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“Ma come? Famo er Sunday Million famo er Sunday Million, e poi co’ KK…”

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Chi frequenta il poker da un po’ avrà imparato che si tratta di una disciplina liquida, in cui non c’è spazio per i dogmi. “Non si limpano gli assi”, “le coppie si difendono”, “call tutta la vita” sono tutti esempi di verità parziali che mai devono tramutarsi in assolute, proprio perchè il poker è un gioco situazionale. Tuttavia, ci sono contesti in cui l’opinabilità è più limitata.

“Ma come? Famo er Sunday Million famo er Sunday Million, e poi co’ KK…”

Scorrendo Facebook, ieri, mi sono imbattuto in un infuocatissimo post sul gruppo “Sei pokerista se…”. L’autore Roberto Pinna pubblicava una foto presa dal day 1 del Sunday Million di PokerStars.it, in cui chiedeva simpaticamente aiuto su uno spot:

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Siamo al 14° livello, circa a tre quarti del day 1 del torneo più atteso dell’anno. Su bui 400/800 ante 100, Roberto si ritrova a fronteggiare una mossa piuttosto inattesa: allin diretto per oltre 120 big blinds da parte dell’avversario “nonvincoo”, che ha mandato un bel restone secco da 102.028 chips da hijack-1. Roberto si trova sul bottone, con 93mila fiches e KK. Nonostante il “consiglio” richiesto, in realtà l’azione si è già svolta e lui ha deciso di foldare.

Le motivazioni che poi Pinna ha addotto parlavano di tavolo piuttosto agevole su cui poteva vantare un certo edge, e che “non mi andava di buttare tutto all’aria per una giocata a caso di uno a caso”.  Come prevedibile in tantissimi commentano divertiti, prendendo in giro Roberto e alcuni anche offendendo. Non ho alcuna intenzione di dare alcun risalto ai soliti leoni da tastiera, anzi mi preme entrare nel merito di quello che non può non considerarsi un errore, proprio per il rispetto dovuto a un ragazzo che si mette in discussione.

Gino Alacqua e quegli assi buttati preflop

Come si diceva nell’introduzione, nel poker non esiste la mossa sbagliata a prescindere. Ciò non toglie che quella mossa, nella stragrande maggioranza dei casi, sarà sbagliata. Ricordo ad esempio di aver visto il compianto Gino Alacqua foldare gli assi preflop al primo livello di un EPT, in un colpo in cui c’erano già due giocatori ai resti e qualcun altro avrebbe potuto aggiungersi dopo “el diablo”, che candidamente spiegò: “ho un tavolo molto facile e non ho alcun interesse a infilarmi in un colpo del genere. E poi raddoppiare o triplicare adesso lo stack non mi sposta niente”. Gino aveva ragione, ma il punto è: quanti avrebbero potuto permettersi di farlo?

Edge sul tavolo vs edge sul field

Il cosiddetto “edge sul tavolo” è un concetto che ha piena espressione nel cash game. Nei tornei si usa più dire “edge sul field”, proprio perchè è fisiologico che nel corso di un torneo si andranno rompendo i tavoli e i giocatori si dovranno spostare, affrontando un elevato numero di avversari. Proprio in ragione di ciò, la prima motivazione addotta dal nostro amico non è per niente valida.

Andando più a fondo, si potrebbe ragionare sul concetto stesso di “edge” (in italiano “vantaggio”), che è per sua natura una valutazione soggettiva. Tuttavia, pur prendendo per buono che Roberto avesse edge su quel determinato tavolo (lui stesso ha rivelato che, nei 15 minuti successivi a quel fold, il suo stack è passato da 93k a 130k) si tratta di una situazione estremamente effimera. A momenti potrebbe infatti arrivare al tavolo un giocatore che scombina tutti gli equilibri, magari un giocatore deep, forte e aggressivo a sinistra del nostro amico. Oppure potrebbe essere Roberto stesso a venire spostato, e così via.
Tutto questo per dire che il “fold KK per edge” è quasi sempre errato in un torneo, soprattutto se si prende come alternativa a un call estremamente favorevole.

