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GWENT

Un po’ Hearthstone, un po’ poker: ecco perché GWENT potrebbe essere il gioco del futuro

Se Hearthstone è il gioco del momento tra i collectible card game, in cantiere c’è qualcosa che potrebbe scalzare la creatura di Blizzard dalla vetta della classifica: parliamo di GWENT, prodotto targato CD Projekt.

Se questo nome non vi è nuovo, probabilmente avete giocato alla saga di The Witcher (una delle saghe videoludiche più riuscite della storia): GWENT è infatti il mini-gioco di carte presente nelle avventure di Geralt.

GWENT: è Hearthstone perché…

Attualmente il gioco è ancora in fase beta, aperta solo ad un selezionato numero di gamer. Chi l’ha provato giura che come dinamiche di gioco è al tempo stesso simile e dissimile ad Hearthstone. Ci sono mazzi da creare e carte da giocare, questo è vero, ma sebbene esista un numero minimo, la creazione di un mazzo non pone limiti al numero massimo di carte da inserire.

Carte che possono essere giocate senza alcun costo, tra l’altro. Su Hearthstone ogni carta ha un costo in mana e la quantità di questa ‘valuta’ aumenta di 1 ad ogni turno, fino ad un massimo di 10. Su GWENT il concetto di mana non esiste.

Anche in GWENT le carte vanno disposte sulla board, ma non in maniera orizzontale come succede in Hearthstone. I ‘minion’ si dispongono su tre file: la più avanzata per la fanteria, quella centrale per chi attacca a distanza e quella più arretrata per le macchine d’assedio.

GWENT: è poker perché…

La cosa che differenzia GWENT dagli altri giochi del suo genere, e che in qualche modo lo accomuna al poker, è la possibilità di bluffare e sviluppare strategie sorprendenti. In questo gioco, la differenza la fa anche la capacità di capire quando è giusto concedere la vittoria all’avversario – qualcosa di molto simile al concetto pokeristico del fold.

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Se poi Hearthstone è un gioco di carte in cui ad ogni nuova espansione o avventura si crea un meta (cioè la tendenza a costruire mazzi praticamente identici e nettamente migliori degli altri), GWENT sembra lasciare molto più spazio alle skill e alla fantasia dei giocatori.

Non a caso Lifecoach, ex giocatore di poker e uno dei player di Hearthstone più noti e apprezzati, ci ha messo davvero poco per diventare quasi imbattibile a GWENT – come potete leggere su Reddit.

Sarà il gioco del futuro?

E poi GWENT è… GWENT. Nel senso che questo gioco introduce concetti innovativi nell’universo dei collectible-card game, come l’utilizzo delle spie – servitori da giocare direttamente sulla board dell’avversario – delle carte meteo e di varie tipologie di bonus.

Secondo molti, il gioco della CD Projekt potrebbe diventare ben presto il nuovo Hearthstone, perché sembra un gioco in cui l’effetto dell’RNG è davvero limitato. Insomma, vince (più spesso) il migliore rispetto al più fortunato.

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