"Positively Fifth Street" è uno dei libri di poker che più hanno fatto parlare di sé negli ultimi anni, se esuliamo da quei volumi che trattano la strategia: James McManus vi racconta la storia delle sue WSOP del 2000 e della morte di Ted Binion, avvenuta nel 1998 in circostanze misteriose.
L'autore è infatti un giornalista, ed in quell'estate del 2000 si trovava a Las Vegas per scrivere un pezzo riguardante l'incremento della presenza femminile alle World Series Of Poker. Inoltre, McManus avrebbe anche dovuto occuparsi della morte di Ted Binion, proprietario assieme alla famiglia del "Binion's Horseshoe", casinò dove si sono svolte le WSOP fino al 2004.
Tuttavia, James è anche un appassionato giocatore di poker, nonostante lo pratichi a livello amatoriale, e così tenta la fortuna iscrivendosi ad uno dei satelliti che consentono l'accesso al Main Event: non solo l'autore sarà capace di parteciparvi, ma scalerà il payout fino alla quinta posizione, giocando contro il suo mito T.J. Cloutier ed assistendo a quello che sarebbe stato il trionfo di Chris Ferguson.
Il libro, che è disponibile in lingua inglese al costo di una ventina di dollari per 432 pagine, si muove quindi su due binari paralleli: da un lato, le "indagini" dell'autore circa la morte di Ted Binion, dall'altro il suo farsi strada nel torneo di poker più importante al mondo, con il suo commento delle proprie mani fino al raggiungimento di un risultato certamente insperato.
James McManus gioca nel titolo con una famosa canzone di Bob Dylan - "Positively Fourth Street" - adattandola alle cinque "strade" che compongono il board in una partita di poker, e l'intreccio dei due racconti è certamente ben fatto, una cronaca avvincente che coinvolge il lettore non solo perché ben scritta, ma anche perché in fondo quell'estate vissuta da McManus è un po' il sogno proibito di ogni appassionato di Texas Hold'em.
Certamente, questo non significa che i lettori più tecnici non possano trovare nell'analisi delle mani giocate dall'autore delle falle o dei punti deboli, ma come detto l'intento di McManus non è certo quello di scrivere un trattato di strategia, quanto piuttosto di far rivivere quel sogno che ormai undici anni fa lo ha preso per mano conducendolo là dove non avrebbe mai pensato. E in questo, a nostro avviso, riesce benissimo.