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Doug Polk e il suo bilancio: “10 anni fa a Las Vegas…. ho commesso un grosso errore”

Ci sono pochi giocatori che riescono a utilizzare i loro social con un’abilità che fa spavento, con quel tipo di intervento che li rende più bravi, visibili e decisamente sopra la media. Uno di loro è certamente Doug Polk. 

Doug Polk e la fidanzata Kate

Doug Polk, social e successo

Irriverente, sarcastico, camaleontico, negli ultimi anni è riuscito con intelligenza a intervenire con cognizione di causa su tutta una serie di argomenti, risultando sempre esente da qualsiasi banalità.

La sua indole è spesso venuta fuori anche contro chi è spesso considerato “intoccabile” per galloni acquisiti sul campo, vedi ad esempio Daniel Negreanu, attaccato da Doug in più di un’occasione sia sotto il punto di vista tecnico che mediatico.

Insomma, Polk non le ha mai mandate a dire, anche se buona parte dei suoi interventi non hanno il fine di cercare lo scontro, la polemica, anzi. Da molti suoi post è possibile ricavare piccolissime lezioni da uno che ne ha viste tante nel nostro mondo, con la consapevolezza che in pochi possono smentirlo. 

Il nuovo cinguettio

Pochi giorni fa il trentunenne di Pasadena, ha accontentato i suoi fan con l’ennesimo post su Twitter, il modo di comunicare che lo statunitense preferisce. 

In due capoversi, Douglas, riesce a descrivere con una certa facilità una carriera lunga 10 anni, ripercorrendo gli inizi, le difficoltà e il risultato dell’uomo che è adesso. 

Doug Polk

Il tweet suona più o meno così:

“Una decina di anni fa mi sono trasferito a Las Vegas per giocare a poker per vivere. 

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Mi sono costruito un bank roll che in poco tempo sono riuscito a dilapidare e che ho impiegato degli anni a ricostruire e riprendermi. 

Ho imparato delle difficili lezioni sui soldi, sulle persone e sul gioco. 

Sono grato al poker che mi ha offerto quel tipo di insegnamento, solo il poker me ne ha dato la possibilità. Se non ci fossero state quelle lezioni, oggi non sarei quell’uomo che sono oggi. 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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