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Taylor Caby - CardRunners

Ascesa e caduta di CardRunners, il primo sito di coaching nella storia del poker

Le scuole di poker – e più in generale i siti di coaching – sono oggi da un lato punto di riferimento importante per molti giocatori, dall’altro oggetto della critica di molti altri player, che ne contestano il ruolo deleterio all’interno dell’ecosistema. Ma è sempre stato così? Per capirlo meglio, raccontiamo la storia del primo sito di coaching in assoluto, ancora oggi uno dei più celebri nonostante abbia chiuso i battenti nel 2017: CardRunners.

Taylor Caby e la nascita di CardRunners

Siamo nel 2004 e Taylor Caby è un ventunenne di Chicago che studia Finanza all’università dell’Illinois, ma con “un fuoco dentro che lo anima”: il poker. Il copione è quello di migliaia di altri ragazzi: il film Rounders come primo veicolo di interesse, la vittoria di Chris Moneymaker la molla per provarci. Taylor però è davvero bravo e riesce a trasformare in pochi mesi i 35 dollari che aveva depositato su Ultimate Bet in 50.000$ e poi via via fino a cifre a sei zeri.

Green Plastic (questo il suo nickname) diventa uno dei primi “young guns”, i ragazzi che giocando su internet riescono a capire come far diventare il poker una fonte di reddito. Partito dai Sit’n’Go ma poi passato al cash game, Caby diventa una celebrità – nell’ancora giovane sottobosco del poker online americano – quando riesce a sconfiggere l’allora superstar Prahlad “Spirit Rock” Friedman in una serie di sfide heads up.

L’intuizione delle video-sessioni: ecco CardRunners

La vera svolta per lui arriva però nel 2005, quando ha l’intuizione che cambierà la sua vita e anche la storia del poker online: insieme all’amico Andrew “muddywater” Wiggins inizia a girare dei video durante le sue sessioni di gioco, commentandole con i suoi “thinking process” per far capire gli aspetti strategici e matematici delle sue scelte. Nasce così CardRunners, che diventerà il primo sito di coaching al mondo per il poker online, nonché modello che dà il via a una serie (mai finita) di tentativi di imitazione o emulazione.

La formula è quella di far pagare una quota mensile per diventare membri e avere accesso a una libreria di video strategici che si fa sempre più completa e articolata, insieme al forum in cui vengono commentati e discussi vari argomenti tecnici. CardRunners diventa così popolarissimo presso gli appassionati, superando nel 2008 la quota di 10mila abbonati, con incassi (derivanti anche dalle affiliazioni con le poker room) oltre 5 milioni di dollari.

Un grande team e il deal con Full Tilt

Il successo è dovuto anche all’agguerrito team che CardRunners mette su. Ne fanno parte, oltre a Caby e Wiggins, anche David “Raptor” Benefield, Brian “sbrugby” Townsend, Brian “stinger88” Hastings e Cole “cts687” South. Sono tutti ragazzi estremamente smart e che hanno distrutto i livelli nel cash game online, arrivando agli agognati high stakes. Al tempo i cosiddetti tavoli “nosebleeds” sono monopolizzati da Full Tilt Poker, che infatti annusa il colpo e sigla una partnership esclusiva con CardRunners, che ne diventa la scuola di riferimento.

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I problemi e il caso Isildur1

L’apice è raggiunto, anche se non mancano i lati oscuri. Il più oscuro di tutti rimane il celeberrimo “agguato” teso a Viktor “Isildur1” Blom, vittima di un vero e proprio gioco di squadra: Townsend, Hastings e South condividono decine di migliaia di mani giocate da Isildur, arrivando anche a comprare qualche pacchetto di sue hand histories. La cosa è severamente vietata dalla policy di Full Tilt, che infatti toglie per qualche tempo lo status di Red Pro a Brian Townsend. Ma il danno è fatto, i tre studiano a fondo il gioco dello svedese e Blom perde milioni di dollari.

Declino e chiusura

Poi arrivano altre mosse, come la fusione con Stoxpoker e il suo successivo assorbimento da parte di CR, ma il declino è dietro l’angolo e viene ufficialmente sancito dal Black Friday. Da allora niente sarà più come prima, soprattutto per CardRunners. La fine del predominio di Full Tilt, la crescente concorrenza di un mercato ormai maturo e avviato verso la saturazione, e anche le vicissitudini personali di alcuni degli elementi di spicco del team come Brian Townsend, contribuiscono al lento ma inesorabile declino del brand. Ufficialmente, CardRunners chiude i battenti nel maggio del 2017.

Era colpa di CardRunners? Sentite Caby nel 2008

Nel poker di oggi si sente spesso accusare le scuole di poker di essere responsabili dell’inasprimento del field. La cosa è senz’altro vera, perché i siti di coaching hanno permesso a moltissimi player mediocri – o che a stento andavano in pari – di diventare dei professionisti o comunque guadagnare ottime cifre dal gioco e su base regolare. Tuttavia, individuare nei siti di coaching l’unica o principale causa dei problemi del poker online sarebbe del tutto scorretto. Del resto lo stesso Taylor Caby, in un’intervista del 2008, parlava proprio di quelle critiche che sì, esistevano già 14 anni fa.

“Le gente dice che il poker è diventato più difficile da battere da quando esiste CardRunners? Lo prendo come un bel complimento! Ovviamente è una cosa che ho sentito anche io, e diversi me lo hanno detto direttamente, di persona o sui forum. La verità però è leggermente diversa: a quanto mi risulta, gran parte se non la totalità di quelli che si lamentano sono membri o ex membri di CardRunners a loro volta. Dunque si lamentano che le partite sono più dure di quanto non fossero nel 2005 ma loro stessi hanno beneficiato di una tonnellata di valore e guadagni, grazie a CardRunners. Ho ricevuto e ricevo i messaggi di centinaia, anzi migliaia di ragazzi che ci ringraziano, e la mia sensazione è quella di avere avuto un impatto positivo su tante, davvero tante vite. Si tratta della cosa che mi rende più orgoglioso.”

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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