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Stu Ungar story: quando riuscì a contare 6 mazzi di carte al blackjack contro Bob Stupack

Viaggio nel mito di Stu Ungar, scopriamo le curiosità e gli aneddoti più interessanti su uno dei personaggi più noti e controversi del gambling mondiale. Lungi da noi fare i moralisti o esprimere un giudizio sulla sua vita sfrenata e senza limiti, ma è nostro obbligo etico (ed anche legale), mettere in guardia le nuove generazioni sui pericoli subdoli del gioco minorile, patologico e non responsabile (la gestione del bankroll non esisteva per lui), oltre che sull’uso di droghe ed alcool.

Seconda parte – Quando si parla di Stu Ungar, del mito, lo si associa sempre ai suoi successi nel texas hold’em e nel gin rummy. Ma in pochi sanno che Stuart era anche un fenomenale giocatore di blackjack. Prima di arrivare a sfidare il banco dei casinò, però aveva rafforzato la sua fama di cattivone, mandando rotti diversi regular di Vegas.

Ha messo fine alla carriera del più forte giocatore dell’epoca di rin rummy Harry Stein, detto Yonkie, distrutto, mandato rotto come se fosse uno qualsiasi, uno sprovveduto entrato per la prima volta in una sala di un casinò. Nessuno volle più giocare contro lui, nonostante Stu concedesse vantaggi importanti agli avversari.

Un aneddoto interessante: durante un testa a testa di cash game, fu avvertito che il suo oppo stava truccando le carte. Ungar rispose: “lo so…ma continuo perché sono sicuro di vincere”. Ciò avvenne puntualmente.

Come detto era il terrore dei casinò. Per quale motivo? Aveva una memoria fotografica unica che possedevano in pochi. Questa sua qualità gli permetteva di contare le carte anche se ad Atlantic City gli etichettarono la nomea di baro.

In realtà contare le carte, senza supporti esterni, non è mai stato illegale in Nevada, ma i casinò non hanno mai gradito…

La verità è che contava le carte con una facilità disarmante, con ogni probabilità senza trucchi. La controprova nel 1977, quando scommise 100.000$ contro Bob Stupack, giocatore professionista di poker (ha vinto un braccialetto WSOP nel Deuce to Seven) e proprietario di un casinò a Las Vegas.

Bob era noto per le sue scommesse pazze: nel 1989, puntò 1 milione di dollari sul 23esimo Super Bowl di football americano, vincendo. Dodici anni prima la scommessa contro Ungar però non andò allo stesso modo.

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I 100mila bigliettoni in ballo riguardavano proprio la capacità di Stu di contare 6 mazzi di blackjack. Ungar doveva indovinare le ultime 3 carte per ogni mazzo e ci riuscì 6 volte su 6.

A Las Vegas nessuno voleva più sedersi ai tavoli cash di gin rummy, trovava sempre difficoltà a trovare action e il suo Il suo nome era il terrore di molti rounders di SinCity. Ben presto lo divenne anche per le sale da gioco.

Il culmine una sera al Caesars Palace quando vinse 83.000$ al blackjack, prima di essere bloccato dal manager della nota sala da gioco che diramò le sue foto segnaletiche a tutti i casinò del Nevada. Per Stu il 21 non era più un numero magico. Non gli rimaneva che il poker. Da quel momento la storia del Main Event WSOP sarà riscritta.

Fine seconda parte – continua

Stu Ungar Story – prima parte 

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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