Andrew Yang, giovane e geniale imprenditore newyorkese, nonchè candidato alle primarie democratiche, sembrerebbe aver compiuto un piccolo primo passo verso l'avvicinamento tra giocatori e politica come da tempo non succedeva negli Stati Uniti
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Il Black Friday
Molti di voi ricorderanno come poco più di 4 anni e mezzo fa un terremoto si abbatté sul poker internazionale a causa di quello che tutti ricorderanno come il “venerdì nero”.
Il 15 aprile del 2011 il Dipartimento di Giustizia statunitense decretò la fine del poker a distanza in territorio statunitense, chiudendo tutti i conti online e di conseguenza la possibilità di giocare negli stati americani.
Nessuna poker room potè più offrire da quel momento la possibilità di giocare all’interno delle loro piattaforme a causa delle accuse mosse dal Procuratore Preet Bharara.
La situazione attuale
Oggi come oggi la situazione non è cambiata di tanto, i giocatori americani aspettano ancora di poter riprendere a giocare e chi non ha voluto aspettare è dovuto emigrare in Paesi vicini come il Canada.
Nessun politico si è più interessato alla vicenda, tanto che a fasi alterne si sono date speranze vane ai players che ancora oggi, però, rimangono a bocca asciutta.
La situazione differisce solo in alcuni stati con una comunque ristrettissima politica di espansione, dove è possibile giocare “a distanza” e in un mercato chiuso, ma una luce in fondo al tunnel sembrerebbe arrivare da uno dei papabili candidati per la nomina presidenziale del partito democratico alle prossime elezioni del 2020, Andrew Yang.
L’imprenditore di New York, geniale uomo d’affari, nonchè fondatore della “Venture for America” e formatosi nella Silicon Valley, il 44enne nativo di Schenectady, sembrerebbe dare una speranza in questo senso.
Andrew Yang, idee innovative che destano clamore
Il suo successo arriva da tutta una serie di intuizioni, quanto meno rivoluzionarie, che hanno destato clamore e comunque tutte da dimostrare, come quella della sparizione quasi completa della manodopera in alcuni dei più importanti settori dell’economia statunitense e mondiale.
Secondo Yang figure come il classico camionista non avranno più ragione di esistere, visto che la tecnologia delle automobili a guida autonoma, sta facendo passi da gigante.
Ma questo è solo un esempio.
Il reddito base da 1.000 dollari
La ricetta del newyorkese è quella di garantire una sorta di reddito base per tutta la popolazione, reddito che arriverebbe da un aumento della tassazione piuttosto corposo alle aziende più ricche degli Stati Uniti, visto che, secondo il candidato del partito democratico, esse diventeranno sempre più facoltose, tanto da risultare il vero e proprio centro nevralgico e decisionale del Paese.
Prima avvocato, poi imprenditore nel campo farmaceutico, nel 2017 Yang ha manifestato la sua intenzione di partecipare alle primarie democratiche per decidere chi sarà il candidato del partito nel prossimo anno.
Just had a great call with @AndrewYang about online poker and more. He gets it.
He understands that people in the US are going to find a way to play, so it’s just common sense to regulate it and create tax revenue that states aren’t getting now.
— Daniel Negreanu (@RealKidPoker) November 7, 2019
Yang, il poker e Negreanu
Il legame con il poker oline è stato “smascherato” da un tweet del solito Daniel Negreanu che ha svelato di aver partecipato una “proficua” telefonata intercorsa tra lui e lo stesso Yang, in cui il candidato alle primarie avrebbe dato ascolto al giocatore canadese, condividendone alcune idee e consigli, come quella di una nuova regolamentazione del poker online da mettere in moto nel caso di una sua elezione.
La conferma è arrivata di un tweet di risposta del suo interlocutore che ringrazia “Kid Poker” in questo senso e non smentisce, anzi, fa pure i complimenti per la splendida vittoria del POY WSOP ( qui ci starebbe un bel LOL, visto che la vittoria poi è stata assegnata ad un altro giocatore per un errore nell'assegnazione del punteggio ).
Thanks Daniel - and congrats on the big win.
— Andrew Yang (@AndrewYang) November 8, 2019
Per Negreanu un’eventuale regolamentazione del gioco online in tutti gli stati sarebbe un toccasana anche e soprattutto per le casse erariali, visto che chi vuole giocare, ancora oggi trova il modo di farlo in maniera illegale, alimentando il mercato nero.
È quindi logico e semplice, conclude il giocatore, regolamentare l’intero settore per creare delle entrate fiscali che gli stati non ottengono ora.
Vi ricorda qualcosa tutto questo?