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Chris Moorman: “Qui Nguyen ha vinto per il suo gioco imprevedibile e per il fattore paura…”

Il Main è finito e per Chris Moorman non ci sono dubbi: “è stato il tavolo finale più bello ed emozionante che abbia mai visto nella storia delle WSOP e per la prima volta ho voluto guardare ogni singola mano. In realtà tutti conoscono la mia ossessione per il poker, ma negli anni scorsi non riuscivo mai a seguire tutto il final table. Questo tavolo era diverso rispetto agli altri”.

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Chris Moorman

Per il player di Brighton c’è una ragione: “la presenza di Qui Nguyen. Era il grande jolly dell’evento grazie anche al suo stack. Alla vigilia del tavolo era visto solo come una vittima sacrificale, colui che doveva arricchire lo stack dei sette professionisti presenti tra i November Nine. Questo fattore jolly – rivela Moorman in un articolo esclusivo su CardPlayer – rappresentato da Qui, ha reso il torneo interessante perché non sapevi bene cosa potesse  succedere al tavolo da un momento all’altro”.

Moorman non critica, bensì esalta l’imprevedibilità del campione del mondo vietnamita: “a luglio era la classica mina vagante per molti professionisti, proprio per il suo stile unico”.

L’inglese esprime la sua opinione anche sul format televisivo: “a differenza di alcuni professionisti, a me è piaciuta la diretta perché non si è persa molto nelle valutazioni strategiche. Se guardo calcio in tv, piace ascoltare l’analisi tecnico-tattica sulle due squadre, ma nel poker preferisco commentatori che sono concentrati sulla cronaca e che descrivono l’action. Penso sia importante che il poker televisivo sia facilmente accessibile ai semplici appassionati che sanno poco di poker e che sono sintonizzati per la prima volta. Se il commento è troppo tecnico, queste persone girano subito canale”.

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Qui Nguyen dopo aver eliminato Michael Ruane. È lui il dominatore assoluto del tavolo finale
Qui Nguyen dopo aver eliminato Michael Ruane durante il final table

“Il Main Event – commenta – con il format dei November Nine è un torneo unico. Penso sia facile criticare i November 9 per alcune situazioni, in realtà bisogna tenere conto di molti fattori che possono condizionarli. Naturalmente i protagonisti si preparano per mesi con le migliori menti del gioco grazie al coaching ma quando sei davanti alle telecamere, con tutte quelle luci, può essere difficile seguire la strategia pianificata. Penso sia impossibile criticare certe condotte al tavolo se si pensa alle forti oscillazioni emotive alle quali sono esposti i players”.

“La paura di perdere è senza dubbio un fattore dominante per i November Nine” e aggiunge “Qui Nguyen non ha avuto a che fare con tali timori perché era uno dei due amatori rimasti e non c’erano grosse aspettative su di lui. I professionisti erano consapevoli di essere fortunati per essere arrivati così deep e, con ogni probabilità, avevano realizzato di essere davanti ad un’occasione unica nella loro carriera. Per questo motivo hanno giocato forse con troppa attenzione, sia per la loro conoscenza dell’ICM e che della loro capacità di analisi di ogni particolare”. Il gioco di braccio di Qui Nguyen ha pagato in un contesto simile.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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