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Tony Miles, runner-up al Main Event 2018: “Studiavo la GTO per il cash ma è stata cruciale alle WSOP”

L’ultima edizione del Main Event WSOP si è conclusa senza grande attenzione mediatica e interesse da parte del pubblico. In parte perché al di fuori di un Joe Cada alla ricerca della storica doppietta non erano presenti nomi particolarmente noti, ma anche perché la scelta delle World Series di eliminare la formula dei november nine e al tempo stesso tenere come ultimo evento l’attesissimo Big One For One Drop. Mentre gli ultimi giocatori si giocavano il braccialetto del Main Event, tutti gli occhi erano già puntati sul torneo da un milione di dollari di buy-in.

Alla fine, il vincitore John Cynn resterà uno dei più anonimi di sempre. Verrà ricordato ancora meno il runner-up Tony Miles, nonostante abbia una storia alle spalle molto interessante, che caratterizza il suo percorso ben più dei 5 milioni di dollari vinti chiudendo il Main Event WSOP in seconda posizione.

Miles è stato infatti per tanti anni uno dei tanti professionisti che faticano terribilmente ad imporsi. Riusciva a vincere ma solo il minimo sindacale e spesso si ritrovava coinvolto in lunghi periodi di downswing. Poi, però, ha compreso una grande verità: i migliori giocatori di poker al mondo dedicano molto tempo allo studio. Così ha iniziato a trascorrere meno ore al tavolo e più tempo “in the lab“, ovvero a studiare.

Dal suo punto di vista, la seconda posizione nel Main Event WSOP non è stata casuale. Al contrario, la run positiva è stata un’occasione che ha sfruttato nel migliore dei modi proprio perché era arrivato a Las Vegas pronto psicologicamente e preparatissimo dal punto di vista tecnico. Lo ha spiegato in un podcast di Pokernews.com.

Un cashgamer a un passo dalla vittoria del Main Event

“Avevo pianificato di giocare il Main Event fin dall’inizio dell’estate”, ha detto spiegando che giocare il Main Event non era un’improvvisata. “Io e alcuni amici avevamo affittato un posto da avere come base e avevamo pianificato di giocare tornei e cash game“.

Tony Miles è infatti un giocatore di cash game, non un torneista.

“Il mio main game è il cash game, che gioco nei casinò della Florida. Gioco principalmente a PLO perché credo sia il gioco del futuro. Due volte alla settimana organizzo un home game di No-Limit Hold’em con blinds $5-$10. Ho sempre giocato i tornei solo se erano molto profittevoli”.

L’abbraccio tra John Cynn (vincitore) e Mike Miles (runner-up)

Che i tornei fossero la seconda scelta di Miles lo dimostrano anche i risultati: prima del Main Event, a 33 anni, aveva solo 11 ITM e $54.000 vinti. Poi è arrivata la deep run della vita e la seconda posizione da $5.000.000. A proposito di quel piazzamento, Miles dice di non aver esultato in un primo momento. Anzi…

“Onestamente ero così stravolto che non mi sono reso conto subito di ciò che avevo fatto. Sono tornato in camera, mi sono buttato sul letto e sono crollato. Solo il giorno dopo, quando mi sono svegliato, ho capito quanto ero andato vicino a vincere. Il primo pensiero è stato quello: ero quasi riuscito a vincere e invece avevo chiuso in seconda posizione. Sono cresciuto in una famiglia molto competitiva, io e i miei fratelli ci sfidavamo sempre e io ho sempre e solo voluto vincere. Onestamente ero un po’ deluso nei primi giorni“.

Tony Miles: “Lo studio della GTO è stato determinante”

Detto del suo spirito competitivo, Tony parla di un altro aspetto che ha contribuito a portarlo al final table più prestigioso al mondo: lo studio.

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“Io sono principalmente un cashgamer, gioco da tanti anni e ogni volta che mi siedo al tavolo mi sento molto a mio agio. Tuttavia, nel tempo mi sono reso conto che ci sono altri reg bravi e ci sarà sempre quello più preparato di me. Ho quindi capito che è fondamentale studiare“.

Nonostante non sia un giocatore di poker online, Tony si è messo a studiare come molti top player dell’arena virtuale. Il suo obiettivo è stato quindi quello comprendere la GTO e sviluppare strategie basate su questa teoria.

“Negli ultimi due anni ho studiato tanto la GTO perché volevo essere il reg più preparato non solo della mia partita abituale ma dell’intera poker room. Questo aspetto mi ha ovviamente aiutato nella mia carriera nel cash game ma è stato cruciale anche nella deep run al Main Event WSOP: di fronte a giocatori molto forti, provenienti da ogni parte del mondo, avere quelle basi di GTO mi ha aiutato infinitamente dal punto di vista tecnico e mi ha dato la giusta sicurezza per giocare il mio A-Game“.

Tony Miles

“Il duro lavoro trionfa su tutto”

Di fronte a questa rivelazione sulla GTO, è normale che il suo consiglio ai giocatori di poker in difficoltà sia quello di studiare e lavorare duramente. Per Tony Miles la consapevolezza di essere sempre più forte, giorno dopo giorno, vale più di un final table al Main Event WSOP.

“Sono onesto, il mio percorso non è stato sempre facile. Ho la fortuna di avere una madre che mi ha sempre supportato. Ai giocatori che faticano ad emergere direi che il duro lavoro trionfa su tutto. Su un piano personale, perché posso parlare solo per me, io volevo vincere il Main Event ma la sensazione di essere ogni giorno un giocatore migliore e più preparato è una soddisfazione ancora più grande. Lavorare duro è sottovalutato, molti giocatori grindano senza studiare lontano dal tavolo”.

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