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Your Worst Poker Enemy - di Alan Schoonmaker

Alan Schoonmaker ha sempre scritto libri di poker secondo una prospettiva psicologica, ed anche "Your Worse Poker Enemy" non fa eccezione, argomentando come e perché nel gioco del poker i peggiori avversari che possiamo incontrare siamo proprio noi stessi.

Il titolo è una citazione di una frase pronunciata da Stu Ungar, nella quale l'autore si riconosce pienamente: partendo dal presupposto che tutti i giocatori vorrebbero essere dei vincenti o esserlo in modo ancora maggiore, Schoonmaker sottolinea come pochi fra questi facciano davvero quanto serve perché questo accada.

Di fatto, l'attitudine umana da un lato è quella di trovare giustificazioni esterne circa i propri fallimenti, dall'altra quella di creare una serie di ostacoli più o meno consapevoli che di fatto ci allontanano dai nostri obiettivi. Nel caso del poker, Schoonmaker rintraccia questi ostacoli in cinque "tendenze", che vanno a costituire altrettanti capitoli del libro.

Il primo riguarda il dualismo fra logica ed istinto, con il secondo che rischia di prevalere allontanandoci dal prendere decisioni corrette, ovvero profittevoli. Nonostante infatti pressoché tutti i giocatori abbiano ampi margini di miglioramento da un punto di vista strettamente tecnico, spesso il problema nasce dal discostarsi in pratica da ciò che sappiamo essere corretto in teoria. Una scissione, questa, che in fin dei conti può arrivare a costare davvero molto.

Un altro punto nasce dall'analisi di se stessi e degli altri, ovvero quanto siamo in grado di analizzare correttamente ciò che facciamo piuttosto che quello che fanno gli altri. Troppo spesso sentiamo infatti i giocatori lamentarsi di vivere un periodo negativo, ma quanto di questo è spiegabile in termini di varianza e quanto magari in errori che non riconosciamo, o non siamo disposti a riconoscere?

L'autore tratta poi la capacità e l'importanza di adeguarsi ai cambiamenti, piuttosto che di capire l'influenza che hanno sul gioco i nostri stati emotivi o la capacità di fronteggiare lo stress in modo ottimale, magari a seguito di un periodo in cui siamo in perdita.

Edito nel 2007, composto da 335 pagine e disponibile in inglese a 15.95 $, "Your worst poker enemy" è certamente una buona lettura per chi voglia approfondire l'aspetto "mentale" dell'essere giocatori, un aspetto che evidentemente va al di là della variante a cui ci si dedichi ed in parte anche al livello a cui si giochi.

L'autore si pone in modo tutt'altro che consolatorio o accondiscendente, ed a prescindere che possiate trovarvi d'accordo o meno con le sue tesi certamente avrete modo di apprezzarne la schiettezza.

In fondo, scoprire in voi stessi un nuovo, migliore alleato per vincere a poker potrebbe rivelarsi uno dei passi più redditizi del vostro essere giocatori.