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Shot clock? In realtà un ‘orologio’ nei tornei esiste già…

L’era dello shot clock nel poker si sta per avvicinare. Come abbiamo visto qualche settimana fa, il WPT ha promosso un sondaggio tra i suoi giocatori, per chiedere se fossero favorevoli all’introduzione di un orologio che concedesse ai partecipanti un massimo di 30 secondi per ciascuna azione. Il risultato, favorevole, ha fatto in modo che il World Poker Tour annunciasse l’introduzione dello shot clock nel giro di qualche mese.

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Lo stesso Mike Sexton, uno dei promotori dell’idea, qualche giorno dopo il sondaggio aveva dichiarato: “Credo/spero che vedremo un primo ‘shot clock’ nei tornei del WPT per la stagione numero 13”. In molti, tra i big del poker live, hanno accolto favorevolmente questa introduzione, mentre altri hanno sollevato qualche perplessità.

Un interessante punto di vista è stato esposto dal noto giornalista Lance Bradley, che su Espn.com è intervenuto per dire la sua: “Il problema del tanking eccessivo non è certo nuovo. Ma c’è già un modo per gestire questi giocatori: chiamare il clock. Il problema è che chi lo fa incorre in una serie di problematiche”.

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Secondo Bradley, infatti, chi chiama il tempo durante una mano non è certo visto sotto una buona luce: “Fatelo quando siete coinvolti in una mano e vi daranno del cretino perché non avete dato al vostro avversario il tempo per riflettere. Agli occhi di qualcuno ‘non è sportivo’. Fatelo quando non siete coinvolti in una mano e passerete il resto della giornata a evitare le occhiatacce del giocatore a cui avete chiamato il clock”.

Inoltre, nel suo editoriale, Bradley fa notare come lo shot clock potrebbe essere l’ideale per i professionisti del poker, mentre invece potrebbe rappresentare un’ulteriore barriera all’ingresso per quei giocatori amatoriali che vogliono tentare la sorte in un evento dal buy-in grosso. D’altro canto, questi ultimi devono affrontare una pressione già molto forte, visto che si trovano magari per la prima volta in un evento importante.

Il poker è un gioco di decisioni – scrive Bradley – È parte del suo appeal. Ma negli anni passati si è discusso molto di fare in modo che l’esperienza per i giocatori – in particolare gli amatoriali – sia positiva e scevra da qualsiasi cosa che li induca a non tornare a giocare. Lo shot clock crea maggiori vantaggi per i professionisti e potrebbe lasciare i giocatori amatoriali con l’amaro in bocca.

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