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Muslim Ban

Muslim Ban, è bufera sugli eSports. E nel poker?

Lo scorso venerdì, il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, ha annunciato un ordine esecutivo già ribattezzato come Muslim Ban. Una scelta molto controversa, che ha contribuito ad aumentare le proteste nei confronti del successore di Barack Obama.

Il Muslim Ban ha naturalmente implicazioni politiche, ma i suoi effetti si faranno sentire anche in altri settori. Come ad esempio gli eSports, un’industria che per definizione porta professionisti e fan a spostarsi in giro per il mondo in occasione dei tornei, Stati Uniti inclusi naturalmente.

Che cos’è il Muslim Ban

Prima di capire come il Muslim Ban possa influenzare gli eSports, ma anche il poker live, cerchiamo di capire un po’ meglio di che cosa si tratta, senza scendere in considerazioni politiche e/o di parte.

Detto in parole poverissime, questo ordine esecutivo impedisce ai cittadini di sette delle principali nazioni musulmane l’ingresso negli Stati Uniti d’America per i prossimi 90 giorni, e sospende l’ammissione di tutti i rifugiati per i prossimi 120.

Per essere precisi, i sette paesi colpiti dal Muslim Ban sono Siria, Libia, Sudan, Somalia, Yemen, Iraq ed Iran.

Le prime reazioni dei pro di eSports

Sono tantissimi i giocatori di eSports che vivono all’estero e che frequentano regolarmente gli USA in occasione di tornei e manifestazioni, visto che il Nordamerica è uno dei mercati top al mondo per questo settore.

Ad esempio, co-proprietario della GankStars nonché giocatore di Vainglory, ‘IraqiZorro’, è di nazionalità irachena e non potrà recarsi negli USA per partecipare alla prima edizione della Evil Eight, come aveva annunciato il suo team la settimana scorsa.

Come lui, anche Ramin ‘Mr. R’ Delshad, uno dei più forti giocatori di Smash Bros al mondo, ha ricevuto conferma dal consolato olandese che non potrà viaggiare verso gli States per tutta la durata del ban: Delshad ha preso la cittadinanza in Olanda, ma è nato in Iran.

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Gli effetti del Muslim Ban sul poker live

Tra i principali eventi di eSports sui quali il Muslim Ban avrà sicuramente un effetto ci sono il DreamHack Masters di Las Vegas (che si svolgerà dal 15 al 19 febbraio) e probabilmente anche il DreamHack di Austin di fine aprile.

Il ban dovrebbe durare all’incirca 3 mesi, ma questo non significa che non potrà essere anche esteso. Dipende tutto dalla volontà del Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, ovviamente.

Per il momento, l’appuntamento clou del poker a livello mondiale, le WSOP 2017, sembrano essere salve. Ma se Trump dovesse decidere di estendere il Muslim Ban, la kermesse più global del pianeta potrebbe essere per la prima volta menomata di alcuni paesi.

Per farvi un esempio, se le WSOP 2017 si disputassero a ban attivo, un giocatore come Hossein Hensan non potrebbe parteciparvi. Stiamo parlando di un player iraniano che in carriera ha vinto oltre 2 milioni di dollari nei tornei live, grazie soprattutto alla conquista dell’EPT Praga Main Event 2015 e al 3° posto nell’EPT Barcellona Main Event 2014.

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