Chi ha avuto la fortuna, o la sfortuna vedete un po’ voi, di aver passato il periodo d’oro del poker nostrano, con ogni probabilità si ricorderà dei primi European Poker Tour giocatisi in Italia, tra cui quello del 2011 quando tra i finalisti spuntò Rocco Palumbo che poi chiuse settimo.
Chi portò a casa la vittoria di quell’evento su 837 entries, fu Andrey Pateychuk, una sorta di predestinato del nostro gioco, che già alla sua prima apparizione, un torneo giocato a Cipro nell’ormai lontanissimo 2010, si classificò quarto.
La zampata del talentuoso giocatore russo in quel di Sanremo, non fu l’unica in quel magico, per lui, 2011.
Pochissimo tempo dopo decise di andare a giocare il World Poker Tour di Praga e al Main Event la combinò seria per la seconda volta in due mesi, trionfando su un field di 571 giocatori.
Le due vittorie consecutive gli portarono gloria e soldi, visto che si mise in tasca qualcosa come oltre 1,1 milioni di Euro.
Seguì un lunghissimo periodo di alti e bassi, ma se scorrete la cronologia dei suoi piazzamenti e delle sue vittorie, vi accorgerete che Andrey Pateychuk è un animale da Live. Praticamente innumerevoli sono le sue bandierine su HendonMob e altrettanto infinite le sue deep run a tornei che contano.
Figuriamoci quante possano essere state le sue apparizioni ai tornei non trackati dai siti del settore.
Per uno che gioca un numero così alto di tornei, una sorta di Stakanovista del tavolo verde, è necessario contare anche sui piccoli piazzamenti che ti permettono di rimanere a galla. Ma essi non bastano a giustificare una carriera di questo tipo, serve uno shot ogni tanto.
E nell’ultimissimo periodo quello shot non arrivava più.
La prima parte dell’estate del 2019, Andrey l’ha passata, come ormai gli accade ogni anno, a Las Vegas per disputare le WSOP ed è stata una specie di incubo.
Pateychuk, intervistato da Card Player, hi dichiarato di aver passato le prime tre settimane di gioco senza mai essere riuscito a superare il proprio stack iniziale in nessun torneo.
Mai una deep run, sempre fuori entro il quinto livello dei tornei. “La giornata era sempre la stessa”, ricorda Pateychuk, “cominciavo al Rio, foldavo per 5 ore, mi spostavo al Wynn e quindi al Venetian, sempre e sempre malissimo”.
Ma Andrey ancora non sapeva che la seconda parte dell’estate americana aveva in serbo per lui interessanti rivincite.
Al Main Event delle WSOP ha chiuso al 179° posto, piazzamento che gli ha permesso di mettersi in tasca 5 Buy In e subito dopo ha sfiorato il Final Table chiudendo 21° al $10,000 NLH Six Mbax.
Ma il graffio principale e il definitivo ritorno alla vittoria di Andrey stava per arrivare.
A fine WSOP è rimasto qualche giorno in più a "Sin City" per partecipare a qualche evento esterno ai campionati del mondo e, in particolare, al Main Event delle Deep Stack Championship Poker del Venetian da $5,000 di iscrizione.
Questo il final table del torneo vinto dal russo Andrey Pateychuk:
- 1 Andrey Pateychuk Russia $547,777
- 2 Yake Wu China $336,497
- 3 Stephen Chidwick United Kingdom $245,199
- 4 Chris Klodnicki United States $182,595
- 5 Robert Heidorn Germany $138,251
- 6 Jerry Robinson United States $104,340
- 7 Fabian Gumz Austria $80,864
- 8 Nabil Abdien Spain $62,604
- 9 Marton Czuczor Hungary $49,562
C’è voluto un re-entry, ma alla fine ha avuto ragione lui, Andrey Pateychuk ha centrato la vittoria portando a casa qualcosa come circa 110 Buy In, completando così il ritorno del leone russo.
Andrey si è adesso insediato all’ottavo posto della classifica All Time Money List russa, capitanata dall’inarrivabile Igor Kurganov, ma, e su questo potete scommetterci, Pateychuk proverà a portargli via lo scettro di giocatore più vincente della storia del poker russo.
Lead and homepage image courtesy of Venetian/CardPlayer.