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Poker Live: i casinò contro i circoli, la demagogia dei partiti e le soluzioni per il futuro tra regolamento e circolari

Fango in arrivo sul poker?

Sta partendo l’ennesima campagna contro il poker? Chi è il regista? E’ dal 2006 che seguiamo il settore, conosciamo certe dinamiche ed i segnali sembrano esserci tutti per l’ennesima offensiva mediatica. Difficile credere alle coincidenze.

Dopo anni di tregua, il movimento – in queste settimane – sembra profondamente spaccato (non solo i casinò contro i club, ma è scattata una guerra anche tra gli stessi circoli) e in questo contesto sarà difficile immaginare la regolamentazione del settore, considerando la considerazione che l’opinione pubblica sta dedicando al gioco pubblico e al poker in particolare. Con una frattura del genere, il settore pare privo di difese e poco credibile.

Il contesto in cui ci troviamo è molto difficile e l’impreparazione di chi dovrebbe gestire (o proporre) certe dinamiche è palese.

La demagogia del Movimento 5 Stelle: un assist perfetto per l’illegale

Nel 2016 leggiamo le stesse proposte di 10 anni fa. Siamo sicuri che esiste un rinnovamento della classe dirigente? Chi si definisce innovatore, sta cadendo nei soliti errori della politica tradizionale, anzi sembra fare molto peggio.

Il Movimento 5 Stelle chiede a gran voce – per l’ennesima volta – l’abolizione totale della pubblicità nel settore, un assist (involontario) perfetto per la criminalità organizzata che potrebbe rientrare dalla porta principale in un business importante come il gioco. Indebolendo i concessionari e confondendo il consumatore finale (che senza pubblicità e una comunicazione adeguata non riuscirà a riconoscere la differenza tra offerta legale e non), il risultato sarà solo quello di favorire le mafie e chi prova a fare il furbo.

Si vuole oscurare il mercato, azzerare l’informazione e la trasparenza. Si tratta di prese di posizione ben lontane dalla realtà delle cose, dettate solo da demagogia e qualunquismo.

Perché la politica offre soluzioni così semplicistiche? L’impreparazione sembra palese, come l’immobilismo delle vecchie forze politiche, attente solo a proteggere lo status quo (che si traduce in anarchia per quanto riguarda il gioco live) e la difesa di interessi singoli e particolari, a seconda della convenienza.

Poker live: Non serve una legge, esiste già!

Esiste una legge dal 2009 ma nessuno si è mai sognato di prendersi la responsabilità di pubblicare un regolamento attuativo. La resistenza e la demagogia della politica e dell’opinione pubblica è troppo forte e stridente. Meglio vivere nel caos e lavarsi le mani. Sono state queste in passato le scelte di chi aveva il compito di regolamentare e non l’ha fatto.

L’opposizione storica dei casinò: un autogoal

E purtroppo anche i Casinò – che si sono sempre opposti alla regolamentazione – sono complici di questa anarchia ed ora si trovano a subire una situazione paradossale, ma che si poteva evitare e prevedere. Ne pagano anche loro le conseguenze: devono fronteggiare una concorrenza “sleale” con montepremi garantiti importanti e attrattivi per i players. Ma i club non devono fronteggiare oneri fiscali e contributivi alle quali sono sottoposte invece le sale da gioco. Se non accadrà nulla, saranno dolori.

In particolare i casinò stessi devono tutelare gli organizzatori dei tornei, società che hanno sempre operato nella legalità e promosso il poker con impegno e dispendio di risorse. Per questo, a nostro avviso servono soluzioni a largo respiro come una circolare del Ministero degli Interni o, ancor meglio, un regolamento.

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Se Il Ministero dell’Economia continuerà a non voler pubblicare un regolamento (nonostante la legge del 2009), il Viminale potrebbe emanare una circolare (già due anni fa stava per compiere quel passo)

Il Viminale tra tolleranza zero e Cassazione

Le soluzioni estemporanee rischiano di creare solo danni e generare ancora più ambiguità.

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Si invoca l’intervento del Ministero degli Interni (ed anche quello dell’Economia e delle finanze) ma a nostro avviso, difficilmente assisteremo ad “un altro 2009” quando sui circoli si abbatté la furia della tolleranza zero invocata dal Ministro Maroni. Al tempo il settore non aveva alcuna difesa e l’offensiva servì solo a rallentare la crescita di un fenomeno che andava regolamentato invece di osteggiarlo inutilmente. Dopo 7 anni non è cambiato nulla, anzi assistiamo ad una diffusione a macchia d’olio di tornei con montepremi “garantiti” che arrivano a toccare cifre molto importanti: dai 100.000€ fino ai 200.000€.

Esistono tre sentenze della Corte di Cassazione che garantiscono determinate “immunità” e che, in modo indiretto, tutelano anche i furbetti. Certo, chi propone garantiti rischia grosso sotto il profilo legale, ma dinanzi ad una giurisprudenza così autorevole e consolidata, difficilmente il movimento del poker live sarà piegato.

L’opinione pubblica

Lo scontro interno invece rischia di indebolire tutto il settore e di esporlo ancor di più al vento feroce dell’opinione pubblica che si è sempre opposta in maniera molto determinata al regolamento. E’ dal 2006 che seguiamo queste vicende ed oramai abbiamo le idee chiare ed anche una certa esperienza.

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I problemi di Renzi in questo momento sono altri ma il Ministero dell’Economia potrebbe delegare di nuovo i Monopoli a studiare un regolamento: esiste già una legge che lo prevede.

Soluzioni: nuovo regolamento o in alternativa una circolare!

L’unica soluzione sarebbe quella di chiedere sì un intervento del Governo (in particolare del Ministero dell’Economia) ma non per proibire tout court, bensì per disciplinare una volta per tutte il settore, definire il ruolo ed i confini dei circoli (magari solo per eventi low buy-in) e quelli dei casinò. D’altronde i club sono associazioni affiliate ad enti di promozione sportiva: non possono per statuto (e per legge) perseguire fini di lucro.

Con un regolamento si potrebbe creare una sinergia virtuosa, con i club privati che promuoverebbero sul territorio un gioco più responsabile e garantito, low stakes, mentre i casinò raccoglierebbero (in parte) i frutti di questo lavoro.

Le sentenze della Cassazione non avrebbero più valore con l’emanazione di una nuova normativa, mentre il fisco incasserebbe una bella fetta di questa torta. Si creerebbe anche occupazione, con l’inquadramento di persone che in questo momento sono costrette a lavorare nell’ombra. Se però il Ministero dell’Economia continuerà a far finta di nulla, allora potrebbe intervenire il Viminale con una nuova circolare a tutte le questure, volta a stroncare la moda dei garantiti, pur rispettando quanto stabilito dai giudici.

Il proibizionismo porta solo al caos

Vietare e proibire non porta a nulla, se non al proliferare dell’offerta illegale non autorizzata, con tutte le conseguenze che comporta questa pericolosa deriva (con l’erosione inevitabile dell’offerta legale). Vogliamo continuare a vedere tutto questo?

A 7 anni dalla pubblicazione della prima legge sul live, ancora non è stato pubblicato alcun regolamento, sarebbe ora di chiedere un atto legittimo che possa finalmente far svoltare questo settore verso valori positivi.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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