso di ribellarsi al percorso prestabilito che si trovava davanti. "A 14 anni ho iniziato a giocare a molti giochi di carte e videogames (Warcraft III). Volevo fortemente fare soldi attraverso qualcosa di simile ai videogiochi, qualcosa di molto competitivo che mi ricompensasse per i miei sforzi".
All'ultimo anno di liceo ha scoperto il poker, un "semplice gioco" che non smetterà mai di ringraziare per avergli dato la possibilità di essere felice. "Per tutta la parte iniziale della mia carriera credevo di aver scelto la vita del giocatore professionista di poker per non fare un lavoro normale. In realtà ho scelto la felicità al posto di una vita miserabile".
Una persona così allergica alle aspettative della società non poteva che sognare ad occhi aperti di fronte alla prospettiva di una vita passata a guadagnarsi il pane ai tavoli (virtuali o reali), senza obblighi, capi da cui prendere ordini e orari prestabiliti. Per questo motivo, fin dall'inizio, Ryan Fee ha dato tutto se stesso per diventare un poker pro: "Mi svegliavo ogni mattina e grindavo online per un'ora prima di andare a scuola; poi tornavo alla sera e divoravo ogni tipo di risorsa disponibile online sul poker".
La grande determinazione gli ha permesso, visto anche il livello dell'epoca, di primeggiare e ottenere fin dall'inizio ottimi risultati nel cash game. "Inizialmente ho depositato $300 e ho iniziato a giocare no-stop. L'aspetto del profitto aveva un effetto molto positivo sul mio desiderio di volere essere il migliore a qualcosa. Nel corso del primo anno ho trasformato i $300 in $17.000, poi ho detto a mio padre che la scuola non faceva per me e che l'avrei lasciata".
Con l'esperienza di oggi, Ryan Fee può analizzare con lucidità i motivi dietro a questa importante decisione: "Non l'ho fatto come gesto di ribellione. Tutto si riferiva alla volontà di fare un lavoro che mi facesse sorridere e venir voglia di tornare a giocare il giorno successivo".

Quasi come se gli Dei del poker volessero premiare il suo attaccamento al gioco, per Ryan tutto iniziò a girare per il meglio: "Nel secondo anno trasformai i $17.000 in $200.000, spostandomi a giocare al $10-$20. Per celebrare l'annata sono andato a trovare degli amici in Costa Rica e mi sono iscritto a un torneo che non avevo pianificato di giocare. Ero ubriaco quando mi sono registrato. Ho quindi giocato il LAPT San Jose Main Event da $3.700 di buy-in e l'ho vinto per $285.000".
Nel giro di due anni un giovanissimo Ryan Fee è passato dall'essere un irrequieto studente del liceo al ritrovarsi con un bankroll di mezzo milione di dollari. Da lì in poi non si è più fermato e ancora oggi vive con il poker, un "semplice" gioco che gli ha permesso di essere felice.