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Tapie: ’manca la licenza ma siamo vicini a Full Tilt’

bernard-tapieLa guerra fratricida tra i soci di Full Tilt Poker non dovrebbe essere un problema per l’acquisizione del sito da parte di Bernard Tapie. Ne è convinto il finanziere francese ed anche il figlio Laurent lo ribadisce: “la due diligence sta per essere conclusa e salvo sorprese dell’ultimo momento, confidiamo di poter concludere l’affare entro la fine di febbraio. La sottoscrizione del contratto di acquisizione è imminente, Chris Ferguson non è un problema perché il deal è già stato convalidato”.

Laurent Tapie si riferisce al consenso ufficiale della scorsa settimana (con votazione a maggioranza) da parte dei vecchi soci che hanno approvato la “confisca volontaria” dell’intero patrimonio del gruppo a favore del DoJ. Purtroppo però qualche “sorpresina” dell’ultimo momento è venuta fuori, in particolare sulla questione spinosa dei prestiti non restituiti da Ivey, Matusow ed altri giocatori (ne parliamo più avanti).

Jesus contro tutti
A poche ore dalle dichiarazioni di Tapie junior a iGamingFrance, Ian Imrich, il legale di Chris Ferguson ha fatto capire che alcune azioni giudiziarie, intraprese da Jesus contro il CEO Ray Bitar, potrebbero rallentare il processo di acquisizione. Imrich ipotizza anche uno slittamento di alcuni mesi, al massimo entro giugno, ma non esclude che l’accordo possa essere reso effettivo anche con qualche settimana di anticipo.

La querelle
Il nodo sui tempi è proprio questo: Ferguson pretende un resoconto finanziario su alcune operazioni gestite da Bitar che sarebbero ritenute molto sospette agli occhi di Jesus. Imrich lo accusa di appropriazione indebita. Tali pretese però rischiano di impedire al Dipartimento di Giustizia di dare la propria autorizzazione all’acquisizione definitiva, essendo pendenti ancora importanti contenziosi tra i soci. Insomma, ci sono ancora aspetti da chiarire in questa vicenda oscura e non è da sottovalutare il fatto che Ferguson, Bitar, Furst e Lederer devono depositare entro il 19 marzo 2012, al Dipartimento di Giustizia di New York, le proprie memorie difensive. Per questo motivo Ferguson cerca prove che lo potrebbero scagionare ed inchiodare l’ex socio.

Tutela players
La speranza è che prevalga il buon senso da parte di tutti, in primis dei procuratori e dei vecchi azionisti che dovrebbero dare – per una volta – la priorità alla tutela degli interessi economici dei players. Proprio per questo motivo si confida di poter convincere Ferguson a desistere ad eventuali e gravi azioni nei confronti dell’ex amministratore delegato della red room.

Azioni giudiziarie
Una cosa è certa: Full Tilt Poker verrà salvata da Bernard Tapie e su questo aspetto siamo ottimisti da molti mesi, fin dalla sottoscrizione della prima lettera d’intenti, con tutti i vari accordi intermedi che sono seguiti.  Il più importante è stato quello del 24 gennaio, quando gli azionisti di Tilt hanno dato il loro assenso al passaggio di consegne definitivo degli asset al DoJ che – in cambio – si è impegnato a chiudere il procedimento di decadenza civile nei confronti dell’azienda e dei soci. Rimangono pendenti solo le azioni penali nei confronti di Ray Bitar e Nelson Burtnick ed il successivo reclamo civile modificato nei confronti di Ferguson, Lederer e Furst.

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Finanziamenti Tapie
laurent-tapieDopo l’accordo del 24 gennaio, la palla passa nelle mani di Bernard Tapie che dovrà versare al DoJ 80 milioni di dollari e impegnarsi a rimborsare tutti i players non statunitensi, per circa 150 milioni. Ci risulta che Tapie si sia mosso con alcune banche d’affari per ottenere dei finanziamenti ai fini della conclusione dell’operazione. Notizia confermata da autorevoli fonti, in particolare dal famoso consulente legale Wendeen H. Eolis che ha commentato: i finanziamenti non sono necessari per la conclusione dell’accordo ma Tapie è sempre riluttante a finanziare queste operazioni con il proprio denaro”. Eolis ha anche confermato la presenza di misteriosi soci statunitensi al suo fianco.

Licenza
Laurent Tapie ha ribadito: “c’è ancora una lunga strada da percorrere prima della riattivazione del sito online.  La speranza è per l’ 1 marzo”. Il figlio del finanziere francese ha sottolineato anche a Gaming Intelligence: “dobbiamo ancora completare la nostra due diligence e soprattutto riattivare la licenza”.

Ultima ora: giallo debiti Phil Ivey & C.
Gli scenari però cambiano di minuto in minuto (consideriamo che siamo ancora in fase di la due diligence) e poche ore fa è emersa l’ennesima questione spinosa che ha mandato su tutte le furie Bernard Tapie: gli analisti di fiducia del finanziere transalpino hanno scoperto che la situazione finanziaria è peggiore di quanto sperato. ballano dai 10 ai 20 milioni di dollari. Si tratta della somma totale dei prestiti concessi da Full Tilt Poker a beneficio dei players Phil Ivey, Layne Flack, David Benyamine, Erick Lindgren. Barry Greenstein, Mike Matusow. Il problema è che i players non hanno mai restituito tali somme e non si sono neanche impegnati a farlo per il futuro.  La lista dei giocatori è stata resa nota dall’avvocato di Tapie, Behn Dayanim che ha minacciato di far saltare l’accordo se i giocatori non restituiranno i soldi alla società. Si tratta di una provocazione strategica da parte dell’ex presidente dell’Adidas che vuole indurre Ivey e company a restituire il denaro prelevato. In tutti i casi, un altro bel pasticcio…

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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