Roberto Pinna, protagonista di questo discussa mano
Roberto Pinna, protagonista di questo discussa mano

Il tempo è tiranno

Assegnando a “nonvincoo” un range umano, chiamare con KK presenta una possibilità di vittoria di almeno il 70%. Quindi, se rinunciamo al 70% di chance di raddoppiare il nostro stack (già deep) in un colpo solo, dovremmo essere in grado di fare meglio grazie a quell’ipotetico “edge”. Ma tra colpi vinti uncontested e showdown, quanto tempo ci vorrebbe perchè questo benedetto edge si concretizzi? Magari un colpo, magari un giro, magari un livello, o forse molto di più.

Sunday Million o Sunday 500.000€?

Ma a far cadere definitivamente qualsiasi barlume di validità dalla scelta di foldare KK preflop per tournament life su uno shove diretto, è proprio la natura particolare di questo Sunday Million: Progressive KO. Escludendo le tasse, il 50% di ciò che spendiamo per giocare il torneo non va a montepremi, bensì in taglie. Nella fattispecie, almeno 500.000€ non sono disponibili per chi arriverà in fondo con la classica scala del payout, ma bisogna letteralmente andarseli a prendere, volta per volta.

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Tornei KO e $EV: un rapporto anomalo

Da un punto di vista della strategia del torneo, ciò implica un cambiamento radicale. In genere, infatti, nei primi livelli degli MTT si tende a giocare in maniera molto più conservativa, anche perchè (come ci ricorda anche il caso di Alacqua menzionato in precedenza) raddoppiare lo stack in queste fasi ha un peso monetario inesistente. Al contrario, tale peso (detto anche $EV o €EV) inizia dalla fase di bolla e va a crescere esponenzialmente fino alla fine del torneo. Negli MTT con KO progressivo, gran parte di questi ragionamenti decade e questi tornei sono in realtà gli unici in cui avere 100, 200 o 500 big blinds fa la differenza fin dai primi livelli.

Facciamo un esempio proprio sul caso di Pinna. Ipotizziamo che Roberto avesse chiamato e raddoppiato, arrivando a circa 220 big blinds. Immaginiamo dunque che a un certo punto si trovi a dover decidere se chiamare un allin di un avversario che ha 40 bui, magari con una bella taglia sulla testa da 3 o 400 euro. Non serve essere dei fenomeni in matematica, per capire che uno stack da 220bb può chiamarne 40 con un range decisamente più ampio rispetto a quanto possa permettersi uno stack di 110bb.

Quando giochi per metà dei soldi che hai speso

C’è poco da fare, ragazzi: la formula KO è pensata proprio per favorire l’azione fin dai primi livelli, quindi le strategie più conservative andrebbero accantonate, se si vuole giocarli con profitto. Soprattutto, non prendersi questi spot in un torneo progressive KO equivale a giocare per il 50% dei soldi in palio, ovvero il solo montepremi.

Sono propenso a pensare che Pinna abbia commesso questo genere di errore perchè, in uno scambio di opinioni su quello stesso post di Facebook, ha affermato che – probabilmente – quello era l’unico avversario contro cui non avrebbe chiamato, per via dello stack superiore che avrebbe rischiato di estrometterlo dal torneo. Anche questo è opinabile, perchè se giochiamo un torneo KO come se fosse un MTT normale, in teoria dovrei foldare anche contro avversari che hanno poco meno del mio stack, perchè perdere e rimanere con 8-10bb equivarrebbe spesso a compromettere il torneo. Oppure ci ricordiamo che esistono le taglie, ma in questo caso dovremmo prenderci lo spot di KK senza neanche stare troppo a rifletterci su.

In definitiva, sono profondamente convinto che Roberto Pinna abbia deciso di foldare per una ragione: si stava divertendo da matti in un torneo molto importante, e non se l’è sentita di giocarsi tutto in un colpo solo. Una scelta legittima anche se strategicamente inguardabile. Soprattutto – per favore – non chiamatela edge.

nonvincoo

KK…come Karma

Postilla dolorosa. La storia del torneo ha dato poi un verdetto beffardo, per i due protagonisti di questo spot improbabile, quasi unico. Roberto, che ha foldato i K, è poi uscito a fine day 1 fuori dai premi, con 99 trovando AK e KK in un allin a tre. Dall’altra parte “nonvincoo”, autore di quell’openpush insensato al 14° livello, è riuscito a farsi strada fino alla 16esima posizione finale, che gli è valsa – tra premi e taglie – quasi 3.500€. Prima di venirlo a sapere, quindi senza essere result oriented, Roberto ci aveva già confessato che – se oggi se ne ripresentasse l’occasione – avrebbe chiamato. Non c’è da dubitarne.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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