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The Mathematics of Poker - di Bill Chen e Jerrod Ankenman

Uno dei libri più controversi che siano mai stati scritti sul poker, ed in particolare sulla matematica applicata al poker, “The Matemathics of Poker” è un libro che ha sempre scatenato pareri contrastanti.

Bibbia rivoluzionaria per alcuni e mattone illeggibile per altri, il libro di Bill Chen (vincitore di due braccialetti WSOP) e Jerrod Ankenman (un braccialetto WSOP e due secondi posti) nelle sue 392 pagine richiede di essere letto senza pregiudizi, con attenzione e pazienza. Quello che se ne può ricavare, tuttavia, è semplicemente un nuovo modo di concepire il gioco del poker, e questo a prescindere dalla variante che preferite.

L’idea alla base del libro non è semplicemente quella di imparare concetti basilari quali le odds o gli outs: si tratta di un manuale più ambizioso che non è un prontuario e non vi svelerà nessuna “arma segreta” da poter applicare acriticamente.

L'obiettivo è cioè quello di arrivare ad approcciare il poker in un modo diverso da quello intuitivo, basato magari semplicemente sulla propria esperienza, avvalorando il proprio gioco con solide basi matematiche capaci di aprire prospettive nuove, in modo da esplicitare alcuni concetti che intuitivamente potreste già essere arrivati a sfiorare.

Non una lettura agevole o rapida quindi, ma avanzata, che esamina concetti interessanti quali ad esempio la differenziazione fra quello che viene definito “exploitive play” ed “optimal play”. Le prime sono tutte quelle giocate che puntano a sfruttare debolezze e lacune avversarie, laddove il secondo si concentra su tutte quelle situazioni in cui è possibile delineare una linea ottimale, che mira a rendere il nostro gioco unexploitable.

Il libro mette insomma in luce quella che è la matematica soggiacente alla strategia in modo da garantire a giocatori che abbiano già confidenza con le basi del poker e della statistica una visuale più ampia e profonda: non a caso, si tratta di uno dei volumi preferiti di Chris Ferguson.

Di certo, se avete un qualche tipo di pregiudizio verso i numeri, o se piuttosto cercate risposte a specifiche situazioni di gioco, probabilmente questo libro non è ciò che fa per voi. Se invece il vostro obiettivo è acquisire un certo tipo di mentalità ed approccio verso il poker e la sua complessità, che sia più solido da un punto di vista analitico, allora siete nel posto giusto.

Nessuna pillola magica insomma, in “The Mathematics of Poker”, ma piuttosto una sfida impegnativa capace di regalare a chi è capace di vincerla una consapevolezza sul poker e la teoria dei giochi applicata che probabilmente nessun altro libro attualmente in commercio è in grado di darvi.