La community dei gamer e degli streamer piange la scomparsa di Brian ‘PoShYbRid’ Vigneault, trentacinquenne giocatore di World of Tanks, morto intorno alle 4.30 del pomeriggio di domenica 19 febbraio, mentre aveva appena raggiunto le 22 ore di diretta Twitch sulle 24 previste.
Vigneault, 35 anni e tre figli, aveva organizzato questa maratona di World of Tanks per raccogliere fondi da destinare alla Make-A-Wish Foundation, nota organizzazione di beneficenza che si occupa di realizzare i sogni dei bambini affetti da malattie gravi – spesso incurabili.
World of Tanks come veicolo di beneficenza
Non era la prima volta che ‘PoShYbRid’ si lanciava in lunghissime sessioni di World of Tanks per motivi nobili. Ma lo streamer americano, fumatore e consumatore di alcol, sembra avesse problemi di cuore.
Brian stava per completare la 24 ore, quando a un paio d’ore dalla fine ha deciso di prendersi una pausa per fumare una sigaretta. I viewer hanno atteso invano il suo ritorno, tanto da pensare che si fosse semplicemente addormentato per la stanchezza.
Secondo quanto riporta una discussione aperta su Reddit, sembra che uno dei moderatori del canale Twitch di ‘PoShYbRid’ abbia inviato un messaggio allo streamer qualche ora dopo, ricevendo la risposta di un poliziotto, recatosi nella casa di Vigneault, a Virginia Beach. Il trentacinquenne era già deceduto, probabilmente a causa di un mix tra stanchezza, fumo e cuore debole.
‘PoShYbRid’, appassionato di World of Tanks ormai da cinque anni, in carriera era riuscito a raccogliere qualcosa come 11.000 dollari da donare in beneficenza, anche grazie a queste vere e proprie maratone di gioco.
Alcuni precedenti
Sebbene sia la prima volta che uno streamer muore praticamente in diretta, di casi di giocatori deceduti a causa dell’abuso da gaming ce ne sono parecchi. Nel 2015, un ragazzo di 24 anni collassò e morì dopo aver giocato per 19 ore consecutive a World of Warcraft, all’interno di un Internet cafe di Shanghai.
Tre anni prima, un teenager di Taiwan subì la stessa triste sorte, in circostanze simili: il ragazzo morì dopo aver giocato a Diablo 3 addirittura per 40 ore filate. Addirittura nel 2005 il cuore di un sudcoreano non resse a 50 ore di Starcraft senza sosta.
Tutti i rischi delle sessioni-fiume
Sebbene siano encomiabili le motivazioni che hanno portato ‘PoShYbRid’ a voler giocare per 24 ore di fila a World of Tanks, non possono essere taciuti gli enormi rischi derivanti dalla deprivazione del sonno, soprattutto se questa viene accompagnata da un’attività dal forte impatto sulle connessioni neurali del cervello.
Secondo un report della Nielsen (che potete trovare nella sua interezza cliccando QUI), nel 2013 il giocatore americano medio dedicava ai videogame 6 ore a settimana: per molti degli streamer più affermati, questa cifra diventa giornaliera.
Impedire agli streamer le maratone di gioco è praticamente impossibile, ma visti gli enormi rischi è bene assicurarsi di essere in ottime condizioni psico-fisiche ed è consigliabile farsi seguire dal proprio medico curante su come gestire la propria salute sia nella vita quotidiana sia durante le sessioni di gioco.