Un fulmine a ciel sereno si è abbattuto sul poker online statunitense e mondiale: l’FBI ha confiscato i domini di FullTiltPoker.com, PokerStars.Com, AbsolutePoker.com e UB.com su mandato rilasciato dal distretto sud del Dipartimento di Giustizia di New York.
Le tre poker room sono state oscurate non solo negli Stati Uniti ma in tutto il globo. I players – almeno al momento – riescono ad accedere alla lobby, ma sui relativi portali web trovano visualizzata sullo schermo del loro pc la notifica del ‘sequestro’ effettuato dalle autorità americane.
Era nota da tempo la posizione contraria da parte del Dipartimento di Giustizia nei confronti del gioco online offshore, in aperto contrasto con una schiera molto ampia di senatori e deputati intenzionati a regolamentare, una volta per tutte, il gioco su internet nei 50 Stati. Ma non hanno fatto in tempo e la polizia federale è passata all’azione.
Nel mandato rilasciato all’FBI, è stata contestata anche la violazione della legge Federale sui trasferimenti dei fondi e delle transazioni bancarie e finanziarie verso le poker room, in base alla nota normativa UIGEA (Unlawful Internet Gambling Enforcement Act) approvata nel 2006 dall’amministrazione Bush ma che ha trovato applicazione effettiva solo dall’estate del 2010. I reati contestati prevedono per i responsabili una detenzione di 5 anni più una multa fino a 250.000$.
L’FBI ha contestato inoltre la trasgressione della legge sul gaming in base alla quale è un crimine federale “gestire, finanziare, o dirigere il business del gioco illegale” senza alcuna autorizzazione.
I tre siti .com sono al momento oscurati in tutto il mondo. Naturalmente, è bene specificarlo, il provvedimento di confisca (e conseguente oscuramento) riguarda solo le piattaforme internazionali .com e non i domini italiani che sono del tutto estranei a questa vicenda.
Duro il commento di Preet Bharara, Procuratore di Manhattan: “Le imprese estere che scelgono di operare negli Stati Uniti non sono libere di non rispettare le leggi a loro piacimento”. In queste ore il Dipartimento di Giustizia ha reso noto i dettagli del blitz: “sono indagate 11 persone. Nella lista sono compresi Isai Scheinberg e Paul Tate di PokerStars, Ray Bitar e Nelson Burtnick di Full Tilt Poker, Tom Scott e Brent Beckley di Absolute Poker”.
Inoltre, sono stati posti sotto sequestro cautelare oltre 75 conti correnti bancari delle poker room, in 14 paesi diversi, con l’obiettivo di confiscare 3 miliardi di dollari che sarebbero transitati dagli Stati Uniti. Non a caso PokerStars.com ha sospeso, in queste ore, l’accesso al gioco ai players americani. Il problema infatti riguarda le operazioni bancarie dagli USA. In tutti gli altri stati del mondo non si sono registrate conseguenze dirette, se non l’oscuramento della home page, ma si continua a giocare in modo regolare.
L’operazione è ancora in corso ed il Distretto di New York è in contatto con l’Interpol e forze di polizia di altri stati. Negli USA però si sono già scatenate cruente polemiche ed in molti sospettano che dietro questa operazione vi siano interessi molto forti che esulano da motivazioni giuridiche e che riguardano la dura battaglia che si sta consumando a Washington sulla futura regolamentazione del gioco online a livello federale.
a cura di Luciano Del Frate
